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Nota: Traduco e pubblico questo lungo testo di una cellula delle CCF, di Guerriglia Urbana, firmato da Gerasimos Tsakalos, non perché il mio pensiero anarco-nichilista lo condivide, ma per rendere pubblico quanto questo progetto si è allontanato da questa forma di tensione per proporre (oserei dire riproporre) un individualismo anarchico che per certi versi può essere trovato nelle pagine di una diversa teoria insurrezionalista, però in questo caso avvicinandosi, o addirittura in certi punti sfociando in idee formali, cioè dell’organizzazione formale.

Buona lettura...



Prologo

Il nuovo titolo delle Black International edizioni, “Individualità e gruppo anarchico”, scritto da Gerasimos Tsakalos delle CCF – Cellula di Guerriglia Urbana, affronta una questione che riguarda molti di coloro che rappresentano la parte attiva della tensione anarchica. Non parala solo del modo in cui i compagni affrontano le strutture di organizzazione minima (cluster, reti, gruppi di affinità), informali e di attacco, del modo in cui si comportano all’interno di esse, degli effetti che producono su di loro, ma volge lo sguardo anche ai problemi che possono sorgere e alle possibili soluzioni di questi. Tutto questo può contribuire ad una nozionale mappatura “da-completare” di alcune zone di confine tra le periferie del sociale e del clandestino, per coloro che attraversano queste zone. Scritto in base ad un’esperienza vissuta di un guerrigliero anarchico urbano armato, detenuto nell’isolamento sotterraneo del carcere di Korydallos ad Atene, Grecia, non è una fantasia surreale, ma un testo sviluppato nella fornace di teoria pratica e delle sue conseguenze. Le forme orizzontali dell’organizzazione qui descritte sono le stesse che sono state usate e sviluppate nella pratica, non dalle scritture, ma nel caos attuale di ogni giorno.
Per una internazionale nera di anarchici della prassi
Settembre 2016

Individualità e il gruppo anarchico

Invece dell’Introduzione

Sul tema dell’“Individualità e il gruppo anarchico” si potrebbe dire che si tratta di un’eterna questione dell’ambiente anarchico... L’individualità anarchica è sottomessa o liberata all’interno di un gruppo? In che modo l’individuo incontra il collettivo? Possono i disaccordi tra i compagni dello stesso collettivo essere creativi o inevitabilmente portano a dispute, rivalità, intrighi, competizioni, finendo nella rottura?

In che modo possono le amicizie e le cerchie portare all’annullamento di un gruppo anarchico?

Come si pone un’organizzazione anarchica davanti all’espulsione dei membri che ne fanno parte? Come possono le gerarchie informali e i loro membri-seguaci sopravvivere ad un progetto anarchico?

Queste sono alcune delle domande che sorgono dal rapporto esplosivo tra gli individui che cercano di convivere in un gruppo anarchico.

L’opuscolo “Individualità e il gruppo anarchico” è una testimonianza sperimentale di esperienze politiche proveniente dall’interno di infrastrutture anarchiche illegali di violenza rivoluzionaria. Le relazioni che si sono formate in tali nuclei sono estremamente acrobatiche perché testate nelle condizioni e scelte estremamente concentrate.

Il prezzo di incoerenza o di audacia dei principi e valori basilari di un’organizzazione di guerriglia urbana può portare a molti anni di carcere, o addirittura alla morte.

Perciò, qualcuno potrebbe pensare che questo opuscolo specifico è indirizzato a dei compagni più “famigliari”...

Ma non è questo il caso...

Dato che nulla nasce da sé stesso, sappiamo tutti molto bene che i gruppi guerriglieri nascono e crescono dal movimento, e che sono la sua espressione armata.

Le esperienze e le relazioni presentate in questo testo sono estensioni delle esperienze e dei rapporti che incontriamo nelle iniziative anarchiche, nei posti occupati, luoghi di ritrovo o nei progetti auto-organizzati. Da questi progetti emergono i momenti più intensi, ma anche il prodotto di un’anarchia deformata.

Lo stile di questo opuscolo potrà sembrare un po’ strano ai compagni che lo leggeranno, dato che [...]

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