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Le notizie che ci giungono sulle condizioni di salute di Alfredo Cospito e sul pressappochismo delle cure mediche ricevute in carcere ci riempiono il cuore di rabbia. Pare, dalle notizie fino ad ora conosciute, che la direzione del carcere abbia procrastinato l’operazione alla cistifellea per diversi mesi, fino al punto in cui questa sarebbe esplosa, provocando una infezione al pancreas. Alfredo ha cominciato a stare male all’inizio del mese di luglio; da mesi i medici ritenevano necessaria una operazione, ma la direzione del carcere ha sempre preteso di risolvere la situazione tramite l’assunzione di pasticche. Solo recentemente è stato sottoposto alla necessaria operazione chirurgica, in una sala operatoria presidiata dai servi dello Stato e sorvegliata da telecamere. Non ci soffermiamo su un atteggiamento vittimista che non ci appartiene e che il nostro compagno per primo siamo certi non gradirebbe.

Vogliamo solo ribadire alcune ovvietà. Ovvietà che talvolta non vengono ribadite all’interno di un movimento la cui controinformazione virtuale appare sempre più spesso un elenco di news e aggiornamenti, che un momento di propaganda. Questa vicenda che sta rischiando di minare fortemente la salute di Alfredo – tra l’altro, come noto, appena uscito da uno sciopero della fame di circa un mese – non è un episodio isolato, ma è parte integrante della strategia dello Stato e del suo apparato repressivo volta ad accentuare ed inasprire l’isolamento carcerario contro i compagni anarchici prigionieri, con la finalità di annientarli e ammutolirli al silenzio.

Per tali motivi ribadiamo quanto segue.
Alfredo è un compagno che ha sempre combattuto a testa alta, anche dentro le mura del carcere. La sua coerenza, la sua verve polemica, la sua storia e le ferite che questa ha aperto nella nostra marcia storia recente, ne hanno fatto un nemico irriducibile per lo Stato, come dimostra da ultimo la pesante sentenza del 24 aprile 2019 nel processo “Scripta Manent” a Torino.

Non cesseremo mai di essere solidali con il nostro compagno, nella certezza che solo attraverso la solidarietà rivoluzionaria è possibile rompere e spezzare l’isolamento.
Alfredo, ti aspettiamo libero e in salute.

Sempre per l’anarchia.


Alcuni dei tuoi fratelli
28 luglio 2019