Titolo: Sudamerica: “Insidia” n. 3 e “Dalla memoria alla strada” – testi in memoria di Mauricio Morales (in spagnolo)
Origine: roundrobin.info
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Condividiamo con entusiasmo il terzo numero della pubblicazione. Come nei precedenti sono inclusi testi di Wolfi Landstreicher che per la maggior parte sono stati tradotti dal libro Willful Disobedience, un testo di Renzo Novatore, un altro di Sidney E. Parker, tra gli altri.

Come dicono le belle parole recentemente condivise dal compagno GR: Non lo facciamo per un mondo migliore o per una luminosa società futura, o in nome di una classe o di una causa, o in nome della speranza nella realizzazione di una Rivoluzione Sociale sempre più irraggiungibile; né lo facciamo per un prezzo da pagare ma per un peso da gettare via. Lo facciamo per il piacere che ci deriva dal dare libero sfogo a tutte le nostre passioni, per il piacere di vivere intensamente, confrontandoci giorno per giorno con la morte nella vita impostaci dal sistema di dominio, per la soddisfazione di essere anarchici fino alle ultime conseguenze, per la delizia di incitare gli sforzi per distruggere le sedizioni anarchiche.

Situazioni passate che rimangono nella mente, fatti che rimarranno per sempre. Successi, sbagli, o qualche errore fatale. Il ricordo dei compagni che non ci sono più e il sentimento per quelli che sono rinchiusi non svaniranno mai.

Facciamo che il ricordo e il sentimento siano distruzione concreta


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Un cammino sovversivo...

Per quelli di voi che non conoscono e non ricordano, Mauricio Morales è morto una mattina di maggio, mentre si preparava la temporizazione e l’attivazione per collocare un ordigno esplosivo nella Scuola della Gendarmeria, una configurazione temporanea per iniziare il ritiro tra gli angoli ciechi studiati e quei luoghi che proteggevano la sua attività anarchica in segreto. Ma le storie di insurrezione non sono sempre scritte come speriamo, tra fortuna e tensione inaspettata, cosi l’esplosione diretta verso quella triste istituzione non sia stata accompagnata dalla gioia di concretizzare l’attacco, questa volta sono state schegge, sospiri profondi, dolore e resistenza a venire più tardi.

Era il freddo 22 maggio 2009 quando il Punky Mauri ha attaccato per l’ultima volta. Oggi ricordiamo il nostro compagno nel pieno del conflitto e con il dinamismo con cui ha deciso di affrontare il nemico. Occupazioni, biblioteche, comunicazioni di quartiere, forum, letture, organizzazione e scontri. Il pensiero e l’azione del compagno che, lungi dal porre freno all’offensiva anarchica, ha contribuito all’attacco di tutte le volontà che in diverse parti del mondo hanno risposto alla morte di un guerriero, trasformando la memoria combattiva in un’arma pericolosa e trasgressiva, avvertendo che mille ore di teoria equivalgono a un minuto di azione.

L’esercizio del ricordare non era e non sarà una parola morta, ricordare i nostri morti significa mettere in movimento l’impegno della guerra di ieri e di oggi.

Ci riconosciamo e ci ritroviamo a ricordare il nostro compagno per le strade di questo quartiere perché è lì che ha sviluppato la sua vita politica più attivamente. Lo ricordiamo non guardando un passato ermetico e lontano, ma guardandolo da un presente che richiede attività e impegno, perché l’avanzare della dominazione non smette di diffondere la miseria nei territori e nelle persone che abitano questo mondo.

La cartografia del conflitto anarchico è tracciata controcorrente e l’incertezza della nostra lotta non è una domanda semplice e leggera. I risultati individuali e collettivi delle azioni intraprese diventano i segni che rimangono tra tentativi ed errori, esperienze di cammino che dobbiamo trasformare in apprendimento.

I percorsi che noi anarchici percorriamo non solo rispondono ai giochi di potere, ma sono anche costituiti dalle diverse iniziative che nascono dalle viscere della pratica anarchica e che si cristallizzano nelle nostre teorie/prassi e nel modo in cui lavoriamo tra pari, sempre ai margini dell’autorità e dei suoi comportamenti dominanti.

Ci è chiaro che se non ci organizziamo, se non siamo disposti a superare le differenze e a lavorare collettivamente con progetti e prospettive fermi e critici, il capitalismo e i suoi mali continueranno a progredire.

Attraversando i tempi e gli spazi del potere siamo la negazione del dominio che hanno creato.

La rivolta ci ha impazienti e solo con le notti di gioiosa sovversione possiamo spezzare la ripetuta miseria del suo mondo di ordine e autorità.

CHE LA MEMORIA URLI NEI FUOCHI
DEI PROSSIMI SCONTRI.
L’INSURREZIONE APRE ORIZZONTI.
MAURITIUS MORALES PRESENTE NELLA
DETERMINAZIONE E NEGLI ATTI
CHE CERCANO L’ANARCHIA.

Maggio 2018.