Titolo: Francia: Processo per la volante distrutta e incendiata a Parigi il 18 maggio 2016
Sottotitolo: Sentenza, descrizione della giornata e cronologia di azioni di solidarietà
Origine: via mail
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Dal 19 al 22 settembre si è svolto il processo contro 9 persone accusate di aver attaccato una macchina di sbirri a Parigi il 18 maggio 2016. Quel giorno, nel pieno del movimento contro la “legge sul lavoro”, delle organizzazioni sindacali degli sbirri, dei fascisti e dei cittadini si adunarono sulla piazza della Repubblica per lamentarsi “dell’odio verso la polizia”. Una contro-manifestazione non autorizzata si scatenò per le vie di Parigi, incrociando al suo passaggio una macchina di polizia con due sbirri a bordo, che venne attaccata e incendiata.

A seguire la sentenza del processo, che risale all’11 ottobre, la descrizione della giornata e una cronologia di attacchi e di azioni dirette le cui rivendicazioni fanno riferimento a questo processo e principalmente ai due compagni anarchici, Kara e Krem, i soli che sono ancora in prigione per quest’azione.

Joachim: 7 anni di carcere, col mandato di incarcerazione (latitante, già con mandato d’arresto, accusato di aver gettato il fumogeno che ha incendiato la macchina).

Krem: 5 anni di carcere, di cui 2 e mezzo con la sospensione della pena [corrispondente alla condizionale nell’ordinamento italiano, NdT], rimane in prigione. E’ accusato di avere spaccato uno dei vetri della volante e ha già passato 7 mesi di custodia cautelare in carcere.

Kara Wild: 4 anni di carcere, di cui 2 con la sospensione della pena, rimane in prigione. Di nazionalità americana, transgender, è accusata di avere spaccato uno dei vetri della volante e ha già passato 16 mesi di custodia cautelare in una sezione di isolamento di un carcere maschile («sezione dei trans», ha passato periodi completamente sola e altri periodi con pochissime altre detenute).

Antonin: 5 anni di carcere, di cui 2 con sospensione della pena , senza mandato di incarcerazione. Accusato di aver aggredito uno sbirro all’interno della volante e di aver spaccato un vetro, ha già fatto 10 mesi di custodia cautelare.

Nicolas: 5 anni di carcere, di cui 2 con sospensione della pena, senza mandato di incarcerazione (cioè 3 anni di prigione che possono essere trasformati in misure alternative, a seguito del suo “chiaro atto di pentimento” e dell’assenza del “rischio di reiterazione”, disse il P.M.). E’ accusato di aver aggredito uno degli sbirri e ha già fatto 13 mesi di custodia cautelare.

Thomas: 2 anni di carcere, di cui 1 con la sospensione della pena, senza mandato d’arresto. E’ accusato di avere dato un pugno e un calcio alla volante.

Leandro: 1 anno di carcere con sospensione della pena. Accusato di “raggruppamento con lo scopo di commettere atti di violenza”.

Angel e Bryan accusati di “raggruppamento con lo scopo di commettere atti di violenza” sono stati rilasciati.

11 ottobre – giornata contro la prigione e la giustizia.

L’11 ottobre il giudice Alain Alçufrom ha distribuito degli anni di prigione alle persone accusate di avere attaccato e incendiato una volante, a Parigi, sul Quai de Valmy, in maggio 2016. Ma la volontà di abbattere, di fare paura e di isolare non ha raggiunto il suo obiettivo, la sentenza non si è svolta nella calma e la rabbia si è espressa per le strade.

La mattina in molti fanno la coda davanti al tribunale. I gendarmi hanno schierato un massiccio dispiegamento di sicurezza. Si deve passare per un primo tornello e poi si è nuovamente perquisiti per entrare nell’aula del tribunale. Nello spazio davanti all’aula dove si svolge il processo sono state disposte delle barriere, i solidali sono ammassati all’interno di un recinto, circondati da sbirri e giornalisti. Ogni volta che qualcuno va in bagno, dei gendarmi del piscio controllano i cessi per assicurarsi che non siano state lasciate scritte o attaccati adesivi, visto che nei giorni precedenti del processo i bagni di questo luogo infame erano stati completamente coperti di scritti e adesivi contro le guardie e la giustizia. Nell’aula del tribunale, dopo la lettura della sentenza, si alzano cori e grida: «morte alla giustizia, merda!». In questo casino generale, i gendarmi intervengono per spingere fuori i presenti. Appare uno striscione «Contro la polizia e la giustizia. Viva la rivolta. Libertà per tutti e tutte» e vari compagni cercano di bloccare l’incrocio di fronte al tribunale, in pieno centro di Parigi.

Poco dopo, verso mezzogiorno, l’agenzia di produzione 1+1, che realizza delle campagne pubblicitarie per numerose imprese e istituzioni, e che aveva realizzato una campagna per l’amministrazione penitenziaria, riceve la visita di una quindicina di persone. Varie scritte contro la prigione sono lasciate sulla sua facciata.

La sera, verso le sette e mezzo, circa 400 persone si trovano sulla piazza Melimontant. Alcuni giornalisti presenti, si scontrano con l’ostilità dei manifestanti. Emerge un chiaro rifiuto di video e fotografie. Il quartiere è completamente militarizzato, ma con una certa determinazione e una buona dose di fortuna, si riesce a partire in manifestazione. C’è una sorta di euforia collettiva nell’aria, i muri cominciano a essere ricoperti di scritte, alcuni si armano di pietre e bottiglie, altri mettono i cassonetti in mezzo alla strada e accendono piccoli fuochi. Ci si avvicina verso il quartiere borghese delle Marais e le vetrate cominciano a volare in frantumi: l’Ecole de commerce, un supermercato, delle banche, ma anche negozi di vestiti e una gioielleria. Il ritmo della manifestazione è molto sostentuto, gli sbirri non sono distanti ma sono troppo lenti e non riescono a raggiungere i manifestanti. Al grido «dispersione», un ultimo sprint permetterà di sparpagliarsi e sparire nella folla dei passanti, in pieno centro, nella zona di Beaubourg, senza che nessuno sia arrestato.

Poca roba in confronto agli anni di prigione che la giustizia distribuisce ogni giorno, ma ci scalda il cuore, ci permette di sfogare la nostra frustazione di vedere della gente che dispone della libertà degli altri, e di gridare forte il nostro odio per la polizia, la giustizia e il mondo che esse difendono.

La solidarietà è l’attacco. Vernice, vetrate spaccate e incendi di solidarietà

04-07-2016 – Parigi, la facciata di un commissariato ricoperta di vernice.

01-01-2017 – Fuochi d’artificio di fronte alla prigione di Fleury-Mérogis (banlieu di Parigi)

09/02/2017 – Tolosa, un camion di JCDecaux (impresa, tra le altre cose, costruisce prigioni) è incendiato. Le vetrate della mission locale partono in frantumi.

10-02-2017 – Drôme, a fuoco due veicoli del Front National.

11-02-2017 – Besançon, scritte sui muri, bucati gli pneumatici di una decina di veicoli di imprese che collaborano con lo Stato e le prigioni, di macchine di borghesi e di un’agenzia immobiliare. Sfondate le vetrate di una macchina del Departement.

12-02-2017 – Tolosa, incendiata una ruspa Eiffage, impresa che costruisce le prigioni, e un veicolo di un’agenzia immobiliare.

12-02-2017 – Montreuil (Parigi) incendiata una vettura di COFELY, impresa di servizi che gestisce GEPSA, partner dello Stato nella gestione delle prigioni.

22-02-2017 – Marsiglia, incendiato un bancomat.

28-02-2017 – Alpi, incendiata un’antenna e tentato incendio di vari veicoli dell’impresa Liotard .

12-03-2017 – Grenoble, sfondate le vetrate di due banche.

18-04-2017 – Liège, Belgio, un commissariato completamente devastato da un incendio.

23-04-2017 – Bruxelles, Belgio, 4 furgoni della polizia incendiati.

25-04-2017 – Rennes, frantumate e vetrate di due chiese.

30-04-2017 – Bagnolet (Parigi), incendiato un veicolo Vinci (impresa attiva nella costruzione di prigioni)

18-05-2017 – Rennes, incendiato un veicolo Enedis (società che gestisce l’energia elettrica)

29-05-2017 –Les Lilas (Parigi), incendiato veicolo della Direzione Interdipartamentale delle Strade dell’Ile de France.

29-05-2017 – Pantin (Parigi), incendiati due veicoli dell’impresa Atout Bois, che collabora con il Ministero della Giustizia per il reinserimento lavorativo di detenuti minorenni.

08-06-2017 – Tolosa, incendiato veicolo Eiffage, impresa che costruisce prigioni.

08-06-2017 – Crest, incendiato edificio Enedis (società che gestise l’energia elettrica).

09-06-2017 – Montreuil (Parigi), sfondate le vetrate della sede di Egis, società che collabora alla costruzione di prigione.

11-06-2017 – Montreuil (Parigi), incendiata vettura Spie Batignolle, impresa che costruisce prigioni.

18-06-2017 – Gaillac, incendiati due veicoli del comune.

02-07-2017 – Le Pre Saint Gervais (Parigi), incendiato veicolo di un’impresa privata di sicurezza.

06-08-2017 – Tolosa, incendiato un camion Spie Batignolle, impresa che costruisce prigioni.

17-08-2017 – Meuse, incendiati diversi veicoli Enedis, società che gestisce l’energia elettrica.

19-08-2017 – Cevennes, incendiata antenna.

20-08-2017 – Parigi, incendiato camion Eiffage, impresa che costruisce prigioni.

22-08-2017 – Puy de Dôme, incendiate due antenne.

10-09-2017 – Bagnolet (Parigi) incendiata vettura Orange, società di telefonia mobile.

11-09-2017 – Marsiglia, sfondate le vetrate del Servizio Penitenziario di Inserimento e Libertà Vigilata (SPIP).

14-09-2017 – Parigi, sfondate le vetrate di uno studio di architettura che costruisce prigioni e di un’impresa di formazione che si occupa del reinserimento lavorativo dei detenuti.

17-09-2017 – Fuochi d’artificio davanti al carcere di Fleury-Mérogis (Parigi)

19-09-2017 – Les Lilas (Parigi), incendiati tre autolibs (vetture elettriche in locazione)

19-09-2017 – Limoges, incendiati 5 veicoli della Gendarmerie.

21-09-2017 – Grenoble, completamente incendiato un deposito della Gendarmerie dove erano parcheggiati oltre 50 veicoli e l’edificio adiacente, un laboratorio dei gendarmi.

23-09-2017 – Clermont-Ferrand, incendiato camion del comune.

27-09-2017 – Berlino, sfondate le vetrate dell’impresa Bundesdruckerei (tipografia che stampa denaro, passaporti…) e del gruppo stampa DuMont.

02-10-2017 – Montreuil (Parigi), incendiato veicolo di un’impresa che lavora nelle prigioni.

10-10-2017 – Besançon, sfondate le vetrate dell’Ecole de Commerce.

12-10-2017 – Chicago, bucate le ruote di una volante e sfondate le vetrate di un negozio hipster in un quartiere gentrificato.


(da: processoparigi)