Titolo: Chi ha orecchie per intendere, intenda!!!
Autore: Juan
Origine: roundrobin.info
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Per lettera, Juan fa sapere che sta ricevendo tutte le parole che gli vengono scritte, anche se la censura è abbastanza dura. Ha invece difficoltà a spedire le sue risposte e chiede un po’ di pazienza nel riceverle e di non farsi scoraggiare dal silenzio. Per il resto dice che è sereno e sta bene. Scriviamogli!

Juan Antonio Solloche Fernandez
CC di Terni
Str. delle Campore, 32
05100 Terni (TR)


Chi ha orecchie per intendere, intenda!!!

Su su! Dannati della terra! Su! Derelitti e senza pan, la giustizia rugge sottoterra, il tracollo non è lontan. Il passato sepolto giaccia, folla di schiavi! Sorgi, or su!
Il mondo sta permutar faccia, tutto sarà chi nulla fu!
E’ la lotta finale! Tutti uniti, e sarà l’internazionale, l’intera umanità.
(-L’internazionale: canzone nata nel 1871 Francia- del poeta e anarchico Eugène Pottier)

Ciao a tutti amici e compagni!! Sono Juan arrestato il 22 maggio dopo tre anni di latitanza. Scrivo dalla sezione AS2 del carcere di Terni in cui mi trovo rinchiuso. Sono sereno, il mio morale è equilibrato e sono determinato ad andare avanti.

In ogni giorno della mia clandestinità sono stato consapevole di poter finire in carcere; d’altronde lo sono sempre stato, fin dal giorno in cui ho deciso di lottare dalla parte degli oppressi.

Ciò che ha portato alla mia cattura è stata la mancanza di un insieme di accortezze che solitamente mettevo in atto. Ho abbassato la guardia nel momento sbagliato e nel posto sbagliato.

Non ho rimpianti, me l’assumo, vado oltre e che sia di lezione. In un altro momento scriverò come si è svolta la mia cattura.

Ma prima vi spiego la mia situazione giudiziaria per fare un breve quadro generale. Mi trovo in carcere per due filoni di indagini. Il primo riguarda un cumulo pena di nove anni (di cui tre li ho già scontati) collegati alla mia lotta\vita degli ultimi vent’anni trascorsi in Italia.

Le condanne sono per svariati reati tra cui furti, resistenze, rapina, vilipendio, danneggiamento, occupazione di luogo pubblico e privato, aggressioni, falsa identità. Fra queste condanne definitive c’è anche quella del “Processone” NO TAV (tre anni e nove mesi) su cui un futuro farò delle puntualizzazioni in quanto imputato Anarchico.

Sapendo che alcune di queste condanne sarebbero diventate esecutive, sono stato tre anni in fuga (e non per l’indagine relativa all’attentato alla POL GAI di Brescia, come invece sottolinea la magistratura). Senza alcun rimorso mi rivendico la mia fuga come atto di ripresa della mia libertà che va oltre qualsiasi autorità e legge.

Nel secondo filone, cominciata nel mio periodo di clandestinità, sono accusato di 270, 280, 285 (strage) e nello specifico mi sono imputati due attentati. Il primo contro la POL GAI (scuola di polizia) rivendicato dalla cellula acca nel contesto del dicembre nero 2015. Il secondo attentato del 12\08\2018 riguarda due ordigni esplosivi, uno esploso e un altro pieno di chiodi in legno, scoperto dagli artificieri in forma di trappola per attirare i componenti dell’immobile e le forze dell’ordine; questi furono posizionati nella sede della Lega Nord di Treviso e furono rivendicati dalla cellula Haris Hatzimihelakis\Internazionale Nera 1881/2018. Di questa indagine non ne sono stato al corrente fino al giorno della mia cattura, contrariamente a quanto dichiara la magistratura per aggravare la misura cautelare di Manu, accusato di favoreggiamento. Tuttavia aspettiamo di avere un quadro più completo non appena l’indagine sarà chiusa.

Già una rapida lettura delle indagini preliminari di DIGOS e PM mi ha dato un indirizzo su ciò che vogliono reprimere. Nello specifico a me in quanto Anarchico e in generale alla realtà anarchica nel suo insieme. Nulla di nuovo che non sia già stato fatto in tutte le salse dalla magistratura. Riconoscere gli intenti repressivi è una bussola per capire a cosa realmente vogliono colpire e di conseguenza dove indirizzarci.

(A partire da questo punto, i virgolettati sono delle frasi prese dalle carte dell’indagine preliminare)

Secondo l’inchiesta, le rivendicazioni dei due attentati sarebbero collegate all’intervista di Alfredo Cospito sul giornale Anarchico Vetriolo 2019 e ne rappresenterebbero “gli stessi contenuti e le medesime linee operative”… come se ci fossero delle direttive dall’alto. Le accuse sarebbero in concorso con i soliti ignoti perché, a parte il mio DNA riconosciuto parzialmente, ci sarebbe un altro DNA ignoto ricondotto al mio presunto complice. Da un lato vengono tirati in ballo i reati associativi, dall’altro rimarrei io l’unico ideatore, organizzatore ed esecutore. Insomma né carne né pesce.

A parte le mie battute ciniche, è palese la subdola intenzione della magistratura, con la sua aberrante ideologia di stato, di costruire dei capi ideatori della realtà anarchica, con tanto di linee operative da seguire e struttura gerarchica. Strategia adottata in questo caso specifico così come nelle ultime indagini che hanno colpito le realtà anarchiche. In questo caso, sarebbe Alfredo “uno dei maggiori e riconosciuti esponenti del movimento terroristico di matrice Anarchica attualmente detenuto nel c\c di Ferrara in espiazione della pena inflitta per l’attentato all’ingegnere Adinolfi”.

Lo stato e la legge vorrebbero (come al solito) aggravare le accuse costruendo dei dirigenti a guida di una fantomatica organizzazione terroristica gerarchica, in maniera da manipolare e unificare tutto in un unico pentolone inquisitorio e sbatterci dentro gli “esponenti” della galassia anarchica. In questa maniera tentano di creare un clima spettacolare, predispongono il terreno per fare terra bruciata e per far scomparire qualsiasi istanza autonoma e di azione diretta della lotta anarchica.

Ma c’è di più. La magistratura vorrebbe inglobare la pratica dell’azione diretta anonima accorpando nell’indagine tali azioni “sebbene la rivendicazione delle sigle specifiche (il gesto veniva rivendicato dalla sedicente cellula haris hatzimihelakis\internazionale nera 1881\2018) non sia ritenuta essenziale nel contesto delle iniziative anarchiche che ammettono anche iniziative anonime con vicende analoghe e con le modalità già utilizzate in altri attentati riconducibili al cartello FAI\FRI”. L’intento è dunque creare dei precedenti per le azioni di attacco anonime includendole nelle varie indagini quando più gli fa comodo, per costruire le loro fantasiose organizzazioni terroristiche con tanto di dirigenti creati ad hoc. Inoltre viene enfatizzato l’aspetto della solidarietà ai prigionieri anarchici e con chi si trova rinchiuso o rivolta più in generale.

Questi sono i punti chiave su cui si soffermano e che vogliono colpire e ammutolire, in quanto rappresentano le basi con cui gli anarchici continuano a sostenere pubblicamente certe pratiche (ci sono alcuni anarchici indagati per diverse pubblicazioni e condannati ad anni di prigione). In questa indagine, come in tutte quelle in corso contro gli anarchici, vogliono reprimere i concetti base della teoria e dell’azione anarchica, quali il rifiuto della delega, l’azione diretta, la solidarietà ai prigionieri rivoluzionari, le pratiche multiformi di attacco non gerarchiche e la ribellione permanente e refrattaria a qualsiasi autorità.

Il potere così ci segnala indirettamente che questi ultimi concetti base rimangono spuntati qualitativamente se non sono accompagnati da una proiezione prospetticamente nella lotta fianco a fianco agli sfruttati; è qui che ci colpiscono preventivamente.

C’è bisogno di avere una visione e un sentire comune che includa l’individuale e il collettivo in una alchimia di lotte locali e specifiche (come anarchici) intese come tattiche di lotte diverse e diversificate che però si concepiscono e si riconoscono nell’insieme della lotta generale e nella ricchezza della sua diversità metodologica e progettuale. Che costantemente va equilibrata a una prospettiva internazionalista e armonizzata al caos di infinite tattiche e strategie del anarchismo che confluiscono nella lotta universale per l’anarchia. Tutto ciò condito dalla essenza fondamentale dell’Anarchia; solidarietà universale a tutti i livelli della lotta\vita.

Lo stato fa questo gioco per meglio colpirci e per riaffermare che non può esistere altra forma d’organizzazione sociale, salvo l’organizzazione autoritaria e gerarchica della società di oggi.

Il revisionismo del passato è un’arma potente che gli stati utilizzano per depotenziare le varie forme di rivolta del presente e per creare il vuoto attorno ai rivoluzionari di oggi e lasciarli senza radice e anima. Perciò è importante non dimenticare e divulgare le epoche trascorse, e fare tesoro della memoria delle lotte dei nostri compagni come stimolo per le lotte di oggi.

Basta uno sguardo al nostro passato per rendersi conto come certe tensioni e metodi siano da sempre stati utilizzati nella lotta anarchica, addirittura prima che nascesse l’internazionale antiautoritaria nel 1871.

Queste basi fondamentali me le rivendico a testa alta! Rifiuto qualsiasi teorema in cui mi vogliono incasellare, contrario ai miei più elementari principi in quanto anarchico.

E qui non si tratta di dire che la lotta è non violenta, o di farsi passare per angeli o per anime pie. Si tratta di chiamare le cose con il loro nome e di rivendicare le istanze combattive che gli anarchici, i ribelli e i rivoluzionari hanno utilizzato e utilizzano da sempre nel mondo intero.

Tutto ciò l’ho comunicato apertamente e pubblicamente da quando ho scelto di lottare attraverso una mia speciale concezione del anarchismo. Indipendentemente che sia responsabile o no dei fatti di cui mi accusate, io condivido e solidarizzo con la lotta e con le azioni di attacco al capitale e allo stato. Che per sua natura è da sempre responsabile di stragi e genocidi nel mondo intero.

“Bisogna lottare e lottare perché la sproporzione sia stroncata”

E qualsiasi via stiamo percorrendo sempre col cuore!
Per l’Anarchia!

Juan Sorroche – Carcere di Terni AS2
07\2019