Titolo: Italia: Aggiornamenti da un colloquio con Natascia al carcere de L’Aquila
Origine: roundrobin.info
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Da un recente colloquio con Natascia, tuttora rinchiusa nel carcere di L’Aquila in AS2 (ma che di fatto è un regime di 41bis) apprendiamo che dopo lo sciopero della fame sia lei che Anna (Silvia si trova tuttora nel carcere di Torino) hanno cominciato a fare dalle tre alle cinque domandine al giorno per chiedere tutto ciò che di fatto è loro negato, e a farlo con cadenza quotidiana.

Dopo lo sciopero della fame, le secondine che le sorvegliano del corpo dei Gom (gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria) sono diventate ancora più ostili, incluse quelle che inizialmente seguivano il protocollo della “neutralità”. Domandine ignorate, secondine che negano di averle mai ricevute, e così via.

La biblioteca del carcere non concede loro libri, neppure quei pochi che secondo le loro stesse regole dovrebbero essere concessi. Anche l’utilizzo del campetto è loro negato. La motivazione, se pur data dopo una rocambolesca serie di risposte che variavano dall’inagibilità dello stesso a causa di alcuni lavori in corso, al fatto che lo stesse utilizzando qualcun’altra in quel momento, è stata che a loro non è concesso l’utilizzo del campetto. Punto.

A Natascia sono stati bloccati dalla censura anche i soldi che le sono stati mandati da alcune compagne e compagni. Di fatto, anche alla stessa avvocata hanno negato la possibilità di lasciarle dei soldi con la motivazione che la tesoreria in quel momento fosse chiusa, sebbene precedentemente le avessero detto che in casi di emergenza avrebbe potuto farlo. La censura le trattiene anche gran parte della corrispondenza. Chiede comunque di continuare a scriverle, perché anche quando una lettera non riesce a passare tra le maglie della censura le notificano comunque la ricezione della lettera e chi è il mittente, e sebbene non sia molto è comunque confortante.

Per non farsi mancare nulla, hanno anche sottoposto Natascia ad una sanzione disciplinare a causa di una gonna ritenuta “troppo corta”, vietandole ogni attività per tre giorni; ma siccome di fatto a loro non sono comunque concesse attività, la sanzione si è tradotta nel divieto di pranzare in compagnia di Anna per tre giorni.

L’11 luglio ha avuto luogo l’udienza per la richiesta di riesame a cui Natascia ha potuto partecipare solo tramite videoconferenza. Dopo una settimana circa è arrivata la notizia che il tribunale ha deciso, come nel caso di Robert e Beppe, la conferma della misura coercitiva. Le motivazioni dovrebbero essere emesse entro trenta giorni.

Mercoledì 24 luglio, invece, il tribunale della sorveglianza di L’Aquila discuterà in merito alle istanze di Natascia, Anna e Silvia sulle condizioni detentive nel carcere de L’Aquila.