Titolo: Bellecombe-en-Bauges (Savoia): Bagliori d’incendi
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Attacco incendiario di una cava della Vicat

La città avanza, la foresta diminuisce. E noi, in mezzo, ci sentiamo spesso molto vulnerabili, incapaci di arginare alcunché. Il cemento che trasuda da tutti i pori di questa società ci priva di vita, di sensazioni, di sostanze. Le foreste gestite in maniera eco-responsabile somigliano a delle fosse comuni. L’angoscia nelle viscere, i pugni che si stringono, un velo di durezza che ricopre gli occhi. E la difficoltà a parlarne, dato che le parole non possono che sfiorare la profondità della tristezza e della collera che sentiamo.

Quando abbiamo attaccato la cava della Vicat (multinazionale del cemento), situata ai margini di una foresta nel massiccio delle Bauges, bruciando un trasformatore elettrico, un edificio, dei posti di comando e dei computer di un ragno estrattore e poi anche diversi mezzi di cantiere, abbiamo sentito un certo sollievo. E anche dei dubbi, sapendo quello che implicano certe scelte, sapendo che non sarà mai abbastanza, si tratta di semplici tentativi, tentare di perturbare la mega-macchina, di non essere complici con la nostra passività.

Parliamo qui di attacchi incendiari, ma dobbiamo precisare che non si tratta per noi della sola maniera di attaccare l’autorità. Esprimiamo quindi la nostra vicinanza con i pensieri verso le combattenti ed i combattenti che si attivano sulla ZAD di Notre-Dame-des-Landes, nella foresta di Hambach o a Bure, senza lasciarsi accecare né da strategie politiche di massificazione e di dialogo con i poteri, né dalla ricerca di un’efficacia che travolgerebbe, negandola, ogni sensazione, ogni presa di potere nel seno dei gruppi, ogni rapporto di dominazione interpersonale... Forza e coraggio a quelli e quelle che conducono la guerra su tutti i fronti. La repressione è ben presente, cerchiamo di non lasciarci paralizzare, ma di continuare il nostro volo.

Non è nient’altro che un bagliore d’incendio al fondo del bosco, non è che un bagliore, ma ci aiuta a muoverci nell’oscurità, anche a costo di bruciarci, a volte, le ali.

Degli umani comme delle farfalle di notte


(tradotto da guerresociale)