Madrid [Spagna]: Giornate “Un mare di possibilità. Territorio, città e insurrezione” (14-16/06/2019)
Invito per le giornate “Un mare di possibilità nel deserto di cemento. Territorio, città e insurrezione.” – Giugno 2019
Venerdì 14
La Emboscada C/Azucenas, 67
18:00 Chiacchierata: La città come strumento di dominio
Sabato 15
Local Anarquista Motín C/Matilde Hernández 47
18:00 Presentazione ed esperienze della Comunità degli occupanti di Koukaki, Atene
20:00 Chiacchierata: Occupazione e conflitto sociale.
22:00 Cena
Domenica 16
La Emboscada C/Azucenas 67
18:00 Presentazione ed esperienze del progetto Rigger 94, Berlino
20:00 Tavola rotonda: Progettualità e proposte di lotta in città, con vari progetti di Madrid
22:00 Cena
PRESENTAZIONE E INVITO:
UN MARE DI POSSIBILITÀ NEL DESERTO DI CEMENTO. TERRITORIO, CITTÀ E INSURREZIONE
Il territorio è il luogo dove il potere dispiega i suoi meccanismi e, con esso, il conflitto.
Lo Stato ha bisogno del territorio sul quale elaborare e attuare il suo dominio. Su questo territorio i gruppi sociali si contendono il potere, la realtà. Anche la costruzione politica dello Stato-nazione necessita di un determinato territorio che funzioni come una cornice: qui parliamo di un territorio nazionale protetto da frontiere, muri, filo spinato, polizia, militari, campi di internamento e posti di blocco.
Ad un livello più concreto, all’infuori dai disgustosi livelli nazionali, scopriamo che il territorio è il tavolo sul quale poniamo le regole del gioco. Il potere ha bisogno di occupare il territorio per assicurarsi l’egemonia della propria realtà, il funzionamento delle sue norme. Sul territorio, la contesa dello spazio, la messa in discussione delle posizioni dell’autorità è un contesto esistente, è la base stessa del conflitto con il Potere.
Il nostro obiettivo qui è analizzare il territorio in cui ci troviamo e come il potere si dispiega su di noi attraverso sé stesso. Lo spazio ci condiziona. Il modo di abitare il territorio può ridefinirlo, alterare le norme che lo dominano e generare spazi di autodeterminazione e libertà per le persone che lo vivono. Però, le città sono state organizzate, e sempre di più si trasformano e costruiscono, in base a interessi completamente estranei ai nostri. E’ necessario analizzare i processi storici di trasformazione delle città, comprendendo che si tratta di centri di accumulo di potere e capitale. La rivoluzione urbana che costruisce un mondo invaso da gigantesche e insalubri metropoli non è un progetto del futuro, è la realtà. Il capitalismo attua in questo modo diverse trasformazioni a livello urbano, spinto da una logica mercantilista e funzionalista, secondo gli interessi creati. La gentrificazione o la turistificazione sono solo alcuni di questi processi, con i quali si vuole sviluppare formule di sfruttamento e dominio degli sfruttati. Il costante trasferimento forzato e l’espulsione ai quali questi cambiamenti ci sottopongono rappresentano un’altra espressione di questa contesa dello spazio.
Lungi dal cercare una riforma democratica della città, come propone la Sinistra – altre formule di gestione della miseria – consideriamo la tensione permanente con il potere come l’unica via che si manifesta nelle lotte, come occupare o resistere e ostacolare i piani di riassetto urbano tramite azione diretta e l’autonomia.
Il dominio penetra nelle nostra vite in forma di cemento armato e circuiti di dati. Un territorio creato per il controllo non può generare spazi di libertà. Le nostre analisi possono dunque solo puntare verso la distruzione delle città e della forma di vita che contengono. La nostra prassi, il conflitto sociale. Se la città è il nostro carcere, la nostra maniera di viverla deve essere la sommossa.
Vorremmo analizzare il territorio per capire in che modo ci domina, per comprendere il suo funzionamento e individuare i suoi punti vulnerabili. Intendiamo questo come un modo per acquistare capacità per superare questa dominazione, scegliendo da soli. La città determina il modo in cui ci relazioniamo, ci muoviamo, persino come lottiamo, e in definitiva, come viviamo. Comprendere questi meccanismi ci aiuta a portare decisioni al di fuori di questa imposizione. Dall’altro canto, la città è un focolaio di conflitto sociale. In essa il sistema ammassa la maggior parte della popolazione, così come concentra anche i centri nevralgici delle sue infrastrutture. Proponiamo di guardarci attorno per incontrare le opportunità che la città ci offre per attaccare e generare conflitti. Scommettiamo su una progettualità anarchica nella lotta dalla città, contro la città.
Organizziamo questo incontro con l’obiettivo di generare un discorso sulla città e i conflitti che ci pongono in un’ottica anarchica. Ci interessa porci la domanda se forse abbiamo scelto consciamente questo terreno che è la città, come luogo dove articolare la nostra vita e la lotta. Quali conflitti si presentano a noi, quali possibilità si aprono e come influisce sulle nostre relazioni e progetti. Vogliamo creare questo spazio per poter condividere analisi attraverso le nostre varie esperienze. Cosa intendiamo per lotta nei/dai quartieri? Corriamo il rischio di generare delle nuove politiche identitarie, verso un nuovo patriottismo di quartiere? Cosa succede con l’interclassismo attorno alla figura del “vicino”, vogliamo istituire un nuovo soggetto rivoluzionario, come fa l’operaismo? Come schivare discorsi cittadinisti e il suo conseguente recupero di conflitti che sorgono nei quartieri? Come analizziamo i cambiamenti urbanistici, la gentrificazione, il problema degli alloggi e i diversi conflitti che la città ci presenta? Come possiamo incrementare la conflittualità nei quartieri attraverso queste problematiche? Come può generare conflitto il nostro modo di occupare il territorio nelle città, come si materializza la nostra presenza in esse? Come si materializza l’occupazione statale del territorio e come possiamo guadagnare terreno di fronte al suo dominio? Attraverso quali obiettivi presentiamo la nostra lotta e con che proiezione, in tal senso? In che misura le nostre dinamiche sono influenzate dallo spazio in cui viviamo e lottiamo? E’ possibile cambiare questo?
Queste sono alcune delle domande che vorremmo affrontare durante le giornate. Da un lato, invitando progetti anarchici della città per esporre le proprie analisi ed esperienze sul tema; dall’altro, portando compagni da latitudini differenti per contribuire con le proprie esperienze, molto diverse, e poter apprendere da altri contesti. Crediamo che si stanno avvicinando momenti nei quali si potranno accentuare determinati conflitti attorno a questo inhabitat che chiamiamo città, ed è perciò importante approfondire un discorso proprio in merito, per decidere di prendere parte a diverse lotte, o forse provare di attuarle.
Vi invitiamo a venire e partecipare a questo incontro, per il quale metteremo a disposizione spazi per alloggiare per facilitare i compagni dalle altre città. E che si svolgerà a Madrid, il fine settimana del 14, 15 e 16 giugno.
Per contattarci, scriveteci a: unmardeposibilidades@riseup.net