Genova [Italia]: Incendiato ripetitore (13/03/2018)
Viviamo in una realtà dove essere connessi è fondamentale se si vuole rimanere al passo coi tempi e vivere al ritmo, nevrastenico, che la società moderna ci offre.
Le relazioni umane si sono sfaldate dietro a dei display, a delle App.
Senza Whatsapp rischi di essere escluso dal tuo gruppo di amici... seriamente.
Al lavoro, in famiglia, nella coppia ci richiediamo a vicenda di essere sempre reperibili: “mandami la posizione di dove ti trovi”, “manda un selfie”, “ascolta questo messaggio vocale”.
Nonostante ci si renda conto che “forse” stiamo uscendo poco da casa, che i legami siano sempre più virtuali e che dopo una giornata di lavoro, il primo pensiero appena tornati a casa sia quello di accendere il pc, non vogliamo dedurre da soli che ci sia qualcosa che non va, mentendo a noi stessi.
Che la tecnologia e le sue damigelle abbiano oggi il pieno dominio sulle nostre vite è cosa risaputa, ciò che va analizzato è il perché lo abbiamo accettato.
Forse perché rassegnati a qualcosa che riconosciamo più grande di noi, o forse perché stanchi della sgradevole quotidianità che ci viene imposta, l’utilizzo frivolo della tecnologia ci alleggerisce la giornata, o ancora, la riteniamo utile.
Quello che è sicuro è che utile ai padroni!
Il prodotto della tecnologia e dei suoi apparati è innanzitutto l’alienazione.
Il vuoto derivato da questa mediazione è funzionale al potere per mantenere salde le sue redini, non a caso sono state recentemente inventate nuove “App” come Youpol che trasformano cittadini frustrati in cani da guardia del potere.
Fatto sta che per un motivo o l’altro davanti agli occhi abbiamo sempre uno schermo da guardare , più grande o più piccolo in base a ciò che ci aggrada di più.
Deleghiamo qualsiasi scelta ad un oggetto di plastica e silicio, diventato ormai una vera e propria estensione del nostro corpo, e nei momenti di relax ci affidiamo a quelli che sono veri e propri oppiacei: serie tv, giochi on line, partite di calcio.
Quello che stiamo vivendo oggi e che ci rende “carnefici e vittime” inconsapevoli è la drammatica lobotomizazzione del genere umano.
Queste nuove droghe per essere diffuse hanno bisogno di strutture (tralicci, antenne, ripetitori) e strumentazioni (software, pannelli di controllo) che sono dislocate in lungo e in largo su tutto il territorio.
Questo rende più facile l’atto di attaccarle e più difficile per l’autorità difenderle.
Dunque, per questi e mille altri motivi ci assumiamo la responsabilità dei nostri gesti e rivendichiamo l’attacco di uno dei principali ripetitori Telecom sulle alture di Righi.
Tante le telecamere e i sensori di movimento all’interno dell’area recintata eretti a difesa del mostro metallico, ma la passione per la libertà unita ad un certo grado di determinazione permettono di sorvolare certi ostacoli.
Una volta posizionato il necessario abbiamo innescato la miccia... ad un tratto la luce parassita della città è passata in secondo piano.
I venti litri di benzina hanno preso corpo e i nostri occhi e i nostri cuori si sono illuminati di gioia!
Poco importa se non verremo compresi, non siamo alla ricerca di consenso ma di complici.
Noi andiamo oltre al misero calcolo politico, questo lo lasciamo a chi ha voglia di addomesticare le masse illudendole con la chimera di dare potere al popolo.
Detto e fatto questo, non ci arroghiamo la presunzione di aver sviscerato a pieno e risolto le cause dell’autoincatenamento che la società, di cui facciamo parte anche noi, si è resa autrice materiale, ma invitiamo tutti coloro che si sentono vicini a queste pratiche di prendere parte alla festa e continuare ad attaccare l’apparato tecnoindustriale.
Anche noi siamo stati incoraggiati dall’estate barbecue di ripetitori in Francia, in Inghilterra ed in altre città d’Italia, tra cui anche Genova (anche grazie a chi si è assunto l’onere di tradurre testi stranieri).
Che il cerino passi di mano in mano senza che venga spento!
NEMICI DI QUESTA SOCIETA’ E DEI SUOI SERVI!
SOLIDARIETA’ A TUTTE/I LE/I PRIGIONIERE/I DELL’OP. SCRIPTA MANENT, GHESPE, LISA, TAMARA SOL, MAURIZIO ALFIERI, DAVIDE DELOGU E A TUTTE/I LE/I RIBELI RINCHIUSE/I NELLE PATRIE GALERE NEL MONDO!
(fonte immagine, anarhija.info)