PierLeone Porcu
Il nemico e i suoi dintorni [it]

Non è compito facile, né è comodo il perseverare, quando tutto implica il sapere con se stessi di dover resistere quotidianamente alle piccole soddisfazioni allettatrici del vivere comodo e spensierato. È difficile lottare con costanza mantenendo intatta e incorrotta la propria volontà di non cedere ai compromessi.
La lotta è aspra, dura, aperta, violenta, procura dolore e indurisce i cuori. Molte volte non vi è nulla di piacevole né di soddisfacente, salvo il sapere con noi stessi, che su questa strada passa la nostra autoliberazione individuale e sociale.
Non dobbiamo mai dimenticare che ogni qualvolta si cerca il compromesso, la mediazione in cambio di un po’ di tregua, ci si confonde, ci si accosta al nemico che combattiamo, fino a divenire un suo utile supporto, simili in tutto e per tutto a quelle forze che giornalmente lo sostengono.
Come rivoluzionari anarchici, ad ogni momento sosteniamo che non sappiamo concepire soluzioni della questione sociale che non passino per la strada della diretta e radicale distruzione di tutte le istituzioni presenti, ma al di là dei limiti di vaghe promesse teoriche,sono ben pochi i compagni che vanno a verificarle nell’azione.

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M.V.
Drugs [en]

I like drugs. How couldn’t I? Why should I give up something that makes me feel good, that can alter my state of consciousness at various levels as I abandon myself to a sense of psychological and physical well-being. After all, it is easy to feel weak and helpless once we realize that we are not living in the best of worlds but in an environment where we are continually absorbing the conditioning of our tastes, feelings, opinions and impulses and are even called upon to contribute to their constant redefining in one way or another.

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Mexico: Carta solidaria con Anna Beniamino (08/06/2019) [es]

Querida Anna, somos un grupo anárquico informal integrado por mujeres que acciona en México, motivadas por las tesis insurreccionalistas y la ilegalidad anarquista. Nos hemos conformado así por una cuestión de afinidad y no porque creamos que no debemos trabajar con compañeros hombres, de hecho, en diferentes ocasiones nos hemos coordinado con otros grupos de compañeros para accionar de manera más potente. Algunas somos lesbianas, bisexuales, poliamorosas, queers y otras somos tan putas que construiríamos un barco si renacieramos mañana en la Isla de Lesbos por tal de no renunciar a tener sexo con hombres. Lo que esperamos que deje en claro que nuestra “afinidad” no se fundamenta en las preferencias sexuales sino en las ideas que nos impulsan y en la confianza que nos tenemos una a otra en el momento del ataque.

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Gabriel Pombo da Silva
Eretici [it]

L’eretico, come il bandito, sa che la perdita della sua libertà lo porta irrimediabilmente al patibolo. Ciò che lo attende è un tribunale che gli chiederà le sue azioni. Una corte che eserciterà il suo potere e la sua ragione assoluta nel nome di Dio, del Popolo, del Regno o dello Stato. Potere e ragione sono atti di sincretismo autoritario sviluppati nel corso dei secoli dai proprietari della Terra, del Mare e del Cielo. Quindi, l’anarchico individualista – che è eretico e bandito alla volta – è consapevole che la sua convinzione del proprio potere e le sue ragioni lo portano al rogo. Come una falena, cerca la luce e soccombe. Come Icaro, vola in alto e il Sole scioglie le ali. Come Prometeo, ruba il fuoco degli dei per sé e per gli altri; come lui.

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Contro il pressapochismo oscurantista Qualche parola sull’arroganza squadrista “queer”, che a Torino va di moda [it]

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A inizio maggio, a Torino veniva organizzata una discussione intorno alla recente pubblicazione Critica al transumanesimo” (AA.VV., Edizioni Nautilus, 2019). Coinvolti – forse anche a causa del defilarsi di altr* soggett* – una compagna redattrice della trasmissione “Macerie su Macerie”, chiamata a intervenire in quanto singola per una critica al postmodernismo, e i redattori della rivista “L’urlo della terra”, tra i quali c’è chi da tempo costruisce la propria critica ecologista in modo estremamente problematico rispetto alle questioni di genere e sessualità.

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Ad Nihilo – nuovo sito anarchico in lingua francese [it]

Ad Nihilo è uno strumento di diffusione di testi anarchici di tendenze marginali all’interno del movimento anarchico.

Nichiliste, anticivilizzatrici, antinataliste, antispeciste, queer e individualiste, queste sono le tendenze alle quali daremo voce su questo blog in via di sviluppo.

adnihilo.noblogs.org


Alfredo Cospito
Quale internazionale? Intervista e dialogo dal carcere di Ferrara (1ª e 2ª parte) [it]

(English version: 325.nostate.net)


Il testo che segue sono le parti prima e seconda di “Quale internazionale? Intervista e dialogo con Alfredo Cospito dal carcere di Ferrara”, parti di un dibattito che alcuni compagni stanno intraprendendo con il compagno anarchico prigioniero Alfredo Cospito, pubblicate rispettivamente nei numeri 2 (autunno 2018) e 3 (inverno 2019) del giornale anarchico in lingua italiana “Vetriolo”. Complessivamente sono state elaborate otto domande, per la verità non proprio dei quesiti ma degli interventi, in qualche caso polemici, per discutere e dibattere con il compagno. Data la complessità e la vastità degli argomenti trattati tutto il testo non poteva e non può essere integralmente pubblicato sulle pagine di un solo numero del giornale. La pubblicazione dell’intervista/dialogo proseguirà, sempre suddivisa in parti, a partire dal prossimo numero e successivamente, quando verrà terminata la pubblicazione in “Vetriolo”, vi è l’intenzione di pubblicare integralmente tutte le domande e le risposte in un libretto o in un opuscolo. Nel frattempo, su richiesta di Alfredo, pubblichiamo anche tramite internet le parti prima e seconda, ovvero quelle fino ad ora uscite nel giornale e, con l’occasione, correggiamo dei refusi e degli errori di battitura presenti alle pagine 6 e 7 del numero 3, dei quali ci scusiamo con i lettori e che riportiamo anche qui di seguito.

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Grecia: Usare le idee come prove – Il laboratorio della repressione dello Stato greco Intervista al prigioniero anarchico Nikos Romanos [it]

Dopo diversi tentativi falliti in tutta Europa per incastrare gli anarchici e gli altri anti-autoritari con accuse di cospirazione e terrorismo, lo stato greco è in prima linea nello sviluppo di nuove strategie legali per attaccare i movimenti sociali. L’articolo 187A del codice penale greco esiste dal 2004, ma l’anno scorso i funzionari greci l’hanno usato in modo nuovo contro Nikos Romanos e altri prigionieri anarchici, condannandoli e sentenziandoli a molti anni di reclusione sulla base di una nuova interpretazione dell’articolo. Indipendentemente dal fatto che questi verdetti siano rovesciati nelle corti superiori, i processi indicano un importante spostamento strategico nel monitoraggio di movimenti sociali in Grecia. Offrono un importante segnale di avvertimento sulle nuove forme che la repressione può assumere in tutto il mondo mentre il conflitto sociale si intensifica.

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Putting Ideas on Trial: The Greek State’s Laboratory of Repression An Interview with Nikos Romanos, Imprisoned Anarchist [en]

After several failed attempts across Europe to frame anarchists and other anti-authoritarians with conspiracy and terrorism charges, the Greek state is at the forefront of developing new legal strategies to attack social movements. Article 187A of the Greek legal penal code has existed since 2004, but last year, Greek officials used it in a new way against Nikos Romanos and several other anarchist prisoners, convicting and sentencing them to many years in prison based on a new interpretation of the article. Regardless of whether these verdicts are overturned in higher courts, the trials indicate a major strategic shift in the policing of social movements in Greece. They offer an important warning sign about the new forms that repression may assume around the world as social conflict intensifies.

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Marco Bisesti
Assaut à la perche [it]

Pubblicata la traduzione francese dell’articolo “L’assalto con l’asta. Un incontro sportivo tra lotte e repressione” del compagno anarchico Marco Bisesti (imprigionato a seguito dell’operazione “Scripta manent”). Lo scritto è tratto dal numero 3 del giornale anarchico “Vetriolo” (inverno 2019).


Assaut à la perche
Un événement sportif entre luttes et répression

Vetriolo, giornale anarchico n° 3 / hiver 2019

Après un an de procès, voici aussi, immanquable, ma contribution à propos de la répression.
Le procès qui se déroule à Turin, bien qu’il analyse des publications anarchistes et les parcours de vie des différents inculpés sur une période de quelques dizaines d’années, est avant tout l’énième tentative de faire plier l’hypothèse, jamais abandonnée, qu’il est toujours possible de mettre en œuvre des formes violentes de lutte. Ce n’est pas qu’il fallait ce procès, ou la répression en général, pour rendre cela visible : l’opiniâtre pratique anarchiste se montre par elle-même. Je dis là quelque chose de banal. Mais, au vu de la facilité avec laquelle on prend la lutte contre la répression pour un manuel de défense des libertés octroyées par l’État, il vaut mieux le réaffirmer. Les espaces de manœuvre, les luttes revendicatives habituent à raisonner sur le seuil de la légitimité.

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Anna
Degenerazioni Tra orgoglio e vittimismo di genere [it]

(Scritto apparso sul numero 3 del giornale anarchico Vetriolo)


Sono anarchica, non sono femminista perché percepisco il femminismo come un ripiegamento settoriale e vittimista, non ho mai fatto discriminazioni di genere anche se non uso convenzioni linguistiche gender-friendly, anzi uso spesso un linguaggio sporco e politicamente scorretto. Ritengo che nella ricerca dell’anarchia, ovvero nella pratica di rapporti antiautoritari sia già contenuto e vada coltivato l’annullamento di privilegi ed oppressioni di genere. Ah, dimenticavo, detesto l’autocoscienza in sede pubblica e pure le assemblee le ritengo uno strumento spuntato. Capisco ed ho la volontà di incontro, ma vedo come troppo spesso il momento assembleare scada nell’autorappresentazione sterile. Ecco, di questi tempi si rischia di dover esordire con un preambolo simile per entrare nel ginepraio dei luoghi comuni su genere e femminismo, districandosi nell’intricatissima incapacità e inabilità a rapportarsi della galassia anarchica, con un range di comportamenti che va dall’iperemotività al burocratico calcolo della posizione da assumere (e del grado di compromesso negoziabile) in una lotta. Non credo che comportamenti autoritari e sessisti si combattano cercando di diffondere nuove convenzioni linguistiche e riscaldando in salsa alternativa brandelli di retorica indignata mainstream (tra #nonunadimeno, contatori di femminicidi in TV, pride, scarpette rosse e coccarde arcobaleno).

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Di quale insurrezione parliamo? [it]

Il 4 novembre 2018, in Nuova Caledonia, quelle e quelli che credono alle gioie della democrazia sono andati a deporre i loro bollettini di voto per decidere dell’indipendenza. Risultato scontato, non abbiamo assistito alla nascita di un nuovo Stato e l’isola resta sotto la protezione coloniale francese. La sera, delle grosse sommosse hanno scosso le zone a maggioranza canaca. Queste spinte nazionaliste hanno attirato l’attenzione dei media e di una parte della sinistra radicale, sempre pronta a correre dietro agli sfortunati, soprattutto quando sono così lontani, chiudendo gli occhi su quello che significa l’indipendenza di ogni pezzo di terra: un nuovo Stato, ma canaco, con un potere canaco, una polizia canaca, dei tribunali canachi, delle prigion canache, forse un’esercito canaco… che felicità!

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M
Risposta ai commenti contro le immagini di anarhija.info [it]

Ho avuto il dubbio onore di leggere questi, chiamiamoli così, commenti.

Mi lascia perplesso che tali immagini, che chiaramente ricoprono una funzione puramente cosmetica e che non mi disturbano minimamente, anzi, in genere le trovo carine e di buon gusto, debbano essere bandite, mentre una mail offensiva contro una compagna che ormai da anni porta avanti questo progetto sia una cosa perfettamente legittima.

Che vuole questa gente e, soprattutto, chi è? Non ci perderei il sonno.

Pare che ci siano persone in giro che non sanno bene come impiegare il proprio tempo e alle quali il concetto di estetica è assolutamente alieno. Suvvia.

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Anarhija.info
3° vizio capitale: la Lussuria [it]

A seguito di mail pervenutemi (allegate alla fine del testo), e supponendo che ci siano altri anarchici che pensano allo stesso modo, tengo a chiarire una volta per tutte che il mio sito anarhija.info non è un’agenzia stampa anarchica. I testi che pubblico riflettono solo le mie posizioni personali, quelli che non li considero affini vengono semplicemente cestinati, dato che parto da una posizione individualista (e anche nichilista). Lo stesso discorso vale per le immagini che accompagnano i vari testi, che nella maggior parte non sono né simboliche né metaforiche, ma esprimono il mio personale gusto estetico (poi ognuno vede fin dove la sua intelligenza lo illumina).

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Library.Anarhija.Net — (not so) new anarchist project [en]

ABOUT THIS LIBRARY

lib.anarhija.net

We live in the age of the inflation of the word. Its presence is so ubiquitous, its quantity is so overwhelming that its value tends to be zero, carrying no meaning. Technology has made publishing easy and inflated. The idea this library is built upon is not to collect everything coming out from the internet, but instead to save from this deluge meaningful, purposeful, useful texts, texts with live ideas, texts which could be printed and which wouldn’t feel off on the tables of an anarchist distribution. The outcome of this endeavour is still unclear.

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Michela Ortu e Pierleone Porcu
Senza indugi [it]

Stanchi di essere un’isola nell’isola:
Rompiamo il silenzio!
SOLIDALI CON I RECALCITRANTI,
NESSUNA REPRESSIONE POTRA’ DISTRUGGERE CIO’ CHE SIAMO.

«[…]– Giù la maschera. – I tempi sono sempre maturi per togliere l’ingiustizia quando l’ingiustizia esiste. –Attendete che l’uomo sia rimesso in piedi per rialzarlo? – Allora sarà venuto il momento di dargli aiuto? – O quando giace? O quando l’aggressore gli sta sopra? O quando vi chiede soccorso?» – Carlo Cafiero

Cos’è la nostra lotta. Cos’è la nostra vita.

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L’uomo sbagliato [it]

“Io sono un uomo sbagliato. Ma sono quel che sono, non importa cosa. E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia nobile e personale saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanità e del divenire sociale, qualche cosa che rimbomba al di sopra dei vostri fantasmi? Udite!, Udite! E’ lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su nell’alto rimbomba!” – Renzo Novatore

“Essi stanno bene nel fango d’onde non bisogna toglierli neanche per vituperarli.” – Bruno Filippi

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[USA] Of Indiscriminate Attacks and Wild Reactions An Anti-Civ Anarchist Engages with ITS and Atassa, their Defenders and Their false Critics [en]

The following is the introduction to a short book critiquing so-called “eco-extremism” in Mexico, and those in support of it in the United States. To read two essays on the subject already published on IGD, go here.

Read and Download HERE

Author’s Note to IGD readers: This essay was written a year ago, in haste. It was prompted by the escalation in 2017 of conflict between insurrectionary anarchists and proponents of a new school of purportedly anti-civilization ideology known as “Eco-Extremism”, both in Mexico and the US. This conflict was signaled in part by the appearance of a US journal called Atassa: readings in Eco-Extremism, which presented ideas and writings associated with the armed struggle group known as Individualidades tendiendo a lo Salvaje, abbreviated ITS but most often translated from the Spanish as Individualists Tending toward the Wild (a group with a history stretching back to around 2011).

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Valparaiso(Cile) / Grecia: Alcune parole e riflessioni che necessitano di essere rispolverate [it]

Il 5 maggio 2010 in Grecia è stato indetto un nuovo sciopero generale. Una grande manifestazione e rivolte selvagge hanno scosso Atene, mentre alcuni manifestanti tentavano di entrare in parlamento, scontrandosi con la polizia, vari negozi sono stati saccheggiati e incendiati. In questo contesto un gruppo di compagni anarchici attacca e lancia dei molotov contro una filiale della banca Marfin, incendiandola, senza accorgersi dei tre impiegati rimasti bloccati nell’istituto finanziario, che morirono nell’incendio.

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Brancolare nel buio [it]

«Io credo che quando non sia possibile fidarsi dell’amicizia di un essere, il meno che si possa fare è considerarsi suo nemico» – Renzo Novatore

Solitamente, quando un corpo si trova in putrefazione è del tutto inutile affannarsi a dargli ad ogni costo la guarigione. È spacciato, conviene farsene una ragione; riposi in pace, dunque. Non serve di certo possedere lauree in medicina per fare propria la consapevolezza che tenere in vita un organismo ormai morto significa, prima o poi, finire col cibarsene. Corrompendosi nell’anima, o nello spirito se si preferisce. Se è vero che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, così è indubbio che chi non stacca la spina al cadavere rischia di seguirlo ben presto nell’Aldilà.

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Italia: E’ uscito il libro “I Giustizieri – Propaganda col fatto e attentati anarchici di fine Ottocento” (Ed. Monte Bove) [it]

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E’ uscito il libro di Gino Vatteroni, “I Giustizieri, propaganda col fatto e attentati anarchici di fine Ottocento” (ed.Monte Bove)

Da Giovanni Passannante a Gaetano Bresci, vent’anni di vendetta, individuale e di classe. Non solo una raccolta cronologica ed enciclopedica degli attentati anarchici alla vita dei tiranni che hanno terrorizzato i governi di fine Ottocento, ma anche un necessario approfondimento sul contesto economico, sociale e politico dell’Italia post unitaria, con uno sguardo anche sul novantaquattro francese. Una guerra a mano armata dichiarata da una minoranza di sfruttati allo Stato liberale. Quello stesso Stato che non si faceva scrupoli a torturare, incarcerare, confinare, cannoneggiare e soprattutto difendere una società nella quale milioni di contadini vivevano in una condizione spesso al di sotto della sussistenza e nelle metropoli gli operai venivano letteralmente consumati dalla nascente macchina capitalista. Ben prima del fascismo, la tanto osannata Unità d’Italia viene fondata sul sangue della gran parte delle popolazioni. Lo sfruttamento, fino alla morte, la repressione crudele, non sono esclusivo appannaggio di uno Stato totalitario o di una fase eccezionale della vita politica, bensì sono elementi fondativi di questo dannato Paese e di ogni forma di governo. Vorremmo che questo libro non rimanesse negli scaffali a prendere polvere, un feticcio da collezionare nel pantheon dello storico di professione o di diletto. Vorremmo che questo libro non rimanesse lettera morta. Che le gesta di questi indomiti compagni illuminino ancora, col loro esempio, la strada di chi non si rassegna allo stato di cose presenti.

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[Messico] Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità Più che una difesa di una prefazione scomoda [it]

“Se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire.” – George Orwell

“Chi sapeva obbedire saprà comandare” – Motto della campagna elettorale dell’ex presidente Díaz Ordaz.

“Il sonno della ragione genera mostri” – Aldous Huxley

Ho deciso di scrivere pubblicamente le seguenti righe (dopo alcuni commenti su differenti forum anarchici non pubblici) sulla prefazione “La irradiación pornográfica del neozapatismo” di Gustavo Rodríguez, all’edizione castigliana del libro Detrás de la máscara: más allá de los pasamontañas del sureste mexicano di Charles Reeve, Sylvie Deneuve e Marc Geoffroy, dell’editore e distributore “Pensiamento Ilícito”.

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[Francia] Il mio anarchismo [it]

“Individui innanzitutto. Le definizioni, quando non sono gabbie, sono come dei sassi lanciati nell’acqua: creano cerchi sempre più ampi, ma nessuno di questi riesce a contenere completamente la nostra individualità. Coscienti di questo, le parole non ci fanno paura. Perché siamo anarchici?“ – Adesso, n°19, 2004

L’anarchismo è un’attitudine individuale di fronte alla vita, non una teoria sociale, né un’ideologia politica o un’identità. In ogni caso è così che la vedo io e quello che segue non è quindi altro che una visione personale, una descrizione del mio anarchismo.

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Horror Vacui [en]

There are anarchists who run after uprisings on other continents wherever the spotlights of the media fall. There are anarchists who talk about “fortress Europe” and they don’t even know which States are part of the EU. There are anarchists who struggle against the borders and they don’t even know where the Schengen frontier runs. There are anarchists who, like “good white men”, see in the “dark-skinned” non-EU people potential comrades, and they don’t even notice that there are European non-EU people. There are anarchists who talk about internationalism and they don’t even know (or don’t give a fuck) what happens on their own continent. There are anarchists who express solidarity with all prisoners (or all political prisoners), as if the prison is really a correctional facility that automatically turns a human being into a better person (or a comrade/anarchist). There are anarchists who think of antifa as their comrades, as if the left-wing/extreme-left movements/parties are the lesser evil in an illusory revolutionary front. There are anarchists who get into the role of victims, just because they are a woman, gay, trans etc.., as if it is not enough to be “simply” a human being to be oppressed by the Power (as if this notion is
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Horror Vacui [it]

Ci sono anarchici che rincorrono le rivolte su altri continenti, ovunque si girano i riflettori dei media. Ci sono anarchici che parlano della “fortezza Europa” e non sanno neanche quali Stati europei fanno parte dell’UE. Ci sono anarchici che lottano contro le frontiere e non sanno neanche dove si estende la frontiera Schengen. Ci sono anarchici che, da “buon uomo bianco”, vedono negli extracomunitari “scuretti” dei possibili compagni, e non notano neanche gli extracomunitari europei. Ci sono anarchici che parlano di internazionalismo e non sanno neanche (o non frega loro un cazzo) cosa succede sul proprio continente. Ci sono anarchici che solidarizzano con tutti i prigionieri (o tutti i prigionieri politici), come se il carcere fosse veramente un luogo di correzione che automaticamente trasforma l’uomo in un essere migliore (compagno/anarchico). Ci sono anarchici che considerano gli antifa propri compagni, come se i movimenti/partiti di Sinistra/estrema Sinistra fossero un male minore in un illusorio fronte rivoluzionario. Ci sono anarchici che si calano nel ruolo di vittima, solo perché donna, gay, trans ecc., come se non basta essere un “semplice” essere umano per trovarsi oppressi dal Potere, come se questo concetto fosse
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