Rompere l’isolamento attraverso l’attacco contro questo mondo
Solidarietà con Lisa, anarchica imprigionata per una rapina in banca
Il 21 dicembre 2018, la prigioniera anarchica Lisa stata trasferita alla prigione “Soto del Real” di Madrid. Era detenuta da trentadue mesi nella prigione di Colonia e in quella di Willich (a 60 km da Colonia).
Insieme a due altri/e compagni/e (che sono ormai fuori e scagionati/e), è accusata di rapina in banca a Aachen (Acquisgrana, in Germania): l’8 luglio 2013 una agenzia della Aachener Bank riceve una visita mattutina non attesa. I rapinatori si fanno aprire la cassaforte e ripartono con una bella somma di denaro. Poi, il 19 novembre 2014, la Pax Bank, banca del Vaticano, viene espropriata a sua volta. I rapinatori si fanno aprire la cassaforte, mettono le mani su qualche centinaia di migliaia di euro. È per quest’ultimo esproprio armato che la nostra compagna Lisa viene perseguitata e tenuta fra quattro mura a Madrid.
Il suo arresto risale al 13 aprile 2016, a Barcellona, data a partire dalla quale è rinchiusa nelle gabbie dello Stato (spagnolo, poi tedesco, poi di nuovo spagnolo). Quel mercoledì 13 aprile 2016, i Mossos d’Escuadra di Barcellona arrivano il mattino presto in due domicili privati e in un centro sociale del quartiere di La Salut, “les Blokes Fantasma”, che verranno perquisiti; la ventina di persone che abitano il posto autogestito saranno trattenute dodici ore. È precisamente durante questa operazione che viene arrestata la nostra compagna, che era già stata imprigionata nel quadro dell’operazione Pandora, un’altra grossa operazione repressiva delle autorità spagnole contro quelle e quelli che vivono l’anarchismo come una lotta senza compromessi, e sulla quale pesava, dall’11 aprile 2016, un mandato d’arresto europeo per l’accusa di aver partecipato a delle rapine in banca sul territorio tedesco. La “prova” contro di lei sarebbe, ancora una volta, il riscontro di tracce di DNA, la manna dei tribunali del mondo intero: gli sbirri si sono spinti fino a raccogliere una lattina di birra gettata via…
Da quanto è perseguitata e rinchiusa, Lisa ha sempre saputo tenere la testa alta di fronte ai suoi aguzzini, che si tratti di giudici, sbirri o giornalisti. Ha scelto di continuare la lotta per la libertà con un’attitudine dignitosa di fronte alla giustizia ed alla prigione, senza mai rinnegare alcunché, anzi al contrario partecipando al dibattito d’idee, attraverso i suoi contributi scritti a partire dalla prigione, in cui afferma alto e forte che la solidarietà con i/le compagni/e prigionieri/e significa realizzare delle azioni distruttive.
In una delle sue lettere dalla prigione di Colonia, in Germania, pubblicata nel giungo 2017, si rallegra delle diverse azioni di solidarietà nei suoi confronti che hanno avuto luogo durante il processo di Aachen. Questi atti offensivi gli hanno portato “energia e calore”, rafforzando allo stesso tempo la sua “convinzione che la lotta continuerà sempre, in ogni condizione e nonostante gli ostacoli posti sul cammino”. Comunichiamo direttamente con Lisa attraverso i nostri attacchi contro l’autorità ed i suoi molteplici tentacoli. Come Lisa, è attraverso l’ostilità permanente contro il potere che ci sentiamo vivi/e. Anche se lo scopo della prigione è di spezzare delle vite, e sappiamo bene che si tratta di un potente mezzo nelle mani dello Stato per cercare di imbavagliare i/le suoi/e nemici/che dichiarati/e, ciononostante essa non mette fine alla guerra che gli facciamo.
Attaccare questo mondo facendo riferimento al suo caso e alle sue posizioni dignitose ed acrate permette, da una parte, di mantenere un rapporto conflittuale con il dominio passando al di sopra dei muri e, d’altra parte, di non cadere in un’attitudine esclusivamente difensiva (anche se necessaria), come il sostegno di base (colloqui, casse di sostegno finanziario…). Ciò segna un fossato incommensurabile fra gli anarchici ed i gruppi autoritari di estrema sinistra o i libertari piattaformisti.
Per concludere, riprendiamo le parole di Lisa, con questo estratto della sua lettera del giungo 2017: “Questa volta è toccato a me, ma in altri momenti sarà il turno di altri, forse di ciascuno di noi, in particolare quelli e quelle che seguono il loro cammino con forza e dignità. Ma non lasciamo che lo Stato ed i suoi sbirri ci sottomettano. La prigione non è mai la fine, queste condizioni più difficili ci incitano ancora di più a continuare a difendere la vita ed i valori che noi rappresentiamo. La lotta continua – qua dentro, come fuori – fino ad abbattere tutte le prigioni e a distruggere tutte le forme di dominio e di autorità”.
Solidarietà, rabbia e anarchia!
Sugli attacchi solidali con gli/le anarchici accusati/e delle rapine in banca a Aachen
Cercheremo qui di fare una cronologia dei sabotaggi distruttivi che fanno riferimento agli/le accusati/e di questo caso, al di là delle frontiere degli Stati, i quali non esitano a coordinare i loro servizi per reprimere, a livello europeo od internazionale. Completiamo quindi qui la cronologia cominciata dagli/le autori/ici dell’opuscolo “Allonger la main”, che copre il periodo dal 13 aprile (data dell’arresto di Lisa) al 25 luglio 2016. Perché il modo migliore per difendere degli atti per i quali delle individualità anarchiche sono cadute fra le grinfie del mostro freddo dello Stato è riprodurli, tenera la testa alta senza rinnegare la nostra avversione ad ogni dominio. Precisiamo ciononostante che gli anarchici non hanno mai aspettato la repressione verso i/le propri/e compagni/e per attaccare questo mondo.
11 agosto 2016, Tolosa (Francia): bucati i pneumatici di diverse macchine di RTE [la società di trasporto dell’energia elettrica, NdT] e di una della SNCF [la Trenitalia francese; NdT], contro il nucleare e in solidarietà, fra l’altro, con le accusate nel caso delle rapine di Aachen.
15 agosto, Berlino (Germania): un locale del partito SPD e uno dell’impresa “Television Service Krüger” perdono le loro vetrine. Questa azienda collabora con le prigioni di Berlino esaminando ogni apparecchio elettrico che entra in prigione.
17 agosto, Gaillac (Francia): sabotati quattro bancomat.
31 agosto, Erfurt (Germania): una filiale della Pax Bank perde qualche vetro, viene lanciato all’interno del catrame puzzolente.
1 settembre, Amburgo (Germania): sabotati numerosi bancomat. Il comunicato dice: “Solidarietà, rabbia e anarchia!”.
19 settembre, Dresda (Germania): la porta di una banca viene distrutta a martellate, l’interno ricoperto di vernice.
28 settembre, Haren (Belgio): incendiato un ripetitore (dei fornitori Base, Proximus e Mobistar).
27 ottobre, Monaco (Germania): vetrine spaccate e vernice contro tre filiali bancarie
4 novembre, Tolosa: tre veicoli del famoso costruttore di prigioni Eiffage finiscono in fumo.
4 e 7 novembre, Berlino: numerosi bancomat di diverse banche vengono resi inutilizzabili. Il comunicato dice, in particolare: “Per noi, l’esproprio di banche e la distruzione del denaro sono simili e sono un buon modo di prendersela con il potere aggressivo”.
14 novembre, Pantin (Francia): incendiata l’entrata di un’agenzia Adecco.
20 novembre, Tolosa: un furgone di Eiffage distrutto dal fuoco.
25 novembre, foresta di Hambach (Germania): incendi coordinati di sei stazioni di pompaggio, di due trasformatori elettrici, di una scavatrice e di un posto elettrico secondario. “Mentre la mega-macchina stritola in continuazione, distruggendo ed inquinando tutto quello che vi è ancora di bello e di selvaggio al mondo, noi pensiamo che azioni di questo tipo sono necessarie per restare sani/e di spirito e ricordarci che siamo ancora vivi/e, in mezzo a tutta la distruzione e la miseria della società moderna. [...] Per l’anarchia ed il mondo selvaggio!” e in solidarietà con degli/le anarchici/e imprigionati/e. Firmato: Canaglie nella notte.
28 novembre, Le Mans (Francia): pneumatici bucati in serie per delle macchine del dominio: “abbiamo provocato delle fughe d’aria in una quindicina di pneumatici, macchine di borghesi, dell’agenzia immobiliare Citya, di Heulin construction (una filiale di Vinci) e di una ditta specializzata in matrimoni, perché sputiamo sulle coppie”.
14 dicembre, Besançon (Francia): quattro bancomat distrutti a colpi di martello.
17 gennaio 2017, Louvain (Belgio): in una notte glaciale, “50 parchimetri sono stati ricoperti di vernice e le serrature di diverse banche incollate. Su una delle banche (e in diversi posti in città) è stata scritta la frase: “Solidarietà con gli accusati di Aachen (A)”. Un piccolo gesto di resistenza… per mostrare che le persone accusate non sono sole! Contro le banche ed il loro mondo!”.
20 gennaio, L’Aia (Paesi Bassi): tre giorni prima dell’inizio del processo contro i/le tre compagni/e, nove bancomat vengono demoliti.
28 gennaio, Barcellona (Spagna): incendiati due veicoli della ditta di vigilanza Prosegur.
2 febbraio, Città del Messico (Messico): un ordigno esplosivo/incendiario distrugge due bancomat e l’agenzia bancaria chiude per qualche settimana. “Non bisogna dimenticare che l’espropriazione è un atto giusto, diretto, e che essa fa parte della storia di tutto il movimento rivoluzionario”. Cellule incendiarie Gatti notturni e Streghe cattive – FAI/FRI.
17 febbraio, Berlino: alcuni giorni prima del Congresso europeo di polizia, degli uffici della polizia di Berlino vengono attaccati con due ordigni incendiari. Il comunicato, firmato Anarchici, chiama alla mobilitazione contro il G20 di Amburgo, in solidarietà con i migranti e con degli/le anarchici/e in galera.
27 marzo, Madrid (Spagna): incendio di un veicolo di una ditta di vigilanza privata. “Speriamo che il calore abbia raggiunto i/le compagni rapiti/e nelle prigioni dello Stato tedesco, per dare loro forza, speriamo poi che un bel po’ d’altri veicoli delle forze repressive, pubbliche e private, finiscano allo stesso modo“.
28 marzo, Barcellona: la vetrina di un’agenzia della Lufthansa, “compagnia aerea che procede ad espulsioni ed estradizioni”, cade sotto i colpi solidali.
19 aprile, Liegi (Belgio): il commissariato di Sainte-Marguerite è completamente distrutto dalle fiamme. “Non siamo soldati. Noi siamo criminali. Non abbiamo nessuna patria nessuna causa superiore, nessun ordine da ricevere da parte di altri che noi stessi. Invece combattiamo per ritrovare le nostre vite, cercare le nostre libertà. Combattiamo la miseria delle nostre esistenze, l’oppressione delle morali e le sbarre che ci rinchiudono.” Attacco rivendicato da “Hai del fuoco? e soci”.
16 aprile, Bruxelles: un camion della BAM (impresa che costruisce prigioni) viene incendiato.
20 aprile, Città del Messico: un ordigno esplosivo viene piazzato negli uffici della compagnia petrolifera Exxon.
20 aprile, Città del Messico: ordigno esplosivo contro una banca. “È necessario spiegare perché abbiamo attaccato una banca? Quelle merde lasciano delle persone senza tetto, finanziano delle ditte che producono armi, che distruggono l’ambiente, degli sfruttatori, incatenano milioni di persone con i debiti e le loro false promesse”. Cellula insurrezionale “Pochi ma pazzi” – FAI/FRI.
23 aprile, Bruxelles: quattro furgoni della polizia bruciano sul parcheggio del loro centro di formazione, nel quartiere Midi. “L’hai fatto perché vuoi scegliere la tua vita. E nella tua mente non ci sono più recinzioni, non ci sono più furgoni. Nella tua mente ci sono soltanto più sorrisi e incendi”.
25 aprile, Rennes: due chiese attaccate a colpi di martello: “sputiamo sulla loro visione della famiglia, della coppia de della sessualità”.
28 aprile, Basilea (Svizzera): “Merda alla giustizia, merda al denaro!” tre bancomat vengono incendiati nello spazio di qualche minuto. Uno apparteneva alla Posta, che, in più della perdita del bancomat, è obbligata a restare chiusa il giorno dopo a causa delle fiamme e del fumo.
30 aprile, Besançon: i bancomat di due banche vengono spaccati a colpi di martello. Un altro viene ostruito con della vernice.
7 giugno, Barcellona: manifestazione selvaggia di 250 persone per le strade del quartiere Garcia, in solidarietà con Lisa, solo accusata ad essere ancora sequestrata per il caso delle rapine di Aachen. Tutto quello che fa parte degli ingranaggi del capitalismo viene preso di mira (in special modo vengono sfasciati i vetri delle agenzie bancarie e immobiliari, dei bancomat vengono incendiati…)
7 giugno, Madrid: un ordigno esplosivo/incendiario viene piazzato in una filiale della banca Bankia, nel settore di Mirasierra. Gli incendiari affermano “che la solidarietà fra anarchici non si limita a delle parole!”
7 giugno, Trentino (Italia): sul Monte Finonchio, diversi ripetitori ed altre strutture per la TV, la radio e la telefonia mobile vengono incendiati. I mass-media parlano di un milione d’euro di danni. Sul posto, delle scritte in solidarietà con gli/le anarchici/he prigionieri/e nella galera di Ferrara per l’operazione Scripta Manent e per quelli di Aachen.
13 giugno, Besançon: due veicoli di Securitas e uno del Comune si trovano con i pneumatici bucati, le serrature di una agenzia immobiliare e una di lavoro interinale vengono incollate.
7 giugno, Tolosa: incendio di un veicolo Eiffage: “Una bottiglia di gel idroalcolico versata sulla ruota anteriore ed un cubetto di diavolina sono bastati per far andare in fumo una macchia di Eiffage, che costruisce le loro gabbie, ma non basteranno per calmare la mia rabbia”.
Metà luglio, Monaco: nelle ultime settimane, vengono incendiati quattro bancomat.
13-14 luglio, Besançon: sabotate con della colla le serrature di cinque agenzie immobiliari, dell’ufficio di una ditta di vigilanza e di un club di sport destinato ai ricchi.
13 novembre, Amburgo: diverse macchine distrutte dal fuoco sul parcheggio di Sicherheit Nord a Barmbeck. “In dieci Länder, Sicherheit Nord lavora in partenariato con gli sbirri, sorveglia la base NATO di Lünebourg, le ambasciate, le strutture dove sono rinchiusi i rifugiati e i negozi nei quartieri cha paiono poco sicuri per i dominanti”.
28 dicembre, Parigi: un’auto appartenente ad un corpo diplomatico brucia nel XVII arrondissement.
30 dicembre, Besançon: la ditta di materiale di sicurezza SDF ha le vetrine sfondate e i muri coperti di scritte. Stessa sorte per un’agenzia di schiavitù salariale.
22 gennaio 2018, Parigi: incendiata una BMW di un corpo diplomatico.
6 marzo, Berlino: la Cellula Minoranza Violenta della FAI incedia delle auto della Bosch e della Tyco, ditte attive nei settori della sicurezza e della tecnologia, in particolar modo securitaria.
13 marzo, Genova (Italia): incendiato uno dei principali ripetitori della rete Telecom, sulle colline di Righi. “Tante le telecamere e i sensori di movimento all’interno dell’area recintata eretti a difesa del mostro metallico, ma la passione per la libertà unita ad un certo grado di determinazione permettono di sorvolare certi ostacoli.” dice fra l’altro il comunicato.
3 aprile, Parigi: una macchina di un corpo diplomatico viene incendiata in rue Pierre Demours (XVII). “Coeurderage” pensa “che la migliore risposta alla repressione, la più dignitosa, resta l’attacco. Invece della ritirata, della paranoia, delle prese di distanza, mettere dei bastoni nei meccanismi del potere. Scegliere il luogo ed il momento, in piccoli gruppi, approfittando del casino delle manifestazioni o del silenzio della notte. Non arrendersi mai”.
11 aprile, Madrid: incendiato un bancomat a Vallekas, con delle scritte in solidarietà con la compagna. Degli anarchici rivendicato l’attacco, concludendo il comunicato con queste parole: ”Che questa piccola prova di solidarietà sia un modo di esprimere tenerezza e consolazione verso Lisa e verso tutti i compagni e le compagne anarchici/e imprigionati/e dallo Stato, in Italia, in Grecia, in Francia, in Germania, in Turchia, in Cile, in Messico, in Russia ed ovunque nel mondo. La solidarietà è l’attacco! Coraggio a Lisa! Viva l’anarchia!”
19 settembre, Madrid: più di una decina di bancomat distrutti a martellate in diversi quartieri. Azione in occasione della settimana internazionale in solidarietà con i prigionieri anarchici, ecco cosa dice il comunicato: “Noi intendiamo la solidarietà come la continuazione della lotta che ha portato alla prigionia dei/le nostri/e compagni/e nelle galere dello Stato. La solidarietà anarchica è ben più che una semplice parola scritta o un lavoro di assistenza ai/le prigionieri/e. Tale solidarietà si concretizza nell’attacco delle strutture del capitalismo e dello Stato e cerca di approfondire il conflitto attraverso con gli sbirri, sorveglia la base NATO di Lünebourg, le ambasciate, le strutture dove sono rinchiusi i rifugiati e i negozi nei quartieri cha paiono poco sicuri per i dominanti”.
28 dicembre, Parigi: un’auto appartenente ad un corpo diplomatico bruco l’azione diretta”.
29 ottobre, Madrid: due compagni vedono arrivare gli sbirri a casa loro all’alba. Sono accusati del delitto di “degradazione per mezzo d’incendio di un bancomat della Bankia” nel quartiere di Vallekas [11 aprile 2018, vedi sopra], durante la settimana d’azione per la compagna Lisa, a quel tempo detenuta da più di un anno dallo Stato tedesco. Un testo a proposito di questo ennesimo atto repressivo contro degli anarchici afferma: “Poco importa l’”innocenza” o la “colpevolezza” dei compagni: si tratta di categorie del sistema giudiziario che, in quanto anarchici, non riconosciamo”. In un altro appello alla solidarietà attiva, si può leggere: “Rendiamo visibile la solidarietà verso quelli e quelle che sono colpiti dalla repressione, poco importa per quale ragione, che questa sia giudiziaria o democratica”. E in effetti la solidarietà rompe l’asettizzazione, in special modo a Madrid: il 9 novembre “mentre la maggior parte dei/le cittadini/e si riposava o festeggiava la propria alienazione sistematica di una settimana di sfruttati/e con divertimenti noiosi e ripetitivi, un bancomat bruciava a Carabanchel”. Il 10 novembre gli schermi di sette bancomat e di due parchimetri delle zone di Embajadores e di Chamberi vengono fracassati. Il 12 novembre, 20 bancomat vengono sabotati a colpi di martello nel nord della città. Fra l’8 e il 12 novembre, gli schermi di più di una ventina di bancomat sono distrutti a martellate nel quartiere di Carabanchel, in solidarietà con i due anarchici arrestati a Madrid. Poi, il 30 novembre, a Barcellona, un bancomat brucia e una scritta “prigionieri/e in lotta” viene fatta a Saint Andreu, in solidarietà con Lisa e con diverse individualità anarchiche incarcerate.
Kairos, journal anarchiste, n. 8 – gennaio 2019.
(tradotto da guerresociale)