22/11/2016
“Chi parla di guerra, deve avere un piano...”
L’autorità più insidiosa è quella che porta la promessa di partecipazione. Per questo abbiamo fatto il passaggio dalla monarchia alla democrazia, ma non alla libertà. “Sicurezza” è una parola cara alla democrazia. Più sentiamo parlare di “sicurezza”, più le nostre vite e le libertà regrediscono. E peggio di tutto, il potere contemporaneo e la democrazia hanno raggiunto il compromesso e la sottomissione della società quasi volontariamente. La democrazia funziona come una fabbrica trasparente che produce relazioni sociali. Le persone si sottomettono all’ideologia governativa, agli standard dominanti e al comportamento disciplinato, convinte che quello che vivono oggi (la tirannia economica, estorsioni di schiavitù salariale, la dittatura dello spettacolo, la sorveglianza tecnologica) sia l’inevitabile naturale l’ordine mondiale.
Ma anche in un’autorità pervasiva, i capi, i funzionari, i dirigenti e i proprietari esisteranno sempre. Oggi, la visibilità delle persone al potere è particolarmente chiara. Politici, uomini d’affari, armatori, editori, giornalisti, giudici e agenti di polizia sono le persone che rappresentano l’autorità. Il Progetto Nemesi mira ad attaccare queste persone. Il Progetto Nemesi è il nostro turno per fare la mossa temibile nel cortile del nemico.
Invece di attaccare i simboli impersonali di giustizia, noi pensiamo che è molto importante trasferire le nostre ostilità nell’ambiente personale del nemico, nelle loro case, uffici, ritrovi e veicoli. Noi sappiamo che per l’autorità “nessuno è insostituibile”, ma sappiamo anche che un colpo personale ad uno di loro instillerà la paura in 100 altri. Creiamo un retaggio di paura per la loro specie e per chiunque diventi il loro sostituto. E’ il nostro minimo contrappeso per bilanciare il terrore controllato dal nemico. Per bilanciare il terrore che causano i capi ammazzando i propri lavoratori, gli sbirri che sparano accidentalmente, i giudici che condannano a migliaia di anni di carcere, i giornalisti con le loro menzogne, i politici con le loro leggi e i loro ordini. In tutti questi casi il nemico ha un nome e un indirizzo. Attaccandoli dimostriamo che le persone che detengono il potere non sono invincibili. E nello stesso tempo, invece di confinare l’insurrezione anarchica a incidenti di conflitti occasionali con gli sbirri, possiamo trasformare la rivoluzione in una componente permanente delle nostre vite quotidiane scoprendo coloro che si nascondono dietro ordini e decisioni che governano le nostre vite, studiando i loro spostamenti e i loro percorsi, e organizzando le nostre personali cellule d’attacco che risponderanno alle sfide dell’autorità. Non anticipiamo un cortocircuito sociale che ci porterebbe ad una mobilitazione di massa, siamo noi che diventiamo gli acceleratori della storia attraverso le nostre azioni, creando il dilemma “con l’autorità o con la libertà”. Siamo noi che creiamo spazi e periodi in cui la storia viene scritta con le nostre mani, invece di semplicemente succedere. La guerriglia urbana anarchica è un modo di guardare la vita dritto negli occhi, per formare un autentico collettivo “noi”. E’ la costruzione di un processo anarchico di liberazione col coraggio, coerenza e determinazione. Le nostre azioni non si valutano solo in relazione al colpo inflitto al nemico, ma anche alla possibilità di cambiare le nostre vite.
Il Progetto Nemesi è una proposta internazionale di creare una lista con nomi di persone al potere, per poterle attaccare là dove si sentono sicure, ai margini... nelle loro case.
L’esplosione della bomba in casa della procuratrice distrettuale G. Tsatani era il primo attacco, il primo atto del Progetto Nemesi. Condividiamo questo piano con tutte le cellule FAI-FRI e con tutti gli anarchici di prassi al mondo, desiderando iniziare un dialogo sulla diffusione della lotta anarchica. E noi sappiamo che il dialogo migliore per valutare un azione non può essere altro che una nuova azione...
Attraverso il Progetto Nemesi salutiamo tutti i nostri compagni detenuti nelle celle della democrazia di tutto il mondo, che non sono più al nostro fianco. E’ specialmente dedicato ai membri delle CCF, Olga Economidou, George Polydoros, GerasimosTsakalos, Christos Tsakalos, alla nostra compagna Angeliki Spyropoulou, e ai compagni italiani della FAI, Alfredo Cospito e Nicola Gai...
A tutti coloro che non hanno seppellito l’ascia di guerra...
Cospirazione delle Cellule di Fuoco / FAI-FRI
Torneremo presto.
Zavjera Vatrenih Ćelija – Projekt Nemeza [Otvoreni prijedlog]
“Tko govori o ratu, mora imati plan”
Najpodmuklija vlast je ona koja nosi obećanje uključivanja. Zato smo prešli s monarhije na demokraciju, ali ne i u slobodu. “Sigurnost” je omiljena riječ demokracije. Što više slušamo o “sigurnosti”, to više naš život i sloboda nazaduju. A najgore od svega, današnja moć i demokracija su dostigle kompromis i pokoravanje društva gotovo dobrovoljno. Demokracija funkcionira kao jedna prozirna tvornica koja proizvodi društvene odnose. Osobe se pokoravaju ideologiji vlade, prevladavajućim standardima i discipliniranom ponašanju te smatraju da sve ono što danas proživljavaju (tiranija ekonomije, iznuđivanje nadničarskog ropstva, diktatura spektakla, tehnološki nadzor) je neizbježni prirodni svjetski poredak.
No, čak i u jednoj sve-prožimajućoj vlasti, šefovi, dužnosnici, rukovoditelji i vlasnici će uvijek postojati. Danas je vidljivost ljudi na moći sasvim jasna. Političari, poduzetnici, brodograditelji, izdavači, novinari, suci, policija su osobe koje posjeduju vlast. Cilj Projekta Nemeza je napad na te osobe. Projekt Nemeza je naš red za
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