Regno Unito : “Pioggia e Fuoco” – Comunicato della FAI britannica (2011)
Ripubblichiamo questo testo scritto dalla F.A.I. britannica perché lo consideriamo ancora oggi significativo, come lo era allora nel 2011. Con la sempre più crescente escalation della società tecno-industriale su quest’isola-carcere, e con le sue infiltrazioni negli angoli del pianeta non ancora toccati da essa, è più che mai necessario contribuire a portare la civiltà e il suo dominio al crollo, a prepararsi per l’attacco dell’imminente crollo. “...ogni momento della vostra vita dipende dalla vostra capacità di agire e ribellarvi contro chiunque e qualsiasi cosa provi a mettere l’autorità al di sopra di voi...”
(tradotto nel 2011 da cenere – i-a )
Pioggia e Fuoco
Questo testo è stato scritto durante l’incremento della guerra sociale europea, e i nostri tentativi di posizionarci all’interno del suo contesto, pur dentro un crescente fascismo, complicità da gran parte della società e un “movimento” anticapitalista diviso e spezzettato. Queste brevi pagine non possono esprimere la complessità delle varie situazioni in modo molto approfondito, ma noi scriviamo cosicché altri ribelli possano capire com’è per noi da qui. Mentre stavamo apportando gli ultimi ritocchi al testo, le città in Gran Bretagna sono esplose e sono rimaste instabili. Comunque questa non è un’analisi degli scontri – questo è un testo dall’interno delle condizioni sociali che hanno dato luogo all’insurrezione.
Questo testo è stato scritto collettivamente da diversi individui della nostra rete dopo un periodo di discussione, pianificazione ed attacco. Fino ad ora siamo stati brevi nei nostri comunicati, ma sentiamo che sia il momento di scrivere qualcosa di più lungo.
“Perché stiamo scrivendo?” Perché sappiamo quanto sia stato importante per noi sentire battere sui muri da altri rinnegati in altre celle, e perché vogliamo anche raggiungere le persone che non conosciamo, oltre le realtà che abbiamo vissuto, creato, abbandonato, o a cui ancora siamo legati. Come rivoluzionari, siamo altamente critici di queste realtà e di noi stessi, e scriviamo perché semplicemente, come individui, ci sforziamo di essere “migliori” di quanto siamo, e desideriamo inoltre che questo mondo sia migliore di com’è. Siamo aperti all’errore delle nostre opinioni e vogliamo sorpassare le nostre aspettative, così come esse sono. Inoltre cerchiamo di comunicare con quelli fuori dai nostri giri, e cerchiamo di fermare la tendenza autoreferenziale che è endemica in molte forme comunicative. Alla fine, dobbiamo accettare che questo testo è stato scritto per sconosciuti e che ovunque lo si legga e chiunque raggiunga, ci saranno quelli che capiranno ciò che qui sta scritto – e questo è per loro.
Non c’è più alcuna dichiarazione sicura che possa essere fatta riguardo a questo mondo in cambiamento, che prende sempre di più fuoco, ogni giorno.
Al momento il Regno Unito è un parco giochi sorvegliato, coperto da telecamere di sorveglianza, controllo dei veicoli, abitazioni identiche, zone post-industriali e intricate strade e ferrovie. Virtualmente non c’è più natura selvaggia, i potenti e i ricchi controllano la “campagna” quanto le città, o anche di più, e c’è poca libertà fuori dal mainstream, a meno che non la si prenda – così come altrove. La prigione della vita quotidiana è qui così totale che l’unica scelta rimasta è la sua completa distruzione.
Diamo il benvenuto al rinnovato appello della Cospirazione delle Cellule di Fuoco / Federazione Anarchica Informale per una struttura anarchica informale mondiale basata sulla solidarietà rivoluzionaria e l’azione diretta: il Fronte Rivoluzionario Internazionale. Mentre noi continuiamo a sviluppare il nostro progetto di organizzazione rivoluzionaria, sosteniamo la “rete” globale informale o la “federazione” di gruppi rivoluzionari esistenti che si stanno sviluppando, incoraggiando e partecipando allo scontro incontrollabile contro lo Stato e il Capitale, mentre organizzano e sviluppano le proprie iniziative di attacco: questo è il nostro segnale di collaborazione.
C’è stato un significativo aumento di attacchi contro prigioni, finanza, polizia e comunicazione in Regno Unito, ma l’ovvia verità è che questi attacchi sono pochi in relazione al compito che va preso, e il livello di scontro con il nemico è ancora alle prime fasi del suo sviluppo.
Negli ultimi due anni abbiamo iniziato un nuovo progetto di coordinazione rivoluzionaria. E’ il nostro modo di iniziare qualcosa di nuovo. Qualcosa non scomparirà come parole gettate al vento. Siamo alcuni di quelli che pensano che la possibilità di una consapevole, coesa rivoluzione sociale che coinvolga una massa critica della totale popolazione del Regno Unito sia francamente remota. Comunque, pensiamo – e abbiamo visto – che il diffuso caos e l’insorgenza sociale sono inevitabili, e da ciò, nuove e migliori forme di valori umani possono emergere.
Se riflettiamo sull’esperienza della vita umana – sia individuale che collettiva – forse capiremo la saggezza che qualche volta causa una rottura totale affinché le cose cambino. Ovviamente, alcune persone sono spaventate dal cambiamento, dall’ignoto. La gente si trascina miserabilmente in ogni tipo di condizioni disfunzionali per anni – relazioni, lavori, città, ecc – invece che affrontare l’alterazione necessaria e radicale di quelle condizioni in un futuro che ancora non possono immaginare. E visto che la società è fatta di individui umani, allora la società non è differente. La gente si gode gli intrattenimenti offerti – tv, consumi, culture di massa, droghe, sottoculture, azioni, presidi, rimedi spirituali, ogni cosa … per non dover confrontarsi con il vuoto essenziale della vita quotidiana. Stiamo vivendo all’interno di una cultura dove l’uso sistematico di antidepressivi, per esempio – come Aldous Huxley aveva previsto in Brave New World – tiene le persone lontane dal cambiare ciò che li rende infelici e glielo fa accettare. Quando gli individui in una società stanno lottando solo per alzarsi al mattino perché il sistema li sfrutta ogni minuto, queste persone non hanno energia per rivoltarsi contro il sistema. Sono già catturati tra i suoi artigli. Non li hanno nemmeno riconosciuti. La totalità di questa società tecno-industriale li schiavizza in schemi di ripetizione, danneggiando loro ed altri, oppressi all’esterno e repressi all’interno. La distinzione fondamentale tra la prigione dentro e fuori non sembra più esistere in alcun modo : la vita quotidiana cerca di sottometterci in ogni aspetto ad un regime di controllo e ad un routine.
Negli ingressi dei supermercati e dei centri commerciali, nei pub e nei bar, posti di lavoro e nelle stazioni dei trasporti troviamo, più spesso che no, quelli che la democrazia consumista ha comprato con il capitale rubato a quelli meno fortunati. Regolarmente, siamo in presenza di prigionieri spontanei, di una società malata, di un afferrare reazionario dei mezzi di sopravvivenza – lo sfruttato contro lo sfruttato. La gente ha fatto un patto stupido e ha ceduto la propria salute, intelligenza, curiosità, solidarietà, autorità personale, e la terra e tutto ciò che vive e cresce su di essa in cambio della tecnologia più nuova, fast food, macchine veloci o social network.
Sebbene la realtà odierna ci mostri un’intensificazione del conflitto sociale con alcune caratteristiche promettenti, non ci vediamo ancora resistere tra una potenziale massa rivoluzionaria. Sembriamo resistere inginocchiati nella carcassa gonfia di una civilizzazione morente.
Circa sette miliardi di persone nel mondo sono sottomesse in un sistema di genocidio e tirannia che si è insinuato come macchinario per il supporto vitale. La civilizzazione da l’impressione che la propria distruzione significherebbe la fine di ogni vita; comunque un’estinzione sta già avvenendo e, se continuerà, avrà lo stesso esatto risultato, accompagnato dalla quasi totale vittoria per il sistema capitalista militare tecno-industriale e il potere finanziario che la supporta.
La catastrofe ambientale ruggisce tra i continenti dissanguati; tsunami, desertificazione estesa e foreste decimate. I moderni stati-nazione totalitari e i loro gruppi imperialisti tipo G8, G20, Nato e cosi via, sono sottoposti al sistema assassino terrorista capitalista così come la loro versione del futuro. Un futuro dove tutto e chiunque è una merce registrata e valutata in un mondo meccanico privo di ogni possibilità di selvaticità e libertà. Un mondo di controllo perfetto e addomesticamento. Un mondo impossibile. Un mondo che ogni sano essere umano e creatura selvaggia già combatte – da ogni zona senza distinzione di razza, religione o specie.
Siamo nel mezzo di un collasso ecologico senza precedenti. Varie tendenze nelle comunità scientifiche e politiche hanno passato diversi anni a discutere se il riscaldamento globale è o no un risultato del comportamento umano, citando disastri naturali e morti di massa nella preistoria. Questi argomenti adesso sono irrilevanti. E’ innegabile che la grottesca estinzione delle specie, scomparsa degli habitat, luce/rumore e inquinamento dell’aria/terra/oceano sono un diretto risultato dell’attitudine umana e dell’avidità economica. Per decenni, cambiare ciò era una possibilità, adesso è troppo tardi.
Stiamo osservando la nostra specie che si contamina in modo suicida e che distrugge il suo stesso habitat e quelle di ogni altra specie sul pianeta : una popolazione in espansione che da priorità a se stessa e al proprio stile di vita rafforzato e previsto sopra ogni altra considerazione, vivendo in completa disarmonia con il mondo naturale e distruggendo il fragile ecosistema dal quale dipendiamo.
Gli ambienti costruiti nei quali viviamo non sono adatti nemmeno per gli umani. La terra che prima copriva le foreste, supportando un’ampia gamma di specie, diventa sempre più coperta di cemento. Ogni pezzo disponibile di “deserto” viene svenduto per lo sviluppo. La civilizzazione è genocidio, omicidio, ecocidio e suicidio. Dalla povertà, abuso e infelicità domestica alla guida spericolata col rischio di tamponare per arrivare a casa qualche minuto prima, alle regolari pulizie etniche e al saccheggio totale dell’ambiente in cambio di denaro e controllo attraverso le risorse naturali da sfruttare. Questo è un sistema violento, e in milioni stanno morendo mentre parliamo, qui e dovunque: di obesità e malnutrizione, incidenti stradali, mali industriali, guerra, abuso di sostanze, depressione e solitudine. Nel frattempo, quelli comodi preparano i loro coltelli e forchette davanti alla televisione; i loro vuoti, conversazioni senza senso che sfocano in un silenzioso vuoto.
Queste società moderne sono arrivare a dire che sogni e desideri sono dettati e prefissati dalla nascita (etica del lavoro, conformità ai ruoli, competizione, separazione, gelosia, deferenza di classe e sociale verso l’autorità, la famiglia nucleare, l’addomesticamento); così profondamente che è difficile anche conoscere come apparirebbe la nostra vita senza vincoli quando i progetti dello Stato e Capitale vengono finalmente respinti in massa.
In Gran Bretagna, c’è una grande dose di odio di classe ogni giorno, ma fino al 7 Agosto 2011 quando sono scoppiate le rivolte a Londra e poi diffusesi nel paese, non c’era stata quasi nessuna manifestazione diffusa di questa rabbia contro il sistema capitalista o il governo.
C’è un timido terrore tra la gente qui che entra fino nelle ossa, e sebbene ci sia il desiderio di distruggere e attaccare, c’è anche una profonda paura che paralizza. Una censura consensuale esiste, tra quasi ogni strato e struttura della società, che previene anche la possibilità di esprimere e manifestare dissenso senza che ciò sia permesso entro dei parametri. In una così avanza società sorvegliata, quando il rischio di essere catturati anche per scrivere delle parole ribelli su un muro sembra così grande, è facile cadere nella paura e immaginare che sia un fatto che tu possa essere catturato. La sorveglianza tecnologica è estesa e va nel profondo – se tu le permetti di farlo. Ecco perché amiamo il “sottoproletariato selvaggio” che politici e polizia disprezzano, quelli che hanno perso la propria paura di crescere in uno stato di polizia – perché è questo la Gran Bretagna, uno stato di polizia.
E come ogni stato di polizia, esiste solo a causa del vasto consenso a sottomettersi da parte della società. Chi ha lasciato che il terreno sociale diventasse coperto dalla sorveglianza tecnologica? Chi è diventato occhi e orecchie dello Stato? Chi ha diretto i propri figli verso le autorità? Chi ha guardato i musulmani e gli immigrati venire vilipesi senza agire? Chi ha lasciato che la polizia diventasse coinvolta in ogni aspetto della “comunità”? Chi ha accettato la loro impotenza e ha abboccato alle bugie dei media, permettendo ai politici di manipolarli e ai banchieri di rubare? Sono stati i “cittadini” stessi.
La massa reazionaria di persone qui è persa in illusioni confortevoli, vendute dalle luci del consumismo. Hanno eliminato dalla mente ogni realtà attuale di oppressione o sfruttamento. Ovviamente, sentono profondamente la miseria del loro quotidiana, ma qui fanno la scelta dei padroni : prendersela con gli immigrati, i poveri e gli emarginati, mentre si divertono con lo sport, la lotteria, lo spettacolo di rivalità e competizione dei media televisivi. Beneficiando e perpetuando un sistema di violenza globale, abbiamo poco più che disprezzo per i rifiuti che queste persone fanno delle rispettive vite.
Allo stesso tempo, il prezzo del cibo sale, sale il prezzo della benzina, gli stipendi scendono, benefit e pensioni vengono tagliate, vengono fatti licenziamenti di massa (alcuni lavoratori vengono riassunti al vecchio posto di lavoro, ma solo con una paga più bassa). Non ci sarà più eredità. Non ci sarà più sicurezza, anche per le famiglie nucleari che hanno creduto al sogno dell’Impero decaduto, marcendo in case sotto la media circondate da degrado e disagi. Vediamo come il sistema tecno-capitalista leghi le persone con la “necessità” del computer, telefonini,macchine,tv, perché mettere da parte queste cose significa isolamento sociale e culturale e non oppiacei per seppellire l’alienazione, miseria e disperazione. Non esiste altro che una traccia di stile di vite promesse ad un’élite. La maggioranza sta vivendo nel debito, e/o alla giornata; i privilegiati stanno vivendo nelle loro riserve; e pochissimi vivono alle spalle degli altri, godendosi il presente e garantendosi il futuro.
Noi agiamo contro lo Stato e i simboli dello Stato per diversi motivi. E ovviamente, uno di questi è il desiderio di muoverci fuori dai nostri piccoli giri. Speriamo che questi attacchi saranno in sintonia con gli altri e si diffonderanno, e infatti lo fanno.
Non siamo così stupidi da pensare che i nostri attacchi – per quanto siano degni gli obiettivi – da soli abbatteranno questo sistema. Capiamo che ci sono altri fattori sociali che sono necessari. Sappiamo che il processo di pianificazione e realizzazione degli attacchi cambia le nostre immediate relazioni sociali e la nostra relazione con il nostro sé e potere personale, cosicché gradualmente le nostre azioni diventano più forti, selvagge e difficili da ignorare. Questo processo cambia anche l’atmosfera generale, creando un ambiente dove il più diventa possibile perché meno è impossibile. Abbiamo contribuito all’intero insieme di attività antisistema, delle quali i ripetuti attacchi di gruppi più piccoli e più grandi nell’ultimo anno contro infrastrutture, banche e istituzioni penitenziarie hanno ricoperto un ruolo.
Con tutti i miliardi di persone che vivono nel mondo, non ci sarà mai un momento dove un particolare atto contro lo Stato e il Capitale sarà percepito da tutti o anche dalla maggioranza come appropriato, “buono” o desiderabile. I nostri piccoli gruppi d’affinità – di due, tre o più persone auto-organizzate in una più grande struttura informale – agiscono semplicemente in accordo alla propria rabbia, analisi, scelte e rischi. Far finta di essere qualcun altro rispetto a chi siamo è inutile, disonesto e pecca di integrità, un comportamento che può solo lentamente devastare noi e ogni progetto collettivo che ne deriva.
Pubblicizzando i nostri attacchi, speriamo di ispirare combattenti sconosciuti e di disseminare questi metodi in modo che siano riproducibili da altri. Ecco perché siamo certi sempre di comunicare con loro tramite media indipendenti, mentre c’è un blackout dei media nel riportare rivendicazioni di sabotaggi e la volontà di coprire l’attività sovversiva in questo paese, preferendo, come succede, storie centrate su personalità e sulle attuali strutture politiche apparentemente designate a non cambiare. E’ importante per noi che vogliamo scontrarci e abbattere il Capitale conoscere che altri stanno attaccando il nemico, al fine di smantellare ogni senso di isolamento e impotenza. E’ vitale organizzarsi, comunicare e coordinare gli attacchi.
Siamo molto fieri delle relazioni che abbiamo costruito insieme come individui attraverso il nostro progetto di distruzione, così come lo siamo di ognuna delle nostre azioni, anche quelle che non hanno incontrato le nostre aspettative. Ognuno di noi è un individuo che crede che la base fondamentale di uno stile di vita forte e salutare è costituito dagli individui stessi, le loro decisioni, scelte e valori che vanno verso la libertà e la responsabilità.
Il nostro progetto è di accelerare l’abbattimento della società. Come rivoluzionari, siamo una minoranza – ma che non si dica che siamo pochi. Non facciamo previsioni su come la società si riformerà dopo l’abbattimento, sebbene, ovviamente, come anarchici, ci sono alcune cose basilari che vogliamo che cambino. E quei sogni coincidono con quelli dei rivoluzionari attraverso la storia umana, e infatti sono già in corso di realizzazione in tutto il mondo.
Siamo stufi di riflessioni, dichiarazioni e opinioni – e anche di queste analisi – sulla condizione di questa società. Dobbiamo solo attaccare e distruggere – ciò significa usare la violenza rivoluzionaria, nei nostri cuori e nelle nostre mani, fino a quando la nostra libertà sarà permanente. Questo continuo progetto di attacco è finalizzato anche a rompere le nostre paure e ad aumentare la tensione che esiste, per darla espressione. Per comprendere che in uno stato di polizia e in una società sorvegliata dove la paura e la paralisi sono condizioni quotidiane, è ancora possibile rivoltarsi e attaccare, per sconfiggere quelli che si sono inseriti in posizione di potere basate sull’obbedienza della folla.
Siamo in un momento storico eccitante, sebbene sembri allo stesso tempo come uno dei più deprimenti. Visto che la base materiale della vita della gente è sottoposta ad una crescente fragilità e il senso di precarietà quotidiana e ineguaglianza cresce, i risultati sono del tutto imprevedibili (come abbiamo visto qui ad Agosto nello scatenarsi diffuso della rivolta) e questo accade perché anche piccole azioni possono avere gli effetti più imprevedibili.
Vogliamo contribuire all’apertura di nuove possibilità. In una cultura e uno stile di vita altamente simbolico, astratto e post-moderno, e in una situazione dove anche il lavoro adesso consiste nel fornire servizi e informazioni, sembra non esserci fine agli obiettivi da attaccare – le nostre stesse azioni sono un’esplorazione. Di ciò che conviene attaccare e cosa no.
Corporation e obiettivi governativi vengono attaccati in tutto il mondo con coordinate e costanti azioni dirette. Terre e proprietà vengono occupate a svantaggio di speculatori e possessori terrieri. Animali vengono liberati, laboratori di bio-scienza vengono bruciati. Campi transgenici vengono distrutti e gli imprenditori intimiditi. Banche e tribunali vengono fatti esplodere, giudici colpiti e pugnalati. La polizia e le loro stazioni vengono attaccate con molotov, bastoni, dinamite e armi da fuoco. Le forniture energetiche vengono interrotte, vengono attaccate infrastrutture televisive, cavi internet e tralicci della telefonia mobile vengono sabotati. Supermercati e negozi vengono derubati e i loro prodotti distribuiti. La gente sciopera, blocca l’economia e occupa i loro posti di schiavitù salariale: il “lavoro” scompare nell’insurrezione generalizzata.
Prigionieri ribelli che affrontano le loro guardie, alcuni fuggono o vengono liberati dai loro compatrioti all’”esterno”. Comunicati di solidarietà rivoluzionaria internazionale circolano tra i gruppi antiautoritari, anticapitalisti ed anarchici della nuova guerriglia urbana; obiettivi vengono discussi, concetti scambiati, metodi rivelati, tattiche definite e parole di gioia armata e amore vengono dette. Un apparato economico e tecnologico tentacolare di controllo sociale si frammenta in frammentazione e blocco.
Un messaggio a tutti quelli che ancora non hanno cominciato a lottare ma vedono lo scontro incombente all’orizzonte : preparatevi, perché c’è un conflitto selvaggio per il futuro del nostro mondo che cambia. E questo pianeta è nostro. Nostro, come le strade delle città nelle quali facciamo le nostre barricate. Nostro, come le case, angoli e bar dove incontriamo i nostri amici e complici. Nostro, come le pietra che lanciamo e i fuochi che appicchiamo. Nostro, come l’infinito sogno anarchico che scrive se stesso nell’esistenza.
Questo è un nuovo periodo di guerra urbana internazionale a bassa intensità, e il nostro progetto insurrezionale è forgiato dai molteplici tentativi di tanti gruppi combattenti autonomi e indipendenti, che sviluppano nuove linee di attacco e coordinazione mentre mantengono il carattere individualista dei propri principi e obiettivi.
Non è abbastanza far marcire i nostri sogni con l’incontinenza della passività. Il futuro è vostro con ogni sogno che volete realizzare, e ogni rifiuto che volete concretizzare. Che siate chiusi in galera, per strada, o imprigionati nella famiglia o sul posto di lavoro, ogni momento della vostra vita dipende dalla vostra capacità di agire e ribellarvi contro chiunque e qualsiasi cosa provi a mettere l’autorità al di sopra di voi; voi siete il futuro e il mondo è vostro.
Consideriamo la nostra rete una sezione della Federazione Anarchica Informale / Fronte di Liberazione della Terra / Fronte Rivoluzionario Internazionale
Mandiamo la nostra solidarietà e il nostro rispetto a tutti quelli che stanno lottando contro il sistema nel mondo e qui nel Regno Unito. Il nostro amore e impegno per la libertà di tutti quei compagni in prigione e di tutti i prigionieri dignitosi che si ribellano.
Federazione Anarchica Informale Internazionale / FAI