Titolo: Repubblica Ceca: Nuove accuse – Operazione “Fenix 2” (12/06/2017)
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Era alquanto chiaro che il rilascio di Lukáš Borl dal carcere non significava la fine di un’altra continua operazione Fenix. Precisamente, Fenix 2 (il caso di Lukáš Borl). Una delle accuse contro Lukáš era istituzione, supporto e diffusione di un movimento indirizzato a sopprimere diritti umani e le libertà. Ma la polizia difficilmente sarebbe riuscita a dimostrare l’esistenza di un gruppo, con una persona sola. Anche per terrorismo c’è bisogno di minimo tre persone, lo sa ogni pivello all’accademia di polizia. E i membri delle unità di polizia non si contano come parte di un gruppo! E così è nata l’idea geniale, ed era chiaro che almeno il secondo episodio di Fenix necessitava di una reputazione migliore. Dopo il giudice “imparziale” di Fenix 1 (il caso-trappola in cui cinque anarchici sono accusati di aver preparato un “attacco terrorista” contro un treno di materiale militare), che per 13 anni ha lavorato per ÚOOZ (la stessa unità che prima si era infiltrata nel gruppo e poi eseguito gli arresti), che vorrebbe sparare ai rifugiati, che odia i Rom e molto probabilmente anche le donne, e dopo le imbarazzanti scuse del ministro dell’ingiustizia a Igor dopo che è stato dichiarato “innocente” dalla corte suprema due settimane fa (che non significa molto, dato che rischia ancora la procedura di deportazione), i poliziotti sembrerebbero dei completi perdenti se continuassero ad affermare che Borl sostiene un movimento di cui fa parte solo lui.

Così, la polizia ha cambiato marcia, e ha ideato un piano. In Fenix 2 sono state aggiunte altre 4 persone. 9 giugno la polizia ha avviato un altro procedimento, contro 3 anarchici e un ambientalista radicale, tutti accusati di 16 reati in totale. Queste 68 pagine di accuse suonano quasi come una stupida barzelletta se consideriamo che le accuse si basano su chi ha potuto scrivere cosa su internet anni fa, che tipo di letteratura avevano in casa o cosa chi pensa. Ma purtroppo, sappiamo che si tratta solo di un’altra repressione da parte della polizia, e questi cinque compagni provocatori accusati in Fenix 2 (Lukáš più altre quattro persone nuove) stanno affrontando le intimidazioni, devono cercare avvocati e possono finire in carcere, e qui finisce la “barzelletta”.

In verità, non stiamo affatto scherzando. Dopo la sentenza ad Aquisgrana, di alcuni giorni fa, contro l’anarchica condannata a 7,5 anni, queste accuse dimostrano nuovamente che ogni tipo di scusa da parte del ministro di giustizia (come quelle appena inviate ad Igor) rappresentano solo una mosse strategica per legittimare un’altra repressione, altro controllo e intimidazioni. Ma nessun Stato mai avrà la nostra legittimazione.

Solidali con gli accusati in Fenix 1 e Fenix 2, con Igor, con i Tre di Varsavia, con l’anarchica condannata ad Aquisgrana, e con tutti gli altri ribelli dietro le sbarre. Con il desiderio di libertà nei nostri cuori.