Gianluca Iacovacci
Facciamo finta che tutto va bene...
Che tutto va bene...
[..] So che probabilmente le mie parole verranno trasformate in semplici provocazioni o in torto assoluto dalla più professionale e intellettuale dialettica riformista di movimento, che si attiene al “pensiero unico” delle comuni ragionevolezze politiche di struttura collettiva. Ma questo non importa, perchè le mie parole rappresentano prima di
tutto me stesso e sapranno farsi valere di fronte alle chiacchiere e rispetto alla mia integrità individuale. Le mie parole non sono indirizzate ai giudici né ai tribunali visto che ho rifiutato il processo, ho rifiutato avvocati e ogni funzionalità inquisitoria, istanze di difesa comprese, non accontenterò attese dichiarazioni romantiche che vanno per la maggiore. Metto in chiaro che non ho alcuna “causa” o dovere impellente di smuovere o di svegliare un movimento che poco si muove se non a gregge, dove gli amplificatori e riflettori mediatici si accendono su “quello che passa la lotta”. Non è questione di “fazioni” o “compartimenti stagni” come si usa dire ora e che a creare è proprio chi ha un’incomprensibile bisogno di etichettarsi anarchico-NOTAV/NOTAV-anarchico (?), ma di affinità e coerenza di pensiero e prassi (indivisibili) anarchiche e le mie sono certamente incompatibili e inconciliabili con linguaggi e politiche riformiste dei “movimenti nei movimenti”. Perciò mi risparmierò i professionismi da dibattito romantico amorevole da “grande famiglia” visto che rispetto alle grandi famiglie sociali io sono orfano, da riformatorio e un figlio di nessuno che però si confronta e che condivide con chi non perde la bussola diretta alla liberazione totale, al sovvertimento totale del presente in maniera
anarchica e con le idee anarchiche rivoluzionarie in tutte le sfumature ma non quelle riformiste. Non mi sento quindi di contribuire, se lo faccio, al confronto in maniera a-critica e conciliante “per il bene collettivo” con un Movimento anarchico, o presunto tale, che francamente faccio fatica a distinguere da quello NOTAV (un movimento istituzionale cittadino) o da uno dei Diritti civili democratici, pieno di inerzie della politica di “sinistra anarchica”, vecchia e marcia sotto la bandiera del riformismo radicale e della lamentela sociale. [...]