Lettera aperta del compagno anarchico Mario López “Tripa” – “Delazioni a catena... Ovvio, nella Città del Messico!” (10/02/2018) [it]

[Nel 2012, dopo un’esplosione dovuta ad un malfunzionamento nell’ordigno esplosivo con il quale intendeva attaccare la sede del Partito per la Rivoluzione Democratica (PRD), nella quale rimase gravemente ferito, fu catturato dalla polizia e detenuto per circa sei mesi nel Carcere Sud di Xochimilco.]

“Quello che intralcia il nostro cammino, lo distruggeremo”

Innanzitutto, un immenso e caloroso saluto.

Poco più di cinque anni e mezzo fa è esplosa accidentalmente una di due bombe che stavo trasportando, fortunatamente la meno potente. Era quella destinata agli uffici del partito politico PRD l’altra era per una delle sedi del PRI [Partito Rivoluzionario Istituzionale, ntd.], in quel momento non mi fregava un cazzo di quale partito politico si trattava, se fosse esistito Morena [Movimento di Rigenerazione Nazionale, ndt.] avrei ugualmente attaccato la sua sede). Era la notte del 26 giugno 2012, proprio il giorno dopo il mio compleanno. Il miglior regalo che avrei potuto ricevere è stato l’incidente, mi dissero gli sbirri dei servizi investigativi che mi sorvegliavano in ospedale.

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Lo sviluppo di un intento per giustificare l’ingiustificabile [it]

“Dato che il numero sta dalla parte di governati, l’unica opzione dei governanti per continuare ad esserlo è l’opinione.” – James Madison

Lo Stato, intrinsecamente, viene istituito per esercitare il potere, e per esercitare il potere (perché il potere si esercita e, come la Storia continua a dimostrare, possiede la propria logica) è obbligato a mantenere l’ordine, e così lo Stato diventa il garante dell’ordine; l’ordine imposto dal potere, l’ordine necessario per far esistere il potere. Esistono modi differenti per mantenere l’ordine, ma i più efficaci sono quelli basati sul bastone e la carota. Secondo questa filosofia, affinché la persona governata si comporti bene, cioè si pieghi ai disegni del potere e mantenga l’ordine, le si deve promettere qualcosa (di materiale, solitamente) che naturalmente mai o difficilmente raggiungerà, e quando si comporta male la si deve punire. Ma nelle forme più sofisticate dell’esercizio di potere (e occorre nuovamente ricordare che il potere viene esercitato soprattutto e in maniera più elaborata ed efficace attraverso l’istituzione di uno Stato), cioè negli autoproclamati Stati di diritto, nelle democrazie, ma anche in molte dittature, non solo l’ordine viene mantenuto con il bastone (e la sua carota), ma viene giustificato anche il bastone contro il disobbediente. Questo avviene perché in queste forme un po’ più sofisticate lo Stato si presenta come un semplice arbitro e garante di convivenza perché, come dice Madison uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, i governanti davanti ai governati presentano in definitiva solo la propria opinione. Per questo motivo lo Stato cercherà sempre di giustificare in qualche modo le sue punizioni, come il padre benevolo che picchia i propri figli per il loro bene, per condurli sulla retta via, come quando chi punisce soffre più dei puniti per aver dovuto ricorrere a tali estreme misure. Si può dire inequivocabilmente che fino ad oggi (e questo può essere seguito dal passato più recente fino ai giorni nostri) il bastone più pesante posseduto dallo Stato, la frusta più valida e letale è la legge antiterrorismo. Però, da dove proviene questa legge?

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La natura idealizzata [it]

propagacionanarquica.noblogs.org


Esiste una tendenza idealista, romantica e superflua, che si sta diffondendo sempre di più, di una presunta esistenza della natura immacolata, paradisiaca e verginale, mai toccata dall’essere umano e che deve essere preservata per non entrare in contatto con la nostra specie. Esistono molti, ma molti problemi, e riflessioni molto poco profonde su questa posizione di una natura vergine e immacolata.

Innanzitutto, dobbiamo renderci conto del contesto in cui viviamo attualmente: nell’Antropocene, nel quale L’ESSERE UMANO INDUSTRIALE ha provocato i maggiori cambiamenti geologici nel corso di 300 secoli, il cambiamento climatico ha cambiato radicalmente tutti gli ecosistemi del mondo. Cioè, l’essere umano industriale, con l’inquinamento delle acque, della terra e dell’aria, ha cambiato radicalmente in modo negativo tutti i biomi del pianeta, cioè, in tutto il mondo non esiste una natura immacolata – intatta -, tutti gli ecosistemi sono stati alterati dal cambiamento climatico.

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Italia: Aggiornamento sul processo d’appello contro il compagno anarchico Carlo da Genova (07/02/2018) [it]

Il compagno anarchico Carlo di Marco da Genova ci fa sapere che oggi, 7 febbraio, si è svolto il processo d’appello per apologia. Il P.M. ha chiesto 3 anni e 2 mesi. La sentenza sarà emmessa il 26 febbraio.

Ricordiamo che il compagno Carlo il 28 aprile 2015 ha subito una perquisizione effettuata dai R.O.S. indagato per “pubblica istigazione a commettere atti di terrorismo nonché pubblica apologia di un delitto di terrorismo, segnatamente istigazione a compiere azioni dirette (ossia atti violenti con finalità di terrorismo) nonché apologia del delitto di lesioni aggravate dalla finalità di terrorismo consumato in danno di Roberto Adinolfi in data 7 maggio 2012, e rivendicata in data 11 maggio 2012 dal Nucleo Olga/FAI-FRI”, in relazione al testo “A chi non si dissocia” (pubblicato sul sito informa-azione.info, e firmato col proprio nome) come risposta ai “Puntini sulle i”, ovvero alle dissociazioni che alcuni genovesi presero nei confronti di compagni Alfredo e Nicola, che attaccarono Adinolfi.

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Horror Vacui [en]

There are anarchists who run after uprisings on other continents wherever the spotlights of the media fall. There are anarchists who talk about “fortress Europe” and they don’t even know which States are part of the EU. There are anarchists who struggle against the borders and they don’t even know where the Schengen frontier runs. There are anarchists who, like “good white men”, see in the “dark-skinned” non-EU people potential comrades, and they don’t even notice that there are European non-EU people. There are anarchists who talk about internationalism and they don’t even know (or don’t give a fuck) what happens on their own continent. There are anarchists who express solidarity with all prisoners (or all political prisoners), as if the prison is really a correctional facility that automatically turns a human being into a better person (or a comrade/anarchist). There are anarchists who think of antifa as their comrades, as if the left-wing/extreme-left movements/parties are the lesser evil in an illusory revolutionary front. There are anarchists who get into the role of victims, just because they are a woman, gay, trans etc.., as if it is not enough to be “simply” a human being to be oppressed by the Power (as if this notion is
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Horror Vacui [it]

Ci sono anarchici che rincorrono le rivolte su altri continenti, ovunque si girano i riflettori dei media. Ci sono anarchici che parlano della “fortezza Europa” e non sanno neanche quali Stati europei fanno parte dell’UE. Ci sono anarchici che lottano contro le frontiere e non sanno neanche dove si estende la frontiera Schengen. Ci sono anarchici che, da “buon uomo bianco”, vedono negli extracomunitari “scuretti” dei possibili compagni, e non notano neanche gli extracomunitari europei. Ci sono anarchici che parlano di internazionalismo e non sanno neanche (o non frega loro un cazzo) cosa succede sul proprio continente. Ci sono anarchici che solidarizzano con tutti i prigionieri (o tutti i prigionieri politici), come se il carcere fosse veramente un luogo di correzione che automaticamente trasforma l’uomo in un essere migliore (compagno/anarchico). Ci sono anarchici che considerano gli antifa propri compagni, come se i movimenti/partiti di Sinistra/estrema Sinistra fossero un male minore in un illusorio fronte rivoluzionario. Ci sono anarchici che si calano nel ruolo di vittima, solo perché donna, gay, trans ecc., come se non basta essere un “semplice” essere umano per trovarsi oppressi dal Potere, come se questo concetto fosse
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Spagna: Sull’archiviazione dell’Operazione Piñata [it]

Come immaginiamo lo sapete già, recentemente è stato archiviato il processo aperto contro i compagni colpiti dallo Stato in operazione Piñata. Dalle pagine del nostro sito cerchiamo di pubblicare testi di analisi basati su ottiche anarchiche che contestualizzano come, in che modo e in quale contesto sociale, politico, economico... ecc. avvengono questi attacchi contro gli ambienti anarchici. In questa maniera cerchiamo di salvare le riflessioni dall’oblio e, di conseguenza, di dare spazio ad analisi di processi repressivi fuori da logiche vittimiste. Questo il
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Qualche riflessione sulla solidarietà [it]

Kairos, journal anarchiste, n. 2 – gennaio 2018

Come comportarsi di fronte alla repressione statale? Combatterla, diranno tutti gli animi in rivolta. Sì, ma appunto, qual è la differenza fra lottare contro questo mondo nel suo complesso, e quindi anche contro la prigione, ed esprimere solidarietà verso alcune persone precise, colpite dalla repressione statale (sapendo che questo secondo approccio, quello della solidarietà, non può essere separato dalla lotta complessiva contro questo mondo)?

Anche se desidero farla finita con la Giustizia, le prigioni ed ogni tipo di privazione della libertà, quindi desideri la libertà per tutte le persone incarcerate, io non sono solidale che di un’infima parte di queste. Sarei in effetti solidale con le persone che lasciano trascorrere il tempo, rassegnate, piegando la schiena di fronte al sistema penitenziario, oppure si adattano al meno peggio, cercando di ottenere qualche piccolo beneficio? Con le persone di merda, che si possono trovare in galera (esattamente come fuori)? Non idealizziamo i/le detenuti/e, in quanto vittime di una Giustizia odiata: molti di loro sono ben lungi dall’essere individui con i quali vorrei avere dei contatti.

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Sulla necessità d’attaccare [it]

Kairos, journal anarchiste, n. 2 – gennaio 2018

Piuttosto che sognare mattini radiosi, che lamentarmi del fatto che le masse non acquistano coscienza, che aspettare docilmente il prossimo movimento popolare che non arriva, nemmeno lui, preferisco di gran lunga soddisfare le mie pulsioni distruttrici contro tutto ciò che mi opprime e mi spossessa. Non voglio aspettare, nulla, nessuno, soprattutto quando degli amici scontano anni di prigione per essersi rivoltati. Perché agire quando altri insorti marciscono in galera mi fa bene, mentalmente e fisicamente, e so che anche a loro dà un po’ d’energia, nelle loro gabbie oscure. Sabotare le macchine che ti alienano, spaccare i vetri di una banca o di una assicurazione, incendiare un ripetitore, tutto ciò dà una boccata d’aria anche se sono solo (perché, come dice il proverbio, meglio solo che male accompagnato); vale la pena vivere momenti di questo tipo. La rivolta è la migliore terapia, poiché permette di farla finita col ruolo di vittima così spesso ricoperto dagli sfruttati e dagli oppressi, essa permette di mettere dei bastoni nelle ruote di questa società-prigione. È facile rimandare tutto a domani, aspettare che le “condizioni oggettive” siano riunite, prima di partire all’assalto del potere e dei suoi rappresentanti.

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Nothing is over, everything continues… [en]

Project of anarchist counter-information Fire On The Horizon:

For 5 years now our group of comrades has been involved in two projects that have striven to shed light in the darkness that is the ‘prison island.’ The original desire was to continue the legacy that anarchist-nihilist comrade Darko Mathers had begun with his own similar project. It was not our intention to copy or imitate, but to continue in our own way a much needed dissemination of anti-social, individualistic, nihilistic, anti-civilisation, insurrectionary anarchy along with a healthy influx of attacks that were not necessary linked to the anarchic circles but fitted within what can be done on this island of passivity. At moments we also included influences from comrades abroad to spread the anarchy of praxis but also to show limited international solidarity.

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Nulla è finito, tutto continua... [it]

Sito di contro-informazione anarchica Fire On The Horizon:

Per cinque anni il nostro gruppo di compagni era coinvolto in due progetti, che si sono impegnati a illuminare l’oscurità “dell’isola carceraria” [Regno Unito, ndt]. Il desiderio iniziale era di portare avanti il lascito che il compagno anarco-nichilista Darko Mathers aveva iniziato con propri progetti simili. Non era nostra intenzione di copiare o di imitare, ma di continuare a modo nostro l’indispensabile diffusione dell’anarchia anti-sociale, individualista, nichilista, anti-civilizzatrice, insurrezionale, assieme ad un sano afflusso di attacchi, non necessariamente connessi agli ambienti anarchici, ma appropriati a ciò che può essere fatto su questa isola di passività. In certi momenti abbiamo incluso anche influenze da compagni all’estero per diffondere l’anarchia d’azione, ma anche per esprimere una modesta solidarietà internazionale.

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Italia: Le grinfie di ENI e SNAM sul gasdotto che attraverserà l’Appennino [it]

La vicenda del gasdotto che ENI e SNAM vogliono erigere lungo tutta la catena appenninica è pressoché sconosciuta anche fra coloro che lottano contro la civilizzazione e contro le mostruosità con cui il capitalismo ogni giorno avvelena le nostre vite.

Vorremmo cominciare a parlare di questo tema, non per fare la solita lagna cittadinista, ma per stimolare la giusta rabbia.

A rendere difficile la trattazione dell’argomento ci hanno pensato i “capoccioni” della Snam che contribuiscono a fare confusione. In effetti questo “coso” non ha nemmeno un nome. L’appellativo istituzionale dell’opera è Rete Adriatica. Un nome ufficiale che non dice nulla, dato che il gasdotto passerà per l’Appennino e non per il mare. Non che se fosse passato altrove sarebbe stato meglio, per quanto ci riguarda. Per rovesciare la mistificazione in piena neo lingua orweliana che gli stregoni del metano cercano di instillare, pensiamo sia giusto chiamare il “coso” gasdotto Snam, così che sia chiaro sin da subito chi sono i responsabili di un’opera tanto nefasta. Il potere non è qualcosa di fantasmagorico, ci sono i responsabili: hanno un nome e un indirizzo. Nel caso di specie si chiamano ENI, la multinazionale della morte che in tutto il mondo innalza la bandiera dell’italico imperialismo, e SNAM, la grande ditta nazionale che si occupa delle arterie energetiche con cui alimentare la mega macchina industriale nella Penisola.

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Danimarca: Attacchi alla rete repressiva [it]

Sul seguente non ci possono essere dubbi: la società esistente è un buco nero di repressione capitalista. Ogni suo pezzo è collegato ad un altro, e agendo insieme formano il vortice di costanti input che incontriamo nelle nostre vite quotidiane. Non c’è nessuna possibilità di fuga, e nessuna “accettabile” richiesta che non sia contaminata da compromesso o riformismo. Questo significa che rimane solo la violenta resistenza insurrezionale, se desideriamo vivere liberi come esseri umani, se desideriamo liberare il pianeta dalla morsa di inquinamento industriale, e se desideriamo la libertà per tutte le specie che lo abitano.

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Visualizzare il nemico Alcuni contributi sulla violenza anarchica [it]

La violenza come strumento di lotta è stata utilizzata attraverso la storia da vari gruppi, tendenze e rivendicazioni. La violenza come tale non riguarda esclusivamente solo una posizione o visione politica. I materiali o gli strumenti utilizzati nelle sue espressioni non fanno perciò parte solo di una certa ideologia o visione.

Ance la violenza, come ogni altro strumento, acquista il suo colore, il suo significato, la sua legittimazione e la sua progettualità attraverso quelli che la realizzano. Il senso e il motivo della sua applicazione fanno ovviamente parte del corpo teorico e intenzioni di coloro che la utilizzano. E se la possono utilizzare, quindi, gruppi, visioni o tendenze diverse, inclusi gli antagonismi, allora diventa vitale far capire su quali idee si basa.

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Chiamata al Dicembre Nero [it]

Con l’anarchico Sebastian Oversluij nei ricordi, a quattro anni dalla sua morte in lotta in Cile, durante il tentativo di espropriazione di una banca nel dicembre 2013.

Con cuori ricolmi, ricordando il compagno anarchico Alexandros Grigoropoulos, a sette dal suo omicidio in Exarchia, Grecia, dai proiettili della polizia nell’anno 2008.

Per un Dicembre Nero!

Mentre il totalitarismo democratico e civilizzato avanza, espandendo i suo meccanismi di controllo e sorveglianza, devastando territori naturali, attaccando spazi liberati e dando la caccia agli insorti in tutto il mondo, imponendo punizioni e lunghe condanne di carcere contro i nemici del dominio.

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Italy: Sripta Manent trial (started on 16/11/2017) — Statement to the court by anarchist Alfredo Cospito [en]

(translated by act for freedom now!)


On 16/11/2017 the SCRIPTA MANENT trial began inside the bunker courtroom of ‘Le Vallette’ prison in Turin. Imprisoned anarchist comrade Alfredo Cospito read a long declaration. Alfredo was not present in court as he was subjected to video conferencing from inside the AS2 unit in the prison of Ferrara.

Declaration to the Court:


Benevento 14th August 1878- Turin 16th 2017

Malefactors on trial

The Union of Egoists is your instrument, it is the sword with which you increase your natural strength; the Union exists thanks to you. Society, on the other hand, demands much from you and it exists without you; in short, society is sacred, Union is yours; society uses you, the Union–you use it – Stirner

O, gentlemen, the time of life is short! .. An if we live, we live to tread on kings — Shakespeare, Henry IV

I regret every crime in my life that I haven’t committed, every desire that I have not satisfied – Senna Hoy

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Czech Republic: Call to Fight — Sabotage the Activities of Those Bastards! (11/2017) [en]

We see that the repressive campaign on the anarchist movement does not cease. Examples are enough: The operation Fénix case in the Czech Republic, the case of the Warsaw Three, charges of bank robbery in Aachen, courts with rebels against the G20 summit in Hamburg and other cases.

Cops, judges, prosecutors, mass-media. They are haunted, imprisoned, robbed, manipulated. This is a challenge to all Revolutionary cells and other groups and individuals. Sabotage the activities of those bastards. Turn them into terrain, technology and structures. Organize resistance. Support the fugitives and their loved ones.

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Panagiotis Argyrou (CCF-FAI/IRF)
L’insurrezione non può essere negoziata (11/2017) [it]

Il tempo è la malattia della realtà. In carcere, sembra che avveleni l’atmosfera. L’aria si ispessisce come fosse invasa da limatura di piombo, e giorno dopo giorno i nostri polmoni vengono infestati da questo ossigeno così tossico che ci pesa sempre di più con ogni giorno che passa.

Ti senti così oppresso che ad un certo punto inizi a pensare che ad ogni passo ti viene tolto un giorno di vita; ogni passo e un giorno in meno, ogni passo e un giorno in meno.

Durante questi quasi sei anni e mezzo della mia prigionia ho sempre avuto la sensazione di sprecare così tanti giorni mentre mi spostavo incessantemente avanti e indietro dai tribunali. Ho visto così tante volte ripetutamente lo spregevole rituale dei processi svolgersi in nome della Democrazia, e ogni singola volta me ne sono andato con la condanna di un pacco di decenni sulle mie spalle.

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325: Riflessione – Sito sospeso fino a primavera 2018 (26/11/2017) [it]

La contro-informazione anarchica e insurrezionale è un altro metodo di sovversione mirante all’attacco contro il paradigma dominante dell’esistente e il suo tentativo di controllare narrative e percezioni generalizzate. Essa è anche uno strumento per diffondere idee radicali e critiche, che possono contribuire e creare campagne di azione diretta a livello internazionale.

Il nostro progetto è solo un altro gruppo di una rete informale di contro-informazione e traduzioni, dove gruppi possono scambiare e comunicare. E’ da 12 anni che gestiamo questo sito, dove abbiamo contribuito alla guerra anarchica contro molti Stati e corporazione che ci voglio eliminare.

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Alfredo Cospito
Ready or Not... [en]

In these three years I was faced with choices which led me by the hand through a path fraught with crossroads and bifurcations.

Like on a minefield, I had to decide carefully where to step, with my pride and my self-respect at stake. The first choice I had to face with was whether I should continue to contribute, or let the prison overflow me, patiently waiting to get out. As limited as my situation is, I chose to continue to contribute through the written word. Once I made this decision I faced another crossroad: whether to confine myself — ecumenically — from this “high point” of my “status” (sic.) of a “revolutionary” prisoner — to bestowing blessings in each directions, applauding to every anarchist practice, paying attention not to make any enemies; or to use the weapon of critique, ever more harshly, trying to outline some analysis, to open some discourses. I chose the easier way (at least for me): openly push my critique to the extremes, at the cost of isolation (less letters, less information, less generic solidarity).

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Brasile: Sull’Operazione Érebo (11/2017) [it]

“L’Operazione Érebo” la terra si muove. Agitazioni e riflessioni anarchiche il vento soffia.

All’alba di 25 ottobre 2017, il cielo si è oscurato per gli anarchici di Porto Alegre. La Polizia Civile ha, con la cosiddetta “Operazione Érebo”, lanciato assalti e perquisizioni, riprese dai media locali e trasmesse dagli altoparlanti del sistema a massimo volume.

Da questa reazione di polizia, dallo spettacolo e strazio mediatico, e dall’agitazione nell’ambiente anarchico, mille e una necessità, urgenza, idea, impulsi e sentimenti ci hanno attraversato. Da questa riflessione nasce questa volontà di comunicare. Puntiamo la nostra determinazione contro il nemico e consolidiamo il passo con quelli che vivono l’anarchica nelle sue posizione e pratiche.

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Italy: Statement of anarchist comrade Gioacchino Somma — Start of the “Script Manent” trial (16/11/2017) [en]

To the Court of Turin

Today, as well as for all the future hearings of this trial that sees me accused along with my brothers, sisters, but above all anarchist comrades, I will not give you the satisfaction of seeing my face in a courtroom of this tribunal.

I have never gone to the courtrooms where my funeral was being prepared in the past and I will not do so now!

I am anarchist, individualist, anti-authoritarian and above all I am for the insurrection, which has as one of its primary goals that of destroying places of death like this one and the prisons.

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Italy: Text by anarchist comrade Afredo Cospito from Ferrara prison (2016) [en]

With 30 years of charges on my back, it may seem absurd to feel the need to communicate projects and considerations. With the insistent censorship that distorts everything I write and say, it may seem stupid and mad to continue to resolutely communicate and write considerations lending themselves to censorship. I need such stupidity and madness to feel still alive and participating.
I have only one choice, back to the wall: continuing struggling, continuing with every means at my disposal.

I got inspiration to write this text from the prosecutor Sparagna [in charge for Scripta Manent]; in his solitary “interlocutory — monologue” he claimed with ill-concealed embarrassment that he got us by process of elimination, by the “scorched earth” that the anarchist movement in Italy made around us. Is it possible that the anarchist movement here in Italy sank so low as to not feel empathy with comrades caught in a grip of repression, to think of us as a foreign body?
The truth can not be found in the “specious” and stupid logic of a prosecutor from Turin. The truth is hidden in the folds, in different expressions of solidarity that have been addressed to us, in the opportunity that even a wave of repression such this one could give us. This is apparent from many actions expressing solidarity across the globe to us, this is apparent from a few but significant solidarity statements that we received. At first glance these statements may seem like the usual solidarity for appearances’ sake, but at my eyes they become fully meaningful.
Maybe because of their origins, comrades with different projects, despite everything, were profoundly, directly, touched. Maybe because all these comrades are in some way part of this anarchism of praxis that keeps anarchy alive and kicking, and well reacting across the globe. For this and for many other reasons, those words of solidarity are no small things and can become an opportunity, especially if they can go beyond the repressive matter.

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Italy: Declaration of anarchist comrades Claudia and Stefano facing Trial as a result of Operation ”Scripta Manent” (16/11/2017) [en]

We find ourselves facing you in order to be judged. Guilty or innocent? But what are we accused of? In the thousands of pages produced by the prosecutor, over twenty years’ history of anarchist struggle in Italy are covered and not only, specific facts are mentioned to back up suppositions and conjecture, but in fact what do you want to convince yourselves of with all that mountain of paper? You want to convince yourselves that we are anarchists. That we don’t passively accept the system that governs us, the inevitability of man’s domination over man and nature. They are asking you to condemn the love that unites the human beings who share the unstoppable desire for freedom bound by their common contempt for authority. If that’s why we are here let’s put an end to this farce before it begins. We are guilty.

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Torino [Italia]: Inizio processo “Scripta Manent” – Dichiarazione del prigioniero anarchico Alfredo Cospito (16/11/2017) [it]

Il 16/11/2017 è iniziato il processo SCRIPTA MANENT, all’interno dell’aula bunker del carcere “le Vallette” di Torino, il compagno anarchico prigioniero Alfredo Cospito ha letto una lunga dichiarazione. Alfredo non era presente in aula, in quanto sottoposto a videoconferenza dall’interno della sezione AS2 del carcere di Ferrara.

Dichiarazione di Alfredo:


Benevento 14 agosto 1878 – Torino 16 novembre 2017

Processo ai malfattori

“L’unione è solo un tuo strumento, è la spada con la quale accresci a acuisci la tua forza naturale; l’unione esiste grazie a te. La società, invece, reclama molto da te ed esiste anche senza di te; insomma, la società è sacra l’unione è tua propria; la società ti utilizza, l’unione la utilizzi tu” – Stirner

“Signori, il tempo della vita è breve… se viviamo, viviamo per calpestare i re” – Shakespeare, Enrico IV

“Mi dolgo di ogni crimine che nella mia vita non ho commesso, mi dolgo di ogni desiderio che nella mia vita non ho soddisfatto” – Senna Hoy

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