Grecia – Per i 13 anni di carcere a Irianna (14/06/2017)
Comunicato di Konstantinos Papadopoulos, partner di Irianna B.L.:
14 marzo 2011. Squadre anti-terrorismo perquisiscono la casa che avevo affittato nel quartiere di Cholargos ad Atene, e mi arrestano come membro dell’organizzazione rivoluzionaria “Cospirazione delle Cellule di Fuoco”. Quella notte Irianna ha avuto la sfortuna di dormire da me. E’ stata portata in questura e interrogata, le sono state prelevate le impronte e il campione di DNA. Fu rilasciata lo stesso giorno.
Io sono stato rilasciato su cauzione tre giorni dopo.
10 novembre 2011. Secondo la ricostruzione di un “testimone”, che non fu mai più visto, neanche al processo, sono state trovate delle armi, mai usate, al Politecnico di Zografou ad Atene.
11 gennaio 2013. Irianna viene arrestata come membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco e per il trasporto illegale di armi, in base ad una minuscola traccia di DNA trovata in un magazzino, parte di una quantità di armi nascoste al Politecnico. Un anno e mezzo da quando queste armi sono state trovate e dopo che la polizia aveva il suo DNA da due anni.
Irianna fu rilasciata su cauzione, questa volta senza che il giudice del tribunale speciale esponesse i suoi dettagli o la foto pubblicamente. Il compito è invece stato realizzato dal allora ministro di protezione cittadina, Nikos Dendias, che fece uscire un comunicato informale.
Tutto questo avvenne durante il mio processo, con tutto ciò che poteva comportare per i suoi esiti. Il tribunale alla fine ha stabilito che non ero colpevole, addirittura con l’assenso del P.M., dopo che questo ha constatato che l’unico rapporto che avevo con la Cospirazione delle Cellule di Fuoco era di mera amicizia con alcuni dei suoi membri, nel contesto del movimento antiautoritario, qualcosa che non ho mai negato.
Irianna non si è allontanata da me, anche se era diventata un bersaglio. Rimane là, ostinatamente ignorando la paura e continuando la sua vita. Lavora con entusiasmo e fa progressi nelle sue attività, continua ad avere amici, a sognare, a vivere. E io sono sempre con lei.
Per chi non ha seguito da vicino, è difficile comprendere come si è svolto il suo processo. La P.M., lei stessa una donna, parlava di me come se fossi ancora indagato; non voleva accettare che un’altro tribunale, dello stesso grado come il suo, aveva definitamente prosciolto una persona che si dichiarava amico di alcuni membri delle CCF. Non poteva concepirlo. In un modo tendenzioso, ha chiesto a Irianna perché non mi aveva lasciato. Ha coinvolto anche persone estranee ad ogni inchiesta. I nostri amici d’infanzia, che Irianna riconosceva solo come ospiti in casa mia, sono stati diffamati, diventando un motivo di colpevolezza per la P.M. Sono stati addirittura menzionati nel suo discorso.
Una donna giudice che non ha pronunciato neanche un mezzo motivo per sostenere la sentenza. Una parola sola: colpevole.
Irianna è stata condannata a 13 anni di carcere da queste due donne miserabili.
Irianna è stata condanna come membro delle CCF perché aveva una relazione con me. Ma secondo i loro tribunali io non sono un membro dell’organizzazione...
Irianna è stata condannata per trasporto illegali di armi in base alla prova fornita da una minuscola quantità di DNA di pessima qualità; tra le altra cose, un tale pezzetto di prova è stato richiesto allo stadio preliminare del processo da un laboratorio scientifico che lavora con le autorità giudiziarie in tutta l’Europa, per ulteriori analisi e valutazioni, ma la polizia aveva risposta che “era finita”. Li si deve semplicemente credere. E poi dovremmo anche prenderli seriamente, queste persone che avevano le armi di Irianna e il DNA, e avevano bisogno di un anno e mezzo per produrre i loro risultati.
PARANOIA? DELIRIO? GIUDIZIO A PRIORI? ORDINI DALL’ALTO?
Non mi interessa. Su queste basi ognuno può essere condannato per qualunque cosa. Basta essere amici di qualcuno che è amico di qualcun altro...
Una responsabilità collettiva che minaccia di criminalizzare non solo uno spazio politico, ma anche ogni tipo di rapporto che le persone di questo spazio decidono di instaurare per motivi personali.
Come hanno condannato Irianna, così hanno condannato l’amore, le relazioni, le simpatie, i sorrisi, gli interessi.
Irianna non ha accettato che qualcuno le dica chi le deve piacere, chi deve amare e con chi deve vivere.
“Anche l’anima ha la sua polvere e se si alza un po’ di vento dentro noi, ahimè!”
LIBERTÀ PER IRIANNA
LIBERTÀ PER TUTTI NOI
Konstantinos Papadopoulos
14.06.2017.