Grenoble – Radio [Francia]: dalla sede alla torre [it]

“Di tutti i domatori del foro interiore esistenti, quello che detesto di più, il giornalista”. – Anonimo

Non diciamo nulla di nuovo, qui, contro gli industriali di ipnosi collettive, contro i fabbricanti di soggettività consenzienti nei confronti della società esistente. In molti fanno scorrere l’inchiostro a proposito dei media*, per criticarli, in pochi fanno scorrere la benzina per incendiarli. A questo si può rimediare. Negli uffici della radio in centro, lunedì[1]. Nella torre-ripetitore in periferia, questa notte.[2]

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Su una farsa e la confusione che rivela [it]

No, i tempi attuali decisamente non sono favorevoli alle idee. Appiattite da protesi tecnologiche, svuotate dalla mancanza di un orizzonte completamente diverso ed emaciate dalla devastazione di mondi interni e della sensibilità, i nostri contemporanei non sono molto interessati alle idee. Preferiscono le chiacchiere, ripetono ciò che li è stato detto, esibiscono le proprie opinioni... tutto assai diverso dalle idee, da quei “pensieri armati”. I nostri tempo assistono ad un progetto di proporzioni quasi inimmaginabili in continuo sviluppo, perfezionamento e riadeguamento nei laboratori del potere: non solo che il dominio sta estendendo incessantemente la sua rete di controllo e repressione, la quale – nonostante il continuo martellamento della propaganda che gli occhi dei padroni sono ovunque – può sempre essere superata e distrutta dai ribelli muniti di coraggio e fantasia, ma sta anche attaccando, in un modo determinato e dotato di potenti strumenti che prima non erano a sua disposizione, la capacità critica, la sensibilità etica, l’immaginazione che ci portano oltre questo inferno quotidiano. Un tale progetto non dovrebbe provocare null’altro che una rabbia feroce tra coloro che vogliono abbattere il dominio.

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“Sulle vacanze ad Amburgo”: Selfie, disordini e la tirannia delle immagini (09/08/2017) [it]

Un mese fa iniziava ad Amburgo, in Germania, il vertice del G-20, e con questo le proteste di massa contro lo stesso, con richieste da una gestione più “umana” del capitalismo fino alla distruzione totale di questo sistema per costruire un altro mondo più etico, dove ci sarebbe un posto e rispetto per tutti, dove non esisterebbe repressione o gerarchia, dove la terra sarebbe protetta e dove la sete insaziabile di benefici vacui sui quali si basa questa società sparirebbe dai nostri valori e obiettivi della vita. Quello che è avvenuto durante i 3 giorni del vertice e delle mobilitazioni potete leggerlo su molti siti, incluso anche questo blog, se cercate tra i post corrispondenti (iniziando dal mese di luglio, per i curiosi), e dato che io, per varie ragioni qui irrilevanti, non potevo andare ad Amburgo (e mi dispiace) non commenterò quello che è successo né entrerò nei dettagli. Di questo hanno parlato e continuano a parlare i compagni che erano là. A me piacerebbe parlare di un aspetto particolare di quelle mobilitazioni, che credo si produce troppo spesso in questo tipo di contesti e che a me, almeno, pare un problema serio, e inoltre anche mi irrita. Si tratta di quello che si conosce come la “tirannia delle immagini”. In una società come questa di oggi, lo spettacolo ...

Grecia: Bruciata macchina del giornalista SKAI (18/04/2017) [it]

“Man mano che la necessità si trova socialmente sognata, il sogno diventa necessario. Lo spettacolo è il brutto sogno della società moderna incatenata, che infine non esprime che il suo desiderio di dormire. Lo spettacolo è il custode di questo sonno.” Guy Debord

Rivendichiamo la collocazione di un ordigno incendiario in macchina di G. Papahristos, davanti a casa sua in agios dimitrios, all’alba del 18/4.
G.Papahristos è un pezzo di merda umana dell’ambiente giornalistico. La sua carriera è simile alle altre della sua specie. Un tuttofare politico che in ogni momento viene chiamato ad offrire i propri servizi agli interessi delle autorità rilevanti, siano essi politici o economici, come le sue avventure, dal “verde” DOL [gruppo editoriale greco, ndt.] al neoliberale SKAI, dimostrano.

Ma qual è il ruolo istituzionale dei giornalisti?
Per noi i giornalisti rappresentano una parte cruciale del meccanismo ideologico dell’inganno mediatico, chiamati a servire gli interessi dello Stato e del capitale. Il loro principale servizio agli interessi menzionati è dato attraverso la coltivazione della paura e l’abbellimento di certe situazioni, e questo lo raggiungono con informazioni fuorvianti allo scopo di creare il proprio concetto di realtà. Nella “democrazia” greca, dove la libertà di parola ipoteticamente predomina, come per magia il “pluralismo di opinioni” sembra dirigersi verso quelle di una élite politica ed economica. Come risultato, “l’opinione pubblica” viene dettata da notizie e informazioni che i portatori dei circoli mediatici diffondono, sempre con lo scopo di assicurare il sicuro letargo al potere statale, aiutandolo ad espandere il suo regime di
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Trentino [Italy]: TV, radio and mobile phone masts sabotaged (07/06/2017) [en]

Trentino — We learn from local media that on the night between 6th and 7th of June, several masts located on the mount Finonchio were set on fire. Radio and tv (Rai; national public broadcasting company) installation, mobile telephony providers (Telecom, Vodafone and Wind) and few transmitters used for the armed forces communications torched. The damage is considerable, they talk about more than one million euro, and the TV of State didn’t transmit in the entire area for several hours. On the site were found the tags “No more censorship against the comrades in AS2 [high security prison section]. With Fran and with the comrades of Aachen” and “Today we censure you (A)”.

Patrasso [Grecia]: Attaccati bancomat, uffici del DAP e del PatrasEvents (03/2017) [it]

La ben costruita favola che spinge a migliaia di consumatori sottomessi nell’indifferenza e nell’illusione, nelle nostre menti corrisponde al mostro di estetica dominante, all’assalto di ipocrisia e di cultura di sottomissione.
Alcuni giorni di mania consumista bastano a sostituire la misera vita quotidiana con l’illusione di libertà istantanea che accompagna lo svago standardizzato.
Tutta questa massa eterogenea, di classi differenti, che si “diverte con spirito” al carnevale, entrando ed uscendo da ogni sorta di negozi con musica orecchiabile, consumando ettolitri di alcool per arrivare allo “stile” necessario, non sono altro che utili idioti su cui spalle viene costruita l’industria dello svago vuoto. Padroni grandi e piccoli, fronti di studenti universitari, spacciatori, buttafuori, ci guadagnano tutti a proprio modo costruendo una scena adatta a tutti: tendenze e alternative, alla moda e non, giovani e persone di famiglia, studenti di ogni tipo, patrioti, ultrà. Tutti con una cosa in comune. L’errare della loro miseria mascherata e dello stordimento.
Da parte nostra, abbiamo colto l’opportunità dell’anonimato generalizzato offerto dal mascheramento di massa per compiere i nostri attacchi contro le banche e gli uffici di DAP [partito di destra, ndt.], e dopo il carnevale abbiamo attaccato gli uffici del PatrasEvents.
Nello specifico:
Nelle prime ore di venerdì 3/3 abbiamo attaccato gli uffici del sito di “notizie” PatrasEvents, distruggendo tutta la facciata in via Al. Ipsilantou, qualche metro dalla questura.
Questo sito specifico detiene una posizione speciale tra la spazzatura dei media locali. Nel nucleo delle sue “notizie” possiamo trovare glamour e promozione di tutte queste personalità che completano la scena mondana, e rappresentano i ruoli-modelli di moda e comportamento per la cultura di massa. Sulle pagine di PatrasEvents possiamo chiaramente vedere questo rapporto di influenza dello spettacolo sulle masse, attraverso la descrizione dei suoi momenti “baccanali” in questi locali di merda. Falsi sorrisi, orrenda mascolinità palestrata, il vuoto coperto con il trucco... Uniformità illustrata sulle foto scattate dai spacciatori di miseria, donando un po’ di popolarità alla vanità di ognuno. E se la foto non è buona, o se qualcuno non è abbastanza glamour, allora arriva, per fortuna, Photoshop. In questo modo, accanto agli articoli che spiegano cosa fa ogni persona, sfilano le foto per ogni consumatore anonimo. Dietro a questo schifo li troviamo tutti uniti, editori di siti, padroni di locali e buttafuori, affari pubblicitari e di promozione, e soldi.
Però, quello che troviamo principalmente ripugnante è il modo di dar senso all’interazione umana, la configurazione di un mondo di uniformità totale, di cultura di massa, dove la dignità e l’autonomia vengono vendute, dove le persone vengono comprate e vendute per delle false e mutue relazioni di consumo, dipendendo dal proprio involucro. Più compatibile è l’involucro con il ruolo-modello che cerca di eguagliare, più alto è il suo valore.
Speriamo che il nostro attacco abbia disturbato almeno un po’ il lavoro febbrile del sito, nel momento quando
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Porto Alegre [Brasile]: Sulla protesta contro la PEC 241/55 (25/11 & 13/12/2016) [it]

Ci vogliono svegli alle prime ore del giorno per lavorare ogni giorno, e possibilmente tutta la vita fino agli ultimi anni delle nostre forze... Per cosa? Già lo sappiamo, e non lo accetteremo.
La distruzione della terra e del tutto il vivente, e la loro trasformazione in denaro è legge. L’insieme di leggi, che formano la costituzione, la bibbia dello Stato, della democrazia, sono un ammasso di accordi e di imposizioni dei politici, proprietari, dei ricchi, capitalisti e dei falsi critici. Tutto quello che proviene da esse è nocivo alla libertà. Il parlamento è menzognero e da esso emergerà sempre la volontà di mettere il giogo alla collettività umana che vive sul territorio controllato dallo Stato brasiliano. Nello scontro a fuoco che il governo mantiene contro la popolazione, il nuovo progetto di emendamento costituzionale PEC 241/55 rappresenta un mortaio. E’ la più cruda espressione di potere: noi comandiamo, voi obbedite, lavorate! Ed è c’è da attendersi altro ancora, il nuovo governo rimane un nemico come tutti i suoi predecessori, ha solo aggiornato il suo attacco rapace contro la popolazione e le terre, contro tutto.
Quando siamo arrivati noi la guerra era già stata dichiarata, abbiamo semplicemente rifiutato l’obbedienza e il placido comportamento cittadino. Noi non ci orientiamo in base ai valori dettati dalla scuola, dalla propaganda televisiva, dalla Chiesa, dal partito e dalle aziende... non ci interessa la bella immagine di questa società malata e suicida.
Bella immagine? Fiumi contaminati da fango tossico e da tutti i rifiuti urbano-industriali, loro sponde e burroni trasformati in cemento, scavi fino all’esaurimento delle miniere trasformate in discariche, terre dei popoli originari sistematicamente saccheggiate, spianate, agroindustria, massiccio avvelenamento con pesticidi, centrali idroelettriche, industrie di cemento, vite trasformate in fosse comuni per uno “sviluppo sostenibile”.
Non esiste modo per sostenere questo tipo di vita, e noi non lo sosteremo. Voi dite che esageriamo con la violenza sulle strade durante le proteste, ma vi chiediamo: noi? Armati di desiderio, pietre, petardi, molotov a di tutto ciò che la strada ci può offrire, cosa possiamo fare noi? O le leggi che garantiscono questo disastro, la loro banda di assassini armati, le loro scavatrici, i blindati, i notiziari, i loro aerei irroratori e i loro giudici?
Noi valorizziamo il momento di
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Španjolska: Poziv na solidarnost s anarhistima uhapšenima za pljačke u Njemačkoj (10.2016.) [hr]

Pozivamo na solidarnost s troje drugova optuženih za pljačke banke u njemačkom gradu Aachenu između 2012. i 2014., pošto se dvoje drugova nalaze u pritvoru, a treća drugarica očekuje odluku suda o izručenju iz Nizozemske u Njemačku*.
Uhapšeni u Barceloni u aprilu i junu, podvrgnuti su zatvoru i izolaciji, daleko od svojih prijatelja, drugova i obitelji, u njemačkim zatvorima u Koelnu i Aachenu, o očekivanju suđenja pod pritiskom katoličkog carstva Pax Banke i njihovih lakeja iz aachenskog tužiteljstva.
Dok njemačka policija iz LKA-NRW nema nema ništa osim labavog dokaza uzoraka DNK (koji ne mogu poslužiti kao jedini dokaz za osuditi osobu), njemačka štampa (Aachener Zeitung) ih optužuje da su počinili 3 pljačke između 2012. i 2014. u središtu Aachena, uz objavu njihovih fotografija i profila, i proizvoljno interpretira njihove privatne živote kako bi pripremila propagandu o njihovoj krivici za pljačke i zatvor.
Navedena procedura je dio strategije „lova na vještice” u državama EU protiv anarhista, nedavno ažurirane posljednjom represivnom operacijom talijanske države „Scripta Manent” kojom je uhapšeno 6 anarhističkih drugova/arica optuženih da su članovi FAI-FRI.
Naš dosljedni odgovor na ovu situaciju je uvijek isti, aktivna solidarnost s drugovima pod udarom represije i napad na autoritarni i vladajući sistem.
Nećemo ostati inertni prekriženih ruku, najbolja obrana je napad!
Sloboda za drugove optužene za pljačke u Njemačkoj!
Sloboda za anarhističke i svjesne drugove!
Borba je jedini put!
Srušimo zidove zatvorskog društva!

*15.09. sud u Amsterdamu je odlučio da izruči optuženu drugaricu u Njemačkoj, zbog čega se ista danas nalazi u zatvoru.

Uloga medija u represiji slobode [hr]

U očekivanju suđenja protiv nekoliko anarhista optuženih za pljačke banaka u Aachenu 2013. i 2014., tužiteljstvo iz Aachena u Njemačkoj i njihovi poslušni glasovi, mediji, koriste svaku dostupnu priliku za unaprjeđenje svojih istraga.
Bilo to na pravosudnoj ili na suptilnoj medijskoj razini, uvijek se radi o izrazima različitih krakova istog represivnog mehanizma. Kao i obično službeni mediji pohlepno traže „dobru” priču svim potrebnim sredstvima, perverzno istražuju ljudske živote, ne obazirući se na ikakvu etiku. Zato ne oklijevaju da pomognu tužiteljstvu pri širenju svojih fantazija. Pročitali smo ih bez previše iznenađenja – to je ono što u biti novinari rade – i gledali histerični spektakl stvoren oko optužene. No, premda nismo iznenađeni ipak osjećamo potrebu da razjasnimo par stvari koje su možda postale maglovite usred neprekidne bujice pisane i televizijske bljuvotine.
Nakon što su izlučili nekoliko članaka u kojoj je optužena opisana na temelju slike koju tužiteljstvo želi proširiti, mediji su sada odlučili kako je došlo vrijeme da sami stvore svoju priču. Priča je stigla do nas kroz glasine da je neki nizozemski novinar na Indiymediji zatražio informacije o optuženoj. Očito nezadovoljan slikom koju diktira tužiteljstvo, tražio je „osobe iz skvoterskog pokreta u Amsterdamu koje bi mogle nešto reći o X”, nakon čega je izjavio da tkogod se odluči cinkati neće imati razloga za brigu pošto „neće nikome reći da se taj razgovor odvio”. Izlišno je reći da nam se sve to gadi. No, ono što treba reći je da pošto do sada optužena nije dala nikakvu izjavu ni za medije ni za pandure, ne trebaju to učiniti – oprostite što upozoravamo na nešto očito – ni drugi.
Treba biti jasno da su mediji i policija dvije strane jedne te iste medalje te da tijesno surađuju na vrlo usklađen način: mediji love priču, tužiteljstvo izbaci par pretpostavki i skicu karaktera, mediji to objave i tako pretvore u „istinu”, i eto!, tužiteljstvo je spremno da reproducira tu „istinu” i iskoristi medijski lov na optužene. Jer ako mediji tako kažu, onda to mora biti istina. Jer ako mediji izjave da su to opasni zločinci u bijegu, onda mora tako biti – itd., itd. u beskonačnost. Svim tim pokušajima zastrašivanja je jedini cilj učvrstiti optužbe države i odvesti optuženu pred optuženičku klupu, već proglašenu krivom strojem laži, kleveta i državne propagande. Navedene taktike nisu ograničene samo na taj slučaj; one se beskrajno reproduciraju kroz povijest. Mediji nisu samo u službi represije, oni su sama srž represije.
Suradnja između države i medija uvijek je predstavljala recept za varljive informacije, koje proganjaju i suzbijaju. Mediji igraju značajnu ulogu u manipulaciji javnog mnijenja, oni jamče hegemoniju podrške državi, čak i kada je natjerana da skine masku „pravde” i otvoreno pokaže svoj represivni mehanizam. Mediji opravdavaju represiju protiv svega i svakoga tko odstupa od pravila, protiv svih koji ne funkcioniraju na produktivan i suportivan način za državu i kapital. Čak, ili možda nadasve u demokratskom režimu, kao ovaj u kojem živimo, mediji su isprepleteni s državnom propagandom; oboje nam nude iluziju odabira izgradnje stava, odabira tko će nas tlačiti. No, ti „izbori” su uvijek omeđeni istim strogim parametrima totalitarnog
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Grčka: Mario Seisidis i Kostas Sakkas – Prva izjava nakon hapšenja (08.2016.) [hr]

4. augusta, zbog nasumične policijske kontrole kraj Sparte, okončao se put slobode.
Dva različita puta su došla do kraja, dok su dva različita započela, no ipak imaju jedan zajednički cilj. Slobodu. Sloboda koja nam nije data i nije zajamčena čak ni na tren. Naprotiv, svako se od nas, na vlastiti način i s vlastitim obilježjima, vrlo oštro borio za nešto što se podrazumijeva.
Borili smo se za svaki slobodni pogled u nebo, za svako slobodno rukovanje, svaki slobodni zagrljaj, svaki slobodni udisaj.
Potvrdili smo ono što nam svaki kazneni mehanizam oduzima, naše jedine oružje naša beskrajna želja za slobodom, ali i hrabrost koju izvlačimo iz pomisli da se borimo i za one koji više nisu s nama.

S druge strane, nasuprot slobodi i samog života, susreli smo se s uniformiranim državnim ubojicama, poslušnim psima, lakejima buržoazije i njenog kapitala. S onima koji nisu oklijevali da nam pucaju u leđa, koji su nas mučili jer smo instinktivno poduzeli najočitije, pokušali pobjeći iz njihovih ruku. No, i da su meci pogodili metu bili bi ubili nas, ali ne naše ideje. Zato što, vrlo jednostavno, ustrajnost slobode ostaje nedodirnuta kroz sva vremena unatoč svim sojevima tužitelja i njihovog oružja. Zato što se naši vidici neće nikada prilagoditi šupljim glavama vlasti. I na taj način, čak i ako ubiju nas neće nikada izbrisati viziju revolucije, koja će i dalje
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Pariz [Francuska]: Solidarni s optuženima za palež policijskog vozila [hr]

Nakon hiper-medijske pozornosti prema jednom zapaljenom vozilu policije pred očima desetaka telekamera, pet je osoba uhapšeno te večeri ili dan kasnije, i optuženo za vrstu napada do kojih ipak često dolazi, svi mrze policiju i gotovo svaki dan je napadnuta na različite načine na čitavom području, nadasve na ovaj način!
Nakon hapšenja jedna je osoba oslobođena, dok je ostalih četvero optuženo za „hotimični pokušaj ubojstva”, „hotimično nasilje u organiziranoj bandi nad službenom osobom”, „uništavanje javnog dobra u organiziranoj bandi i sudjelovanje u oružanoj grupi”. Jedan od njih se tereti i da je počinio zločin odbijanja podvrgavanju uzimanja DNK uzorka.
Troje je otpušteno iz pritvora na uvjetnu slobodu.
Ako te zvučne optužbe za koje se terete („pokušaj ubojstva”) i prijetnje (doživotni zatvor) ne budu opstale na sudu, ipak u međuvremenu jamče njihov pritvor pod blagoslovom nekog sadista u halji.
Mediji demokracije su, pokorni naredbama, dobro odigrali svoju igru, svoju revnost ravnu samo njihovom besprijekornom služenju ekstremnom i normalizirajućem nasilju, u ime socijalnog mira.
Lijepa satisfakcija za sindikate policije koji su tog dana prosvjedovali, a za ministra unutarnjih poslova i vladu, izgleda, sekundarna stvar.
Malo jačih emocija za osrednjeg građanina, malo osvete za policiju, upozorenje za pobunjene.
A kao temelj
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