Titolo: Berna [Svizzera]: Attacco di solidarietà contro l’ambasciata tedesca (29/08/2017)
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La notte scorsa [tra 28 e 29 agosto], abbiamo attaccato con la pittura l’ambasciata tedesca di Berna. Questa azione è stata eseguita in solidarietà con tutti le persone ferite, incarcerate, condannate e ribelli nelle manifestazioni contro il vertice di G20 ad Amburgo, e anche con quelle che si oppongono alla criminalizzazione e al divieto della piattaforma di Linksunten.indymedia. Le persone che non si lasciano pacificare con le condizioni esistenti vengono perseguite e punite con più grande fermezza.

Più di trenta persone si trovano ancora oggi in carcere, in parte per motivi inattendibili. Altri soffrono ancora oggi le conseguenze della repressione. Chi fisicamente per colpi di manganello, fratture, chi psicologicamente per l’atteggiamento barbarico degli sbirri. L’aggressione bestiale contro la manifestazione Welcome to Hell o le multiple lesioni gravi a Rodenbarg (in occasione del blocco di venerdì 7/07) sono solo qualche esempio.

Ieri una persona di 21 anni è stata condannata a 2 anni e 7 mesi di carcere, e ci saranno altri processi nei prossimi giorni. Stanno cercando di spaventarci con condanne assurde, per impedirci a lottare contro il dominio. Otterranno l’incontrario: lotteremo ancora di più dimostrando più solidarietà!

Nel contesto dell’ondata repressiva di G20, lo Stato tedesco ha vietato il media alternativo Indymedia linksunten, con perquisizioni e sequestrando e sigillando innumerevoli oggetti. Non vogliamo e non possiamo semplicemente accettare questo attacco diretto contro le strutture autonome.

A quanto pare è possibile opporsi ai colpevoli! Sono vulnerabili e non sono in grado di proteggere a sufficienza tutto ciò a cui tengono. Dimostriamo la solidarietà! Che si tratti di azioni individuali, di progetti politici o di risposte a tentativi di aggressione nei nostri confronti!

Perché quando una persona viene colpita dalla repressione, ci riguarda tutti e tutte!

Consideriamo la nostra azione anche come parte della settimana internazionale di solidarietà con i prigionieri anarchici.

Novant’anni fa, il 23 agosto, gli anarchici italo-americani, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti vengono giustiziati in carcere. La loro incarcerazione faceva parte di una vasta campagna del governo statunitense contro il movimento operaio rivoluzionario.

In giugno due compagni sono stati condannati a sette anni e mezzo di prigione per la loro presunta partecipazione in una espropriazione di banca ad Aquisgrana, in Germania[1]. Questa sentenza dimostra ancora una volta che le persone con uguali ispirazioni non vengono punite solo per i loro atti, ma anche per le convinzioni anarchiche.

Attraverso i muri delle prigioni di questo mondo, i nostri saluti vanno ai nostri compagni detenuti!

Lottiamo insieme contro tutti gli Stati!

Per una società solidale senza sfruttamenti e carceri!

[1] Errore nella rivendicazione: 7 giugno 2017 la sentenza relativa alla seconda parte del caso di rapina in banca ad Aquisgrana (2014) è stata la seguente: la compagna Lisa è stata condannata a sette anni e mezzo di carcere, mentre l’altro compagno accusato è stato prosciolto. Per scrivere a Lisa, incarcerata a Colonia (Germania): Buchnummer 2893/16/7 – Justizvollzuganstanlt (JVA) Köln – Rochusstrasse 350 – 50827 Köln – Germania