h-v-horror-vacui-it-1.jpg

Ci sono anarchici che rincorrono le rivolte su altri continenti, ovunque si girano i riflettori dei media. Ci sono anarchici che parlano della “fortezza Europa” e non sanno neanche quali Stati europei fanno parte dell’UE. Ci sono anarchici che lottano contro le frontiere e non sanno neanche dove si estende la frontiera Schengen. Ci sono anarchici che, da “buon uomo bianco”, vedono negli extracomunitari “scuretti” dei possibili compagni, e non notano neanche gli extracomunitari europei. Ci sono anarchici che parlano di internazionalismo e non sanno neanche (o non frega loro un cazzo) cosa succede sul proprio continente. Ci sono anarchici che solidarizzano con tutti i prigionieri (o tutti i prigionieri politici), come se il carcere fosse veramente un luogo di correzione che automaticamente trasforma l’uomo in un essere migliore (compagno/anarchico). Ci sono anarchici che considerano gli antifa propri compagni, come se i movimenti/partiti di Sinistra/estrema Sinistra fossero un male minore in un illusorio fronte rivoluzionario. Ci sono anarchici che si calano nel ruolo di vittima, solo perché donna, gay, trans ecc., come se non basta essere un “semplice” essere umano per trovarsi oppressi dal Potere, come se questo concetto fosse troppo stretto e perciò necessiti di etichette per esprimere di essere più oppressi degli altri. È mai possibile che in questi tempi di sessualità alienata, dove le persone, anarchici compresi, vedono le molestie sessuali dietro ogni angolo, vogliamo sopprimere la nostra femminilità/mascolinità, trasformandoci in uno sterile “genere”, nel quale la democrazia sta cercando di tramutarci, in armonia con questa società meccanicista di sessualità mutilata?
Ci sono anarchici che nel XXI sec. parlano ancora di lotta di “classe” (concetto creato nel XIX sec., d’altronde marxista), mentre viviamo “semplicemente” in una società stratificata (come sempre è stato nella civiltà). Ci sono anarchici che venerano i popoli “nativi”, come se questi avessero già realizzato l’Anarchia (sempre secondo il concetto di “buon selvaggio”), come se la storia/il tempo fosse lineare (e non circolare). Ci sono anarchici che dicono di voler decolonizzare il loro territorio dallo Stato, nella loro lotta di liberazione nazionale (“la nazione”, questo concetto nato con lo Stato moderno), come se la Terra fosse proprietà privata, come se non fossimo tutti colonizzati dello Stato. Sembra che gli anarchici abbiano feticizzato la lotta di per sé, ogni lotta, indipendentemente dai suoi obiettivi, soggetti, dal suo contesto e ideologia. Finché esisterà qualsiasi minorità debole in conflitto con un nemico più potente, si sa che troverà spazio (e talvolta anche sostegno) su siti di controinformazione. È come se molti si fossero scordati che le lotte di liberazione nazionale non sono lotte contro il potere, ma lotte per il potere. (La liberazione nazionale è un termine appropriato per quello che è: è la liberazione della nazione, non di esseri umani). Analogamente, le lotte di gruppi “nativi” non cercano di distruggere il potere, ma di ottenere una (maggiore) porzione di esso. Né curdi, né palestinesi, né mapuche, né nessun altra minoranza etnica oppressa o movimento irredentista/separatista cerca di abolire l’oppressione in sé, ma semplicemente di abolire l’oppressione contro di sé, per essere poi liberi di diventare loro stessi oppressori e costruirsi un proprio impero nazionale, giustificato dagli stessi miti ancestrali e dal “diritto” ad una “madrepatria” e all’“autodeterminazione nazionale”. Questi concetti sono il gergo dello Stato e non dovrebbero trovar spazio su piattaforme anarchiche. Tutte queste lotte si svolgono sotto l’influsso cultuale dello Stato-nazione. Come può uno che si considera anarchico trovare compagni tra persone che riproducono il potere, l’autorità e la sottomissione?
E poi ci sono anarchici che non contenti di essere quotidianamente spiati, schedati, filmati, si fanno propri video/foto per condividerli on-line. Ci sono anarchici che utilizzano le reti sociali come fossero luoghi di discussione (con tanto di “like”, “followers”, “friends”). Ci sono anarchici talmente devoti alla liberazione animale come se l’anarchia fosse raggiungibile, come per magia, diventando tutti vegan, come se la liberazione fosse plurima, e non una sola (della Terra e di tutto ciò che la compone). “Tutto è velocità, momento, istinto. (...) La mia natura è – opposizione; logica – indisciplina; filosofia – rivolta.” [Janko Polić Kamov, “Sloboda”]

Come intendi distruggere l’esistente se con le tue stesse lotte lo sostieni?


anarhija.info e alcuni compagni