Czech Republic: How long will last the exploitation of prisoners by the police and courts? [en]

If there’s somebody forced to work for somebody else under the threat of violence, it’s something that we usually call enslavement or exploitation. However, if Czech police and courts use this practice, they call it differently: preparation of the convicted for their jobs and helping the state. There’s no point in arguing about appropriate words, where it’s obvious that the state institutions are committing organized crime on the prisoners. The point is to make these crimes stop.

To make clear what crimes I’m talking about, I’ll first give the word to the officials of Všehrdy prison. On the prison website they write: ”With the end of the year approaching, we would like to inform our fellow citizens about the fact, that the prisoners from Všehrdy prison have participated in recovery of the property of different state and municipal institutions in our region during the whole year completely free of charge, in the form of the so-called extramural working activities. …(…)… They, for example, painted the administrative building of shooting range for the Police of Czech Republic, fixed the terrain around the shooting range, removed the invasive trees, repaired and built new target equipment and pruned trees around the driveway. They facilitated moving of the police school and moving and assembling the furniture for the Police of Teplice. And, like in the last year, they painted the area of the District court in Chomutov and moved the furniture.”

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Carcere di Colonia [Germania]: Lettera dell’anarchica Lisa per le giornate anti-carcerarie di Berlino (10/2017) [it]

(Lettera della compagna incarcerata a Colonia per la rapina di una banca ad Aquisgrana, come contributo alle discussioni anti-carcerarie tenutesi a Berlino da 6 a 8 ottobre 2017)

Non esiste sicuramente alcun altro luogo come il carcere dove l’ingiustizia, lo sfruttamento e l’oppressione sono così accentuati. Anche se vien detto che certe cose nelle carceri sono apparentemente migliorate o rese più flessibili in confronto al decennio precedente, questo non si avverte assolutamente nel regime di detenzione classica. Spesso le condizioni nelle numerosi prigioni sono addirittura ben peggiori rispetto a dieci anni fa, ad esempio. Di solito c’è solo un’ora di aria al giorno, con un po’ o anche nulla di lavoro, possibilità incredibilmente limitate di comunicare con il mondo esteriore (soprattutto in custodia cautelare), un’assistenza medica disastrosa, una negligenza verso i detenuti che soffrono di malattie psichiche e mentali, enormi difficoltà per gli stranieri, per le persone che non parlano tedesco o che sono analfabete, cioè la maggior parte di persone detenute. Inoltre, non ci sono praticamente possibilità di apprendimento, di formazione continua o di attività, e sempre più sbarre e “misure di sicurezza”.

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Berna [Svizzera]: Sabotata l’azienda Implenia, costruttrice di un nuovo centro di detenzione di Bässlergut a Basilea (07/11/2017) [it]

Nella notte tra il 6 e il 7 novembre sono state incendiate due vetture e un macchinario da costruzione dell’azienda Implenia, nel quartiere di Lorraine a Berna.

Questo incendio è avvenuto nel contesto della lotta contro il cantiere di ingrandimento del carcere di Bässlergut (centro di detenzione) a Basilea, ma anche della lotta contro il sistema carcerario e la lotta contro la macchina di espulsioni in generale.

Implenia partecipa a questo cantiere di ampliamento del carcere e contribuisce a un numero sempre maggiore di persone detenute e spesso deportate.

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Montreuil (Seine-Saint-Denis) [Francia]: Noi selvaggi (01/10/2017) [it]

Noi selvaggi, vivere nel fondo di foresta.
Noi tranquilli, noi ammirare stelle, noi mangiare arachidi (cacciatori-raccoglitori vegan a Parigi: un casino!).
Un giorno, noi visto fumo barbecue alla salsa di uniformi blu, in Quai Valmy. Noi contenti.
Noi visto repressione: noi grrrr. Mai noi amato comportamento chiaro e coerente di fronte a giustizia di Kara e Krème.
Noi visto anche fumo gendarmerie limoges e grenoble: noi detto wow! Noi detto: pure noi!
Noi imparato fuoco (sì, noi radicalizzati su internet: nessuno perfetto).
Ieri sera [domenica 1 ottobre; NdT], sotto cielo senza stelle, noi bruciato furgone Derichebourg [grande impresa francese di servizi, pulizia ed interim; NdT] (schifezze che lavorano nelle prigioni), rue Pasteur, Montreuil-sous-Bois. Noi un po’
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Marsiglia [Francia]: “Meno braccialetti, più correnti d’aria!” (11/09/2017) [it]

“Meno braccialetti, più correnti d’aria!”, si poteva leggere sui gradini d'ingresso degli uffici interregionali del Servizio Penitenziario d’Inserimento e di Libertà Vigilata (S.P.I.P) nella mattina di 11 settembre.
Sono stati spaccati tutti i vetri sulle due entrate situate in via Négresko e in via Paulet, questo luogo infame sarà stato meno stantio del solito.
Con il pensiero al processo che inizia domani a Parigi. Complicità con quelli e quelle che non fanno un passo indietro.
Dalle banche alle macchine di sbirri, passando per i luoghi dei fascisti, c’è così tanto da distruggere...

martello e martello

Parigi [Francia]: Singing in the rain (14/09/2017) [it]

Progetto di costruzione di 33 nuove prigioni. Inaugurazione imminente della Città giudiziaria (quartiere di Batignolles). Lo Stato sta rafforzando il suo apparato repressivo con il pretesto di umanizzare la prigionia, del controllo nelle sue muolteplici forme e della macina giudiziaria.
Tuttavia, gli ingranaggi della macchina detentiva e giudiziaria non sono irraggiungibili. Qualche ricerca e il desiderio di agire possono allontanare la paura e l’impotenza.
E perciò, nella notte tra 13 e 14 settembre, abbiamo spaccato i vetri degli uffici dell’associazione Comunicazione Inserimento Formazione Apprendistato, situati in via Carrières d’Amérique 18, lasciando la scritta “Investigatori sociali collaborazionisti di sbirri”. La CIFA [acronimo dell’associazione, ndt.] già da molto tempo collabora con la Direzione Interregionale di Servizi Penitenziari di Parigi, realizzando una fusione, qualche anno fa, con l’Associazione di Politiche Criminali Applicate e di Reinserimento Sociale (APCARS), che conduce inchieste sociali per conto dei giudici.
La stessa sorte è toccata anche ai vetri dello studio di architetti Canale 3, in viale Darius Milhaud 76, parimenti
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Basilea [Svizzera]: Due notti consecutive di incendio contro il mondo di autorità (03/09/2017) [it]

[Nel corso di due notti consecutive a Basilea, le fiamme hanno incendiato i veicoli di questo mondo di controllo e autorità. Nella notta tra sabato e domenica di 3 settembre, una macchina di sbirri in borghese è stata incendiata nella via General Guisan. L’attacco è stato rivendicato su Barrikade.info. Poi, nella notte tra domenica e lunedì 4 settembre nella via Johanniter, un veicolo dell’azienda, probabilmente della società Swisscom, è andato in fumo. Questo secondo incendio, per adesso, non è stato rivendicato].

Incendiata autocivetta della polizia Basilese
Questo incendio è legato anche alla lotta contro l’ingrandimento [del carcere] di Bässlergut. Secondo noi, il ruolo di polizia precede quello delle grosse aziende di costruzione: è questa che, con controlli razziali, dà la caccia alle persone per strade e riempie le carceri.
Niente più sbirri! Niente più controlli di polizia!
Pur un autunno caldo!

Basilea / Zurigo [Svizzera]: Sabotaggi incendiari contro i collaborazionisti del futuro maxi-carcere di Bässlergut (08/2017) [it]

Zurigo: I macchinari sul cantiere dell’azienda Implenia sono stati incendiati all’alba di giovedì 17 agosto 2017. Poco prima delle 5, le fiamme sono divampate nel cantiere di “Greencity” a Leimbach, Zurigo. Due escavatori di questa azioneda che collabora alla ristrutturazione del carcere di Bässlergut sono stati completamente distrutti dalla fiamme, mentre un altro macchinario è stato danneggiato. Gli sbirri e la stampa locale sono formali: “i macchinari non hanno preso fuoco a causa di un guasto tecnico, l’incendio è di natura dolosa”. I danni materiali ammontano già a diverse centinaia di migliaia di franchi svizzeri. Marco Cortesi, il portavoce della polizia di Zurigo, ricorda tra l’altro gli incendi avvenuti in estate e in primavera sempre a Zurigo (l’incendio di un macchinario Implenia all’inizio agosto, e quello di un furgone dello stesso costruttore in giugno). Ma al fine di trovare gli autori di questi incendi recenti, gli investigatori dicono che stanno esaminando altre piste e rammentano anche altri sabotaggi incendiari che hanno colpito le infrastrutture nella regione, come ad esempio il cantiere del futuro centro di giustizia e di polizia all’inizio luglio 2017, e un ripetitore, utlizzato come
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Parigi [Francia]: Furgone di Eiffage a fuoco (08/2017) [it]

Parigi, rue Compans. Questa notte abbiamo incediato un furgone di Eiffage, costruttore di prigioni. Scommettiamo che stanno già mirando al lucroso mercato delle trentatré nuove prigioni [che lo Stato francese prevede di costruire nei prossimi anni; NdT]. Siamo impazienti. Delle masse ce ne freghiamo. Le classi... mai piaciuta la scuola. All’illusoria Grande sera [della Rivoluzione; NdT] preferiamo le ore piccole – incendiarie.
Vogliamo mandare un sorriso complice agli incendiari di Bar-le-Duc, di Tolosa, della Drôme e di ogni luogo.
Un pensiero per Kara e Krem, per i compagni recentemente imprigionati in Italia (e quelli e quelle in prigione per l’Operazione Scripta manent), per Riccardo...

Libertà per tutte e tutti!
Viva l’anarchia!

(tradotto da guerresociale)

Tolosa [Francia]: Fiamme solidali (06/08/2017) [it]

Nella notte tra 5 e 6 agosto abbiamo incendiato a Tolosa un camion della SPIE, azienda che tra altri mali costruisce anche carceri.
Con questo modesto atto vogliamo inviare un messaggio di solidarietà a dei compagni anarchici.
In primo luogo agli 8 compagni arrestati in Italia questo 3 agosto, nell’inchiesta su due attacchi (uno contro una libreria di Casapound dove uno sbirro perse mano e occhio nel tentativo di disinnescare l’ordigno, e l’altro contro una caserma di carabinieri), e a molti altri nelle altre inchieste antiterrorismo.
Ai due compagni ancora in custodia cautelare per il caso del quai Valmy, col crescente isolamento (soprattutto a causa del blocco della posta).
Nonostante il tono seccante della sua dichiarazione, vogliamo ugualmente esprimere il nostro sostegno a Damien, il quale uscito da galera continua ad essere bersaglio della repressione.
Libertà per tutti

Arson Lupin

Bruxelles [Belgio]: Aggiornamento sul caso degli anarchici indagati per terrorismo (01/08/2017) [it]

Il 1° agosto 2017, la Camera di Consiglio di Bruxelles ha deciso di cosa saranno accusati gli 11 anarchici indagati. Prima che la decisione fosse stata emessa, già circolava un comunicato stampa del dipartimento di giustizia. Gli articoli che sono seguiti nei media principali contenevano solo errori, mescolando questa indagine con l’ultima incentrata sulla lotta contro il maxi-carcere, riferendosi ai fatti avvenuti fuori dal periodo relativo a questa indagine, e infine totalmente erronei sulle accuse che finalmente erano arrivate in Camera di Consiglio.
Innanzitutto, la Camera ha abolito in tutti i casi l’accusa di terrorismo. Sia come fattore aggravante, dove l’Ufficio Federale di Procura l’aveva allegato ad un reato specifico, che come accusa di partecipazione in un gruppo terrorista. La Camera poi ha cancellato certe accuse che considerava non sostenibili per mancanza di prove sufficienti, per giustificare il loro rinvio al processo, incluse le accuse di attacco alla stazione di polizia di Marolles, di incendio di alcune macchine dei secondini sul parcheggio del carcere di Ittre, di fabbricazione di false buste paga, di saccheggio nei supermercati, di incitazione a commettere reati terroristi (riqualificato prima come “incitazione a reati gravi e minori”, mai poi respinto a causa della sua prescrizione).
Dall’altra parte, la Camera di Consiglio ha riformulato la “partecipazione in un gruppo terrorista” in “associazione creata con lo scopo di attaccare persone o proprietà attraverso la perpetrazione di reati gravi o minori” (9 persone accusate). Questo ha trasformato l’accusa di “capi di un gruppo terrorista” in “provocatori o capi banda di un’associazione creata con
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Francia: Senza intenzione di rimanere docili (06/2017) [it]

All’inizio di giugno, da qualche parte in Francia,
è stato collocato un congegno incendiario sotto ognuno dei tre furgoni della Enedis, stazionati sul parcheggio dell’azienda. Eravamo un po’ di fretta per la serata karaoke, quindi non avevamo tanto tempo per fermarci a guardarli bruciare, ma speriamo di aver avviato un bel falò. Il congegno era di facile fabbricazione: un buona quantità di benzina dentro una bottiglia, un pezzo di accendi-fuoco e una stellina pirotecnica (amen) per ritardare l’accensione ed andarcene tranquillamente.
Allora, l’Enedis è stata presa di mira perché volevamo creare un’eco, come un ritorno di fiamma dopo i 12 veicoli bruciati a Grenoble. Sia l’azione che il comunicato hanno scaldato i nostri cuori.
Ci sono a migliaia di motivi per attaccare questa struttura. Come ci sono a migliaia di altri obiettivi che potevano essere attaccati per sprigionare la nostra rabbia per una notte. La cosa più complicata non è la scelta, ma la coerenza.
Un pensiero solidale per gli insorti sotto repressione. Sia da giudici che da secondini, da fidanzati o da genitori, da assistenti sociali che dagli etero... Senza intenzione di rimanere docili davanti agli ordini!
Sembra che giugno sarà pericoloso. Perché siamo solo all’inizio.

Alcuni di quelli che hanno il prurito

Montreuil – Seine-Saint-Denise / Parigi [Francia]: Abbasso tutte le prigioni! (09/06/2017) [it]

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Venerdì mattina, 9 giugno, in via Dolorès Ibarruri a Montreuil, nella sede di Egis, che tra l’altro collabora anche alla costruzione di carceri a Reau e a Roanne...

- Ah, merda, ci hanno spaccato i vetri...
- Te l’avevo detto che dovevamo smettere di costruire le galere!

* Solidarietà con gli accusati della macchina di sbirri bruciata il 18 maggio 2016

Zurigo [Svizzera]: Attacco incendiario contro un noto collaboratore del futuro maxi-carcere di Bässlergut (20/06/2017) [it]

Nella notte di 20 giugno è stato collocato un ordigno incendiario sotto un furgone dell’azienda IMPLENIA. IMPLENIA è coinvolta nel cantiere per l’ingrandimento del carcere Bässlergut di Basilea. Tutte le aziende, istituzioni e individui che pianificano, costruiscono e gestiscono campi e prigioni sono corresponsabili nel mantenimento di strutture repressive.
Questo incendio è anche in solidarietà con la compagna anarchica condannata per rapina di una banca ad Aquisgrana e con tutti compagni colpiti nell’operazione “Scripta Manent” in Italia.

Per altri splendidi incendi notturni!
Per la distruzione della società carceraria!

UK: Carcere di Channel Islands per primo utilizza i “disgregatori” per creare “scudo” anti-drone [it]

Il carcere delle Isole del Canale è il primo al mondo ad utilizzare un nuovo sistema tecnologico repressivo, disegnato per fermare il volo dei droni sopra i muri di cinta, che buttano il contrabbando in carcere.
Il dispositivo crea uno scudo di 600 m attorno e sopra la prigione, che rileverà e devierà gli apparecchi a controllo remoto. Esso utilizza una serie di “disgregatori”, cioè sensori che disturbano il computer del drone, bloccando le sue frequenze e protocolli di controllo. Lo schermo dell’operatore si oscura e il drone viene respinto al punto di provenienza.
Il nuovo sistema, chiamato Sky Fence [recinto del cielo, ndt], è stato installato nel carcere di Les Nicolles sull’isola di Guernsey, dove saranno collocati circa 20 “disgregatori”, sia lungo il muro che nel suo interno. Il carcere delle Isole del Canale inizialmente voleva istallare un sistema di rilevamento droni, ma ha fatto un passo avanti installando una tecnologia che blocca i droni in volo.
Sky Fence è stato creato dalle
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Francia: Lettera di Damien dalla prigione di Fleury-Mérogis (18/05/2017) [it]

Siamo al 18 maggio, data della mia liberazione condizionale, ma sono sempre dentro, e ci resterò.
Il magistrato di sorveglianza, Catherine Ardaillon, sindacalista di sinistra, militante al tribunale di Evry e alla prigione di Fleury-Mérogis per la generalizzazione delle pene alternative, ha infatti decretato che, comunque, per dei casi come il mio, per fortuna che ci sono le prigioni e che quindi non se ne parla di una pena alternativa per me.
A differenza dell’ultima pena che ho scontato [per tre attacchi incendiari/esplosivi avvenuti nel sud della Francia fra fine 2013 e inizio 2014, rivendicati come GADI (Groupe d’action directe international – Gruppo d’azione diretta internazionale); NdT] , non sono sottoposto alla legislazione antiterrorista, ma nei fatti questa mi viene applicata.
Ecco perché la domanda di uscita per un giorno, per poter andare a un colloquio di lavoro (cosa che, a priori, non può essere rifiutata a fine pena), che ho dato alla mia consigliera del Servizio penitenziario d’inserzione e di prova, la signora Jean-Baptiste, si è miracolosamente trasformato in una semplice domanda di “permesso per mantenere i legami familiari”, in modo che potesse essere rigettata dal Magistrato di sorveglianza Catherine Ardaillon.
Da qualche settimana, mi toccano numerose perquisizioni, perquise della cella, perquise della persona, etc. Non hanno trovato nulla fino a che un informatore (che mi era per forza molto vicino, per dare un’informazione così precisa) ha detto loro dove nascondevo le mie carte telefoniche SIM. Qualche giorno fa hanno quindi trovato 3 SIM nascoste all’interno di un pacchetto di cartine per tabacco nuovo. Le SIM erano intercalate fra le cartine al fondo del pacchetto. Durante la mia perquisizione, la guardia ha avuto un riflesso che ha tradito il fatto che hanno un informatore: subito prima della perquisa, quando svuotavo le tasche prima di svestirmi, ha immediatamente preso i miei due pacchetti di cartine per metterli da parte, mentre sembrava disinteressarsi del resto. Sapevo che ero fritto e, infatti, alla fine della perquisa, mi ha detto : “e là non c’è nulla?” poi ha tirato fuori tutte le cartine una ad una fino a trovare le SIM.
I giorni successivi, alcuni detenuti con cui sono in contatto hanno subito delle perquise dello stesso tipo.
Ieri sera, il 17 maggio, un gruppo d’intervento degli ERIS ha fatto irruzione nella mia cella intorno alle 20. Per quelli/e che non conoscono gli ERIS, sono dei gruppi di intervento [dell’Amministrazione penitenziaria; NdT] che hanno seguito la stessa formazione dei GIGN, del GIPNe del RAID [forze speciali della Gendarmerie, il primo, e della polizia, gli altri due; NdT], super-allenati e super-equipaggiati con diverse protezioni simili a quelle dei CRS [la Celere francese; NdT], giubbotti antiproiettile, scudi antiproiettile e passamontagna sotto il caso per non essere riconosciuti, guanti rinforzati, proteggi-tibia, etc. Sono di solito armati di manganello e flasball, con il quale tirano a distanza ravvicinata, evidentemente, visto che una cella non misura più di 9 m².
Bon, quindi ci hanno presi e buttati nel corridoio, messi faccia al muro con le mani sulla testa, poi messo le manette. Siamo poi stati tirati, il mio codetenuto ed io, ognuno in una diversa stanza di perquisizioni. Per la continuazione, conosciamo la musica: perquisizione integrale ben dura, con la particolarità, questa volta, che uno di loro
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Parigi [Francia]: Bye Bye Spie Batignolle (11/06/2017) [it]

Incendio di un furgone della Spie Batignolle [grande impresa di costruzioni ; NdT] in solidarietà agli/le anarchici/che imprigionati/e.

Ai primi bagliori dell’alba di questa domenica, i festaioli che tirano fino a tardi hanno potuto notare degli altri bagliori: un furgone della Spie Batignolle bruciava in boulevard Chanzy, fra Montreuil e Bagnolet [periferia est di Parigi; NdT] (sì, sì, è possibile anche su un viale: basta scegliere il momento buono!)
Spie Batignolle costruisce delle prigioni. Abbiamo incendiato il loro furgone pensando a Damien, a Kara e a Krème.
Ai/le compagni/e imprigionati/e in Italia per l’operazione Scripta manent.
A tutti/e gli/le altri/e.
Libertà per tutti/e!
Solidarietà anarchica, per un giugno pericoloso!

(tradotto da guerresociale)

Toulouse [Francia]: Incendiato veicolo di Eiffage in solidarietà con gli anarchici detenuti [it]

Oggi ero incazzato.
Incazzato per la condanna di 7,5 anni di carcere inflitta alla compagna anarchica accusata di esproprio di una banca ad Aquisgrana.
Incazzato nell’apprendere che i giudici hanno deciso di mantenere Kara e Krème in detenzione preventiva.
Una bottiglia di gel idroalcolico svuotata sulla ruota anteriore e un accendino sono bastati ad incendiare un veicolo della Eiffage, azienda costruttrice di gabbie, che rappresenta il motivo della mia collera.

Solidarietà anarchica, per un giugno pericoloso

Pantin (Seine-Saint-Denis) [Francia] : Combustione VS reinserzione (29/05/2017) [it]

Nella notte tra 28 e 29 maggio abbiamo incediato due veicoli sul parcheggio della società Atout Bois (49 avenue Anatole France) e fatto le scritte “Il lavoro non rende liberi” e “Fotti la giustizia” sul muro a fianco.
Se crediamo alle sue intenzioni, questa impresa, amministrata dalla PJJ [Protezione giuridiaria della gioventù – l’ente statale che rimpiazza l’Amministrazione Penitenziaria per i minorenni; NdT] protegge e accompagna i giovani caduti nelle grinfie della Giustizia.
Obbedisci a un padrone, sottomettiti alla gerarchia, rispetta l’autorità, resta sul sentiero della legge, accetta la presa di un giudice sulla tua vita: l’avvenire radioso del salariato si apre davanti a te.
Arrangiati da solo, rifiuta le regole che non hai scelto, rifiuta di essere un anello al fondo della catena di produzione, di essere sfruttabile a volontà, ribellati e, di comune accordo, questi benevoli tutori della tua vita (giudici, educatori, padroni) ti spalancheranno le porte del penitenziario.
Il lavoro e la prigione sono due colonne essenziali del controllo sociale, necessari alla
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Basilea [Svizzera]: Bruciato furgone di azienda costruttrice di carceri (16/05/2017) [it]

L’azienda “Implenia” si arricchisce grazie alla costruzione di un carcere a Basilea. In questo ultimo periodo numerosi veicoli della Implenia non sono stati in grado di arrivare in tempo voluto al cantiere perché c’è stata una fuga di aria dai loro pneumatici.
Nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 abbiamo completamente ritirato dalla circolazione un furgone della stessa azienda, incendiando a dovere la parte posteriore dei veicolo. Questi attacchi contro l’azienda di costruzioni fanno parte della nostra lotta contro l’ingrandimento del carcere di Bässlergut e contro tutte le prigioni esistenti. Non abbiamo nessuna compassione per coloro che traggono profitto dal carcere.

Italia: Sulla lotta del compagno Davide Delogu, anarchico sardo prigioniero dell’Italia Stato [it]

É di pochi giorni fa la notizia da noi pubblicata sul sito di Croce Nera Anarchica, del tentativo di evasione messo in atto dal compagno anarchico sardo Davide Delogu, conclusosi con i mitra delle guardie puntati sulla sua faccia. Abbiamo appreso la notizia dalla telefonata che Davide svolge settimanalmente con la sua famiglia.
Davide ci comunica che si trova in isolamento totale dal primo maggio, e che gli verrà applicato nuovamente il 14bis (sei mesi di isolamento costante con l’applicazione della censura su tutta la corrispondenza).
Questo tentativo di evasione, spiega Davide in una lettera personale nei miei confronti a cui ha allegato anche un documento, è una Azione Diretta parte della campagna per l’autoliberazione che ha deciso di lanciare con i fatti il primo maggio.
Supporto incondizionato a tutti i compagni anarchici e le compagne anarchiche, che senza riguardo, si battono dignitosamente.
Supporto allo sciopero della fame del compagno anarchico prigioniero Alfredo Cospito.
Supporto alle scelte anarchiche rivoluzionarie del compagno anarchico sardo Davide Delogu.
Complicità e affinità con i compagni anarchici della redazione del giornale anarchico Vetriolo, che pochi giorni addietro si sono espressi in solidarietà ad Alfredo Cospito.
Sempri pro s’anarkia! Sempri Ainnantis!

Omar Nioi anarchico sardo – r. di C.N.A.
12/05/2017


COMUNICATO DEL DENUTO ANARCHICO COMPAGNO DAVIDE DELOGU:

Presoni e Brucoli, 25 Aprile 2017

MINE NON VAGANTI (...FORSE...)
Siamo Anarchici in galera, chi da anni, chi da meno, e combattiamo quotidianamente la guerra contro la dominazione, faccia a faccia col nemico, dentro le loro gabbie. Conviviamo il rifiuto e il disprezzo, scontrandoci con l’autorità carceraria e il suo disciplinamento sbarrocratico ogni giorno.
Siamo perciò mine che non vagano (per ora...), le cui deflagrazioni, come i fatti recenti e passati insegnano, creano scompiglio, danni materiali e la frantumazione della logica carceraria (che in quanto anarchici è già stata demolita!). Trasmettendo certamente importanti stimoli vitali d’azione all’interno di una complessa palude desolante, per viversi la propria anarchia, qui, ora, subito!
Nel mio continuare a viverla come
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Italy: Anarchist journal “Vetriolo” — Solidarity with imprisoned anarchist comrade Alfredo Cospito on hunger strike (05/05/2017) [en]

On May 3th, the anarchist Alfredo Cospito — prisoner in high security regime AS2 of Ferrara prison for the kneecapping of Adinolfi, CEO of Ansaldo Nucleare, and recently recipient of another arrest warrant for the operation “scripta manent” — started a ten-days hunger strike against the censorship that blocks most of his incoming and outgoing correspondence. Alfredo is asking comrades to send lot of books, magazines, letters to support his hunger strike and break the isolation dictated by prison censorship.
The prosecutor Sparagna from Turin is imposing the censor against the comrades imprisoned for operation “scripta manent”. In the last few months the censorship has become more stringent, and a lot of correspondence is systematically censored and blocked; books, magazines and any kind of stuff sent him almost never reach the destination. The censor struck also a text that Alfredo sent us in December, to be published in “Vetriolo”. In the same way an Anna’s text, for another publication, was seized in January. At the same time, not one single copy of our journal reached Alfredo and other prisoners: seized by guards, or frequently simply disappeared.
It is clear that if isolation against comrades becomes more intense and so pressing is also, and above all, because of the censorship and the blocking of correspondence. It is clear that the power can not tolerate that comrades contribute to the discussion between rebellious and enemies of authority. The miserable work of spying and the censorship are systematically intensified because the power presumes and imagines that it can annihilates and silences the anarchists in its prisons.
It is necessary therefore make a brief analysis of this odious tool of
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Bagnolet [Francia] : Fuoco solidale (30/04/2017) [it]

Ieri sera, domenica 30 aprile, rue de la capsulerie a Bagnolet [prima periferia di Parigi, NdT]

Abbiamo incendiato un furgoncino di Vinci, costruttore e gestore di prigioni, autostrade, CIE e altri aeroporti. Un furgoncino della Sodexo (gestisce le mense in molte prigioni), una macchina della Engie (la cui filiale Gepsa è un partner privilegiato nella gestione delle prigioni) e una della JCDecaux (che, in più di imporci delle pubblicità ad ogni angolo di strada, sfrutta i prigionieri facendo loro riparare le Velib’ [biciclette in libero servizio dell’agglomerazione parigina; NdT]) ci hanno fatto l’occhiolino, ma in mancanza di diavolina abbiamo bucato loro le gomme, sempre nelle strade di Bagnolet. Ritorneremo, meglio attrezzati...

Un cucù solidale ai/le compagni/e in prigione a causa dell’incendio della macchina degli sbirri il 18 maggio scorso (presto sarà un anno!) e a Damien, accusato di aver attaccato un concessionario Jaguar, un ufficio di collocamento, un supermercato Franprix e una Camera di commercio e dell’industria durarante la manifestazione spontanea distruttrice del 14 aprile.

Né Le Pen, né Macron, né patria, né padroni, né mariti né genitori, rivoluzione!

(tradotto da guerresociale)

Bruxelles [Belgio]: Solidarietà nella sommossa (17/04/2017) [it]

Incendio solidale con la rapina di Aachen

Ieri sera [lunedi 17 aprile, NdT] a Bruxelles abbiamo incendiato un camion della BAM (ditta che costruisce delle prigioni).
Delle fiamme solidali per le compagne accusate di rapina a Aachen.

Solidarietà nella sommossa.

(tradotto da guerresociale)

Carcere di Fleury-Mérogis [Francia]: L’aggiornamento sulla situazione dell’anarchico Damien (05/04/2017) [it]

Il compagno anarchico Damien, detenuto a Fleury-Mérogis, ci informa che gli sono state notificate due indagini interne. Una relativa a dei manifesti anti-elettorali (“Non andremo a votare” e “Per farla finita con l’illusione della democrazia”, vedi qui) affissi sul muro del cortile carcerario, e l’altra riguardante un sabotaggio effettuato su una catena di produzione nelle officine del carcere (dove, attraverso i fornitori come Iccub, vengano confezionati i prodotti di varie marche come Hachette, Bourjois Parfums, Yves Rocher, Post-it...). Altri tre detenuti sono stati accusati di questo sabotaggio.
In solidarietà con loro sono apparse delle scritte sui muri del cortile carcerario: “Fuoco alle carceri” e “Secondino suicidato mezzo perdonato”.
Il compagno e gli altri presunti sabotatori sono al momento in attesa di eventuali procedimenti penali.
Il compagno ci fa anche sapere che i manifesti hanno suscitato un grande interesse tra i detenuti, che condividono l’approccio sovversivo.
Già da parecchio tempo la posta a Damien arriva con grande ritardo. Le lettere gli arrivano a ondate, tutte assieme, con minimo tre settimane dopo essere state inviate. Allo stesso modo, le lettere da lui scritte subiscono settimane di ritardo. Quindi, nessun
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