Edimburgo [Scozia]: Incendiato un furgone della società animalista SPCA (15/09/2016)
La civiltà capitalista si propaga come il fuoco. Divora la realtà fisica e anche i modi di pensare, i quali ideologizzano le norme e i ruoli che assoggettano l’individualità, perpetuando così il loro consolidamento. Il servilismo non si trova in quello che una persona fa di per sé, il purismo della moralità come modo di pensare meccanicista rappresenta l’istinto degli schiavi, non degli ego consapevoli, i quali seguendo la propria insurrezione esistenziale cercano di interpretare la realtà al di fuori del mondo immaginario di idee, per essere in grado di attaccare a proprio piacimento, scegliendo ciò che appartiene a loro e cosa no.
Il servilismo va cercato nei modi in cui la persona accetta e riproduce i valori. In molti cercano di diffondere l’indottrinamento, perché il loro misticismo o le fantasie non li lasciano prendere fiato, ma noi sappiamo che la politica sta cercando di indicare i valori da seguire, però se questi non vengono creati da esperienza personale, dalla propria volontà di vita, allora saranno completamente inutili, se ti interessa creare l’anarchia e non un ideologia. Nessuno dovrebbe essere convinto di vivere la propria vita seguendo i modelli di ruolo, eroi e valori reificati. Questo è un modo di pensare che appartiene alla mentalità civilizzata, e non ci interessano le persone che non cercano di trovare modi personali per ciò che è loro proprio. Noi siamo misantropi e cerchiamo di guardare il caos negli occhi. La Storia ha dimostrato che la civiltà umana è inevitabile. Sebbene la sua forma contemporanea va oltre la comprensione, dato che da un campo di alienazione salti in un altro, lasciandoti fluire nel labirinto dell’esistenza circondato da attacchi metafisici.
Nella notte del 15 settembre abbiamo incendiato un furgone dell’assistenza sociale per gli animali, SPCA [società per la prevenzione delle crudeltà sugli animali, n.d.t]. Il furgone era parcheggiato in un cortile del quartiere. Questa è stata un’azione di estrema gioia e insubordinazione nella terra dei subordinati, ma anche un’azione di vendetta per un’individualità. Solo quando il corpo vive riesci a valorizzare la vita, quando senti lo scorrere della potenza, altrimenti lo spirito è solo una mascotte. Qualunque cosa facciamo è parte di noi, non rappresentiamo nessuno o niente.
L’assistenza sociale per gli animali “SPCA” è un altro ingranaggio nella fabbrica della civiltà. Questo fossile ubbidiente alle leggi “controlla” il “benessere” degli animali non-umani eliminando i “difettosi” che contaminerebbero la gabbia sterilizzata dei devoti alla Legge. Quando un animale viene ferito (non mortalmente) nella necropoli e classificato dallo spettro della Legge come non-nativo per lo spettro della Nazione, viene ucciso come segno di “pietà” dai carnefici della “umanità”, dalle immaginarie caratteristiche inerenti prescritte dalla moralità collegata con il fanatismo della Legga. Anche se qualcuno vuole portare l’animale ferito da un veterinario per curarlo, esiste una multa per coloro che curano animali non “nativi” per riportarli nella “natura” (cioè, nei giardini pubblici della città). La stupidità, l’eccessiva obbedienza spontanea che degrada la vita di una individualità ad un prodotto logoro, e l’ipocrisia di prendersi cura degli animali nel nome della rovina del “benessere animale”, o il vero sentimento di aiuto canalizzato attraverso il pensiero istituzionalizzato della moralità e Legge, scatenano il nostro odio e questa gente è nostra nemica. Prendersi cura nel modo antropocentrico paradossale degli individui non-umani per noi rappresenta una catena spregevole, perché non nasce dall’interesse verso un pieno impegno nelle proprie relazioni fuori dal contesto razionalizzato, per godersi la propria vita facendo ciò che provoca piacere, bensì emerge da un verosimile bisogno di “migliorarsi” l’esistenza, provocato dall’incomprensione della cruda realtà. Si tratta di un altro sistema radicato nel “progresso”. Il quale è l’estensione della “umanità”.
Non diciamo che queste persone non salvano le vite degli animali in diversi casi, o che non li aiutano nel contesto generale, ma non li presentiamo come ci “piacerebbe” per attaccarli all’interno di una cornice ideologica, bensì gli attacchiamo per quello che sono. Parte della macchina sociale che collabora bene con il capitale e l’ideologizzazione degli affari di animali domestici in una realtà razionalista del controllo tramite tecnologia nei moderni Stati umani. Collaborano anche con l’Ufficio della Corona e possono perseguire per applicare la Legge morale. Così, alla fine la domanda è chi uccide “umanamente”, non sistematicamente. Se una persona uccide un animale perché ha violato il suo spazio (per qualunque motivo, non importa se siamo d’accordo o meno) è un “criminale”, mentre gli sbirri degli animali che uccidono regolarmente sono “umani” perché lo fanno per motivi “giusti” e nei modi “adatti”. La moralità detta, la Legge esegue.
Il dio della Legge trasforma la vita in un mercanteggiare tra il “giusto” e “sbagliato”. Il caos è trasformato in non-vita perché si accettano varie interpretazioni del “bene” e del “male”. La completa razionalizzazione di ogni azione esistente costituisce l’origine della depersonalizzazione introdotta dalla consolidazione istituzionalizzata dei costumi. In questo modo la regolazione dell’esistenza prende il sopravvento.
Queste non sono parole di denuncia, ma di allerta, e di invito a coloro che non soccombono alla morte che rispetta le leggi. Coloro che pongono lo spettro della Legge sovra la vita reale dell’individualità sono nostri nemici. Non sopportiamo che alcuna individualità non-umana diventi oggetto di controllo dei fedeli alla Legge, degli amanti della società carceraria. Bastardi, indossate bene il volto dello spettro umano, ma noi non siamo “umani”.
Nocturnal Gale
[tempesta notturna]