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Nota di refractario: Con allegria apprendiamo del rilascio di compagno Freddy. Da qui un forte e caldo abbraccio, dopo le minacce di morte di Bernales, i penitenziari in Argentina, le prigioni cilene, i processi e le loro farse fino ad oggi, il tempo è pieno di esperienze nella costruzione di sentieri di negazione. Oggi nuovi sentieri si aprono e si riprendono quelli vecchi, oggi con i piedi nuovamente per le strade! Senza mai dimenticare le battaglie di Juan e Marcelo, sul piano medico e giuridico militare, rispettivamente, ricordiamo alcune parole di Freddy durante il processo contro di lui:

“Le nostre storie non nascono il 18 ottobre 2007, come ben spiegato da Juan (Aliste), esse hanno una costante. E’ difficile astrarsi da loro, soprattutto quando si scatena una caccia che in realtà diciamo non cercava di presentare qualcuno in tribunale, ma al contrario cercava l’annientamento fisico, l’annientamento che metaforicamente oggi si presenta chirurgicamente persino sepolto sotto tonnellate di cemento e ferro, e non per un anno, ma per molti anni. (...) Credo che queste parole, ciò che provo in questo momento è la gratitudine. Ma a chi? Gratitudine a mia madre, perché non ho una madre, sono fortunato in questo senso. Alla mia compagna, ai miei compagni e compagne, alla mia famiglia, miei amici e innanzitutto all’amore incondizionato dei figli.

Un abbraccio a tutti e la forza necessaria ci sarà sempre. E...
Finché ci sarà miseria, ci sarà ribellione.”


FREDDY RILASCIATO!!!

A coloro che combattono contro lo Stato, il carcere e il capitale in tutto il mondo.

— Ai nostri compagni e fratelli di lotta.

— A tutti quelli che ci hanno accompagnato instancabilmente in questi 10 anni di Resistenza al carcere.

— Ai nuclei, gruppi, organizzazioni e individualità sovversive autonome e libertarie.

— Alle nostre famiglie.

Ieri, 18 giugno 2018, il nostro fratello, amico e compagno Freddy Fuentevilla Saa è stato rilasciato dal carcere di altà sicurezza di Santiago del Cile, dopo 10 anni e quasi 3 mesi di detenzione ininterrotta, in ciò che in linguaggio della giustizia del potere viene chiamato “libertà vigilata”.

Raccontare questo lungo tragitto, con le sue vicissitudini, ogni momento di prigionia, risulta difficile attraverso queste parole piene di sensazioni contrastanti quando oggi predomina l’immensa allegria di vedere uno dei nostri uscire fuori da questi muri, rincontrarsi con i propri cari e amati, che alimentano il cuore indomabile di tutti coloro che non rinunciano e non si piegano di fronte all’orrendo tempio di detenzione.

L’inesorabile passare del tempo oggi ci dà una mano permettendo al nostro compagno di poter di nuovo volgere lo sguardo al cielo senza le sbarre, di uscire da questi angusti spazzi di cemento e metallo penitenziario, che non hanno potuto intaccare la nostra ferrea convinzione insurrezionalista.

Con ogni passo, con apprendimento costante e la volontà intatta continuiamo la fratellanza con tutti coloro che si Ribellano contro questo mondo malato, che ci offre solo una vita usa-e-getta fondata su valori più putridi che si possano immaginare, e che annunciano l’estinzione della vita se non ci opponiamo con la Persistente Resistenza Multiforme.

Il mondo del potere, dell’autorità e delle sue gerarchie, del Nazifascismo in tutte le sue varianti e colori, la pretesa di controllo totale, l’ideologia che lo giustifica continuano ad essere destinatari della nostra rabbia ancestrale, ed è per questo che insistiamo sulla continuità della lotta oltre le sbarre e i muri dove oggi continuiamo innalzare il pugno.

Le nostre battaglie presenti sono urgenti!


Raddoppiare gli sforzi per vincere

L’indifferenza dei carcerieri con la quale in questo momento ci si pone di fronte la situazione medica di Juan è perentoria.

Inoltre, la situazione legale dii Marcelo, che dovrebbe scontare 10.123 giorni di carcere por condanne emesse dalla procura militare negli anni Novanta, è aberrante.

La prigione si vive dentro e fuori dai muri del carcere... e il nostro compagno non è in nessun caso libero, oggi può solo camminare per le strade con varie misure di controllo, come firma settimanale e divieto di lasciare la regione, oltre che l’inevitabile controllo di polizia.

Un altro passo avanti, un momento necessario per recuperare ossigeno dopo così tanti anni dietro le sbarre.

Abbracciamo con tenacia e complicità sovversiva tutti i detenuti dignitosi che non si arrendono nelle carceri di cile, argentina, brasile, perù, colombia, messico, stati uniti, italia, spagna, grecia, russia, ucraina e in tutti gli angoli del pianeta, dove si lotta con autonomia e orizzontalmente, cercando la liberazione totale di popoli, individui e comunità.

Con affetto e fratellanza ai perseguitati che camminano burlandosi di leggi.

SOLIDARIETÀ E FRATELLANZA INTERNAZIONALE PER LA DEMOLIZIONE DELLE CARCERI!!!

CONTRA LO STATO, IL CARCERE E IL CAPITALE: GUERRA SOCIALE!!!

FINCHÉ CI SARÀ MISERIA, CI SARÀ RIBELLIONE!!!

Juan Aliste Vega
Marcelo Villarroel Sepulveda
Carcere di alta sicurezza
Stgo – cile -
Martedì 19 giugno 2018