Italia: Nascono le edizioni Monte Bove – Prime due pubblicazioni
Le Edizioni Monte Bove sono un tentativo di autoproduzione editoriale collettiva, portato avanti da alcune individualità libertarie. Assediati dall’ignoranza generalizzata, siamo sempre più convinti che non possa esistere per gli anarchici alcuna dicotomia tra la teoria e la prassi, ma che l’una sia necessaria all’altra, e viceversa.
Contro ogni padrone, anche delle idee, amiamo la libera divulgazione culturale, aborriamo l’idea di proprietà privata intellettuale, e pertanto tutto il materiale pubblicato dalle Edizioni Monte Bove sarà libero dal copyright. Chiunque potrà copiare, tradurre, fotocopiare, fotografare, postare su internet, citando o meno la fonte, tutto il materiale che viene pubblicato dalle Edizioni.
Questi sono i primi due testi pubblicati, presto ne seguiranno altri...
Per la collana “Tascabili clandestini” è disponibile il libro “Mio caro padrone domani ti sparo – Cent’anni di odio di classe”.
Da Ravachol alla Federazione Anarchica Informale, da van der Lubbe a Mario Galesi, passando per Errico Malatesta e Belgrado Pedrini. I sacri maestri della dottrina, di ogni dottrina, rimarranno inorridi. Questo libello non ha e non potrebbe pretendere di avere alcuna corenza ideologica. Queste pagine raccolgono sei scritti di provocazione, di “fomento”, di rabbia rivoluzionaria. Gli scritti sono recuperati da una semina storica ultracentenaria delle classi sfruttate, introdotti da una breve presentazione critica. Mancano, volutamente, tutti gli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso – troppo scontati e al tempo stesso troppo complessi per gli scopi freschi e spontanei di questa raccolta.
“Io sono solo un operaio senza istruzione, ma poiché ho vissuto l’esistenza dei miserabili, sento meglio di un ricco borghese l’iniquità delle leggi.” – Ravachol
Una copia 5 €, distributori 2 €.
Per la “Collana Rossa” è disponibile il libro “La Piattaforma di Machno e Aršinov fuori dal mito e dall’oblio”.
L’anarchismo nacque, dunque, non dalle astratte riflessioni di un dotto o di un filosofo, ma dalla lotta diretta condotta dai lavoratori contro il capitale, dai loro bisogni e dalle loro necessità, dalla loro psicologia, dalle loro aspirazioni di libertà e di eguaglianza...
D’altra parte, l’anarchismo non è neppure in alcun modo il prodotto di generali aspirazioni umanitarie. L’umanità “una” non esiste. Ogni tentativo di fare dell’anarchismo l’attributo di tutta l’umanità, così com’essa si presenta oggi, di dargli un carattere genericamente umanitario, sarebbe una menzogna storica e sociale che condurrebbe inevitabilmente alla giustificazione dell’ordine attuale...
La sensazione, rileggendo criticamente la piattaforma, è che il movimento anarchico abbia buttato via il bambino con l’acqua sporca. Imbarazzati, come non esserlo?, dalle posizioni organizzative, dal partito anarchico, dai concetti di disciplina, unità teorica, presenti sopratutto nell’ultima parte dello scritto, forse abbiamo perso per quasi un secolo un bagaglio di teorie rigorose, salde, che avrebbero potuto essere una bussola rivoluzionaria nei momenti decisivi. E così ci siamo persi importanti passaggi sulla lotta armata, fatti non da intellettuali annoiati, ma reduci di una grande rivoluzione e da una terribile guerra civile. E così ci siamo persi passaggi sulla natura capitalista dell’Urss, svolti non da chi qualche hippy pacifista ma da gente che in Unione Sovietica ci ha vissuto e ci è morto. E così ci siamo persi le lezioni sulla necessaria autonomia dell’organizzazione anarchica insurrezionalista dai movimenti, dai comitati, dai sindacati. Naturalmente non devono essere posizioni da prendere in blocco. Quelle fazioni politiche dell’anarchismo che queste posizioni le hanno prese dogmaticamente, sono finite nell’inutilità storica, in quel nullismo per combattere il quale la piattaforma era stata pensata.
Una copia 8,50 €, distributori 6 €.
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