Aquisgrana [Germania]: Aggiornamento sul processo contro gli anarchici accusati di rapina in banca (02/06/09-03-2017)
2 marzo: In questa sessione il primo testimone era l’addetto alla manutenzione dell’edificio in cui si trova la banca, mentre la sua officina è situata sul 1° piano del parcheggio privato di questo edificio. Quella mattina ha sentito suoni di porte e di persone, ma senza poter dire di quale porta si trattava, dato che ci sono varie porte che collegano il parcheggio alle scale dell’appartamento e della banca. Per tutte queste è necessaria solo una chiave per entrare, ma nessuna per uscire. In quell’occasione aveva trovato un cappello nero sul pavimento, che aveva consegnato alla polizia quando aveva compreso che c’era stata una rapina.
Poi ha testimoniato una coppia di anziani che vive nell’edificio. Quella mattina si trovavano al parcheggio, e mentre accendevano la macchina hanno visto nello specchietto retrovisore quattro giovani di 20-25 anni, vestiti di nero, come se fossero usciti dalla notte, che si dirigevano verso la strada. Più tardi, per strada, pensano di aver visto una coppia fare qualcosa per terra, con una borsa vicino ad una macchina parcheggiata sul posto per i disabili. In quel momento non ci avevano fatto caso, ma al ritorno, alla vista della polizia, hanno raccontato agli sbirri ciò che avevano visto.
L’ultima testimone ha lo studio oftalmologico nell’edificio; quando andava al lavoro ha incontrato per le scale quattro persone che si toglievano i vestiti, ma sotto ne portavano degli altri. Ha notato soprattutto la persona che non portava né la parrucca, né gli occhiali, né la maschera, ma ha detto che questa persona non era presente in aula. Inoltre, aveva visto per strada qualcuno andarsene in bici e un’altra persona (sulle prime si ricordava di una donna, ma non era più così sicura) che assicurava la bici con una catena.
I presenti (inclusi i due compagni accusati) non sono stati riconosciuti da nessuno dei testimoni.
Inoltre, è stato letto uno stralcio del riassunto su due fucili ad aria compressa, che parlava della produzione italiana, del calibro, delle caratteristiche ecc.
6 marzo: In questa sessione hanno testimoniato i 4 impiegati della banca.
La prima testimone non era presente durante la rapina, ma aveva chiuso la cassaforte il giorno prima. Ha parlato della somma di denaro prelevata in euro e in altre valute. La sua testimonianza è stata molto breve.
La seconda persona che ha testimoniato era il responsabile della “sicurezza” della banca. Lui si ricordava di una donna e di minimo due uomini. Per quanto riguarda la donna, era senza parrucca, senza occhiali e aveva occhi verde-castani. Parlava tedesco con l’accento (ma senza essere capace di specificare quale). L’uomo con la parrucca bionda e in generale tutti loro non erano molto alti. Non era capace di addentrarsi nei dettagli, dato che non si ricordava quasi nulla.
Il terzo testimone lavora su uno degli sportelli della banca. In quel periodo aveva detto che avrebbe riconosciuto alcuni degli assalitori se li avesse rivisti. E che il loro atteggiamento era assai duro. Ha anche detto che lo donna aveva tra 30 e 35 anni. Ma anche che a questo punto ormai non poteva più ricordarsi ogni dettaglio di quella giornata, e che la donna sembrava avere più o meno 28 anni, ma che non riconosceva nessuno dei presenti, ma si ricorda che gli assalitori erano gentili e quasi “simpatici”.
L’ultima a testimoniare era la cassiera della banca. Era sicura che gli assalitori erano in sei. Sicuramente un uomo e una donna, ma per quanto riguarda gli altri non era sicura se tutti erano uomini. Si ricordava di una donna con parrucca e occhiali, con pelle grigiastra, e di un uomo di pelle scura (in quel periodo aveva detto alla polizia che forse era messicano) e con parrucca bionda. Tutti erano bassi e ha pensato che uno di loro poteva avere tra 50-60 anni. Gli altri erano tutti molto giovani, circa anni. Nel momento della rapina ha sentito i rapinatori parlare e le è sembrata una lingua dell’est Europa. Quando quel giorno tornava a casa aveva sentito al semaforo parlare dei rumeni e ha pensato che parlassero la stessa lingua degli assalitori, e per questo ha detto alla polizia che poteva trattarsi di persone da questo paese.
09 marzo: In questa sessione hanno testimoniato due dipendenti della banca, come anche lo sbirro che si è recato sulla scena dall’ufficio centrale, qualche minuto dopo la chiamata d’emergenza.
La prima testimone ha dichiarato che, secondo lei, non c’era nessuna donna presente nella rapina, anche se ogni tanto parlava della “donna”, influenzata da altri testimoni. Si ricordava di un numero non specifico di assalitori, 5, 6 o 7. E tutti bassi e di pelle scura. Si ricordava di una parrucca nera e di una bionda. Gli altri indossavano il passamontagna. Ha detto che durante la rapina aveva visto solo una pistola, dato che gli assalitori le avevano detto velocemente di mettere la faccia per terra, e per questo non avevo visto quasi nulla. La persona che le ha chiesto se aveva le chiavi della cassaforte, lo ha fatto in tedesco corretto, ma con (non era sicura) accento di est Europa. Alla fine è arrivata alla conclusione che si trattava di un gruppo professionista, che non era alla prima rapina. E che conoscevano gli interni della banca. Non ha riconosciuto nessuno presente in aula.
Il prossimo testimone ha dichiarato che si ricordava di una donna e di 4 uomini. La donna con una voce giovane e amichevole. Parlava un tedesco perfetto, ma non nativo, possibilmente con l’accento di est o sud Europa (cioè greco, spagnolo, italiano, rumeno...). Durante la sua testimonianza il giudice ha varie volte ripetuto che stava dando una versione completamente contraddittoria alla dichiarazione precedente. Il testimone ha detto che sono trascorsi due anni e mezzo, e ormai non ricordava quasi niente. Non ha riconosciuto nessuno.
Lo sbirro ha spiegato che al suo arrivo in banca, qualche minuto dopo la chiamata alla stazione, ha trovato quindici persone, tutte slegate, che parlavano “animatamente”. Ognuno voleva spiegargli la propria versione della storia. Ma nessuno riusciva a spiegare se i mezzi con cui si erano liberati dai lacci (pinze e un taglierino) appartenevano alla banca o ai rapinatori. In quel periodo parlavano di una donna e di alcuni uomini con l’accento di est Europa. Non si ricordava nulla di quel giorno, ha ammesso che ha dovuto rileggere di mattina la propria dichiarazione, per prepararsi a testimoniare.
La prossima sessione si svolgerà il 13 marzo alle ore 09:00, ed è possibile la presenza di telecamere della TV.